Sondaggio Assiom Forex: calano coloro che si aspettano indici stabili o in rialzo nella prima parte dell’anno. Nel mirino ancora il settore finanziario. Lo spread? Stabile, così come l’euro-dollaro
L’offensiva commerciale lanciata dal presidente USA, Donald Trump, spaventa e spinge gli investitori alla cautela. L’aumentare dell’incertezza, nemica numero uno dei mercati, ha infatti ridotto l’ottimismo sull’andamento dei listini nei prossimi mesi. È quanto certifica il consueto sondaggio mensile di Assiom Forex, condotto fra i suoi associati in collaborazione con Il Sole 24 Ore Radiocor, secondo cui a febbraio la percentuale di quanti si aspettano indici stabili o in rialzo nella prima parte dell’anno è scesa all’83% dall’87% di gennaio.
Al contempo, la quota di operatori che non prevede ulteriori guadagni, in un contesto in cui molte piazze viaggiano sui massimi, è salita al 62% dal 57%. Più nel dettaglio, per il 45% degli intervistati le borse rimarranno ferme nei prossimi sei mesi, con variazioni massime del 3% in entrambe le direzioni, mentre il 36% punta su nuovi rialzi, che per il 2% saranno a doppia cifra. Salgono poi al 17% (dal 13%) coloro che si aspettano ribassi (con oscillazioni tra -3% e -10%). “In questo mese, l’incertezza riguardante l’impatto dei dazi americani sull’economia e sui conti di aziende e famiglie, si sta riflettendo in maniera significativa sul sentiment”, spiega Massimo Mocio, presidente di Assiom Forex. Secondo cui non stupisce quindi che molti operatori abbiano abbia assunto “un atteggiamento più prudente rispetto al passato”.
Banche protagoniste anche nel 2025
Quanto ai settori, quello finanziario continuerà a essere un elemento trainante dei mercati azionari anche nel 2025. Per il 71% degli intervistati, infatti, le banche seguiteranno a catalizzare l’attenzione degli investitori. Ma con due aspetti da monitorare attentamente: l’evoluzione del margine di interesse, in un contesto di tassi BCE in calo, e i possibili scenari di consolidamento. Solo il 29% ritiene che il settore potrebbe perdere il suo appeal quest’anno.
Nel 2024, viene ricordato nel report Assiom Forex, gli istituti di credito hanno messo il turbo in scia alla riapertura del risiko: MPS è balzata del 123,44% e Bper del 102,71%, entrambe più che raddoppiando il proprio valore in un anno. Banco BPM ha messo a segno un +63,4%, UniCredit +56,8% (dopo il +85% del 2023) e Intesa Sanpaolo +46,13%. Il sottoindice nazionale delle banche è salito del 52,69%, seguito da quello delle assicurazioni (+47,75%) e dai servizi finanziari ( +47,72%).
Spread BTP-Bund stabile
Sul fronte dello spread BTP-Bund, l’attesa è che continuerà a prevalere la calma, con la possibilità di un ulteriore restringimento. Secondo l’82% degli intervistati (dal 77% precedente), il differenziale si manterrà stabile nell’attuale fascia di oscillazione compresa fra 100 e 150 punti nei prossimi sei mesi. Sale inoltre la percentuale di chi scommette su un restringimento: per l’11% (dal 5%) potrebbe scendere sotto quota cento (nella fascia 50-100). Si restringe di conseguenza, dal 17% al 6%, il campione di quanti lo vedono navigare sopra i 150 punti (nella fascia 150-200). Solo l’1% indica un incremento oltre i 200 punti. “Né l’incertezza geopolitica né eventuali future pressioni inflazionistiche sembrano incidere sull’andamento del differenziale BTP-Bund’, osserva Mocio. Sottolineando che questo trend è “supportato soprattutto dal forte interesse accordato dagli investitori alla sottoscrizione dei nostri titoli di Stato di nuova emissione, come ben evidenziato dagli ultimi due sindacati effettuati dal Tesoro”.
Infine, i cambi. Per gli operatori, nel breve, non ci sarà nessun recupero dell’euro ma neanche ulteriori scatti in avanti del dollaro. Rispetto a un mese fa infatti, passa dal 28% al 40% la percentuale di quanti si aspettano il mantenimento dell’attuale rapporto di forza, mentre il 20% degli intervistati (dal 33%) prevede un rafforzamento della moneta unica. Un altro 40% di operatori indica invece un indebolimento della valuta europea, in linea con il 39% di gennaio, quando si è insediato Trump. “Nonostante le politiche monetarie attualmente asincrone di Fed e BCE, il 60% degli operatori rimane convinto che, almeno di qui alla prossima estate, il valore dell’euro non dovrebbe oscillare eccessivamente rispetto ai livelli attuali”, fa notare Mocio. “Pertanto, considera tutto sommato contenuti eventuali apprezzamenti del biglietto verde a seguito della nuova politica commerciale inaugurata da Washington”, conclude.
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