Per l’autorità, gli istituti europei sono “altamente redditizi, ben capitalizzati e con buona liquidità”. Ma il costo del denaro agli attuali livelli può ridurre la qualità degli asset. Intanto dal quadro macro arrivano segnali di miglioramento
Le banche dell’Eurozona restano “robuste” ma gli alti tassi di interesse potrebbero avere un impatto sulla qualità dei loro asset. Dopo che gli ultimi dati sull’inflazione USA hanno riacceso i fari del mercato sui possibili effetti della stretta monetaria di BCE e FED, a fare chiarezza sul come se la passi realmente il credito del Vecchio Continente è intervenuta la stessa EBA. Nel suo risk dashboard, l’ente comunitario adibito alla regolazione del settore ha infatti spiegato che le banche europee “restano altamente redditizie, sono ben capitalizzate e mantengono una buona liquidità”. Una condizione che, per l’organismo con sede a Parigi, non solleva gli operatori dalla necessità di tenera alta la guardia sull’evoluzione del comparto nei mesi a venire. Soprattutto per quando riguarda le esposizioni all’immobiliare residenziale e commerciale.
La capitalizzazione resta alta. La liquidità anche
José Manuel Campa, presidente dell’Autorità bancaria europea
L’istituto presieduto da José Manuel Campa ha evidenziato come le banche del perimetro europeo abbiano mantenuto un CET1 ratio medio ponderato al 15,8%, inferiore di appena dieci punti percentuale al massimo storico del 15,9% registrato nel trimestre precedente e superiore di 100 punti al dato di settembre 2022. “Le attività ponderate per il rischio sono leggermente aumentate soprattutto a causa del rischio di credito”, ha aggiunto l’organismo, “ma gli indici di liquidità si sono contestualmente mantenuti su livelli elevati”: merito di condizioni di finanziamento del mercato rimaste favorevoli in scia alla capacità degli istituti di emettere, entro novembre 2023, una quantità maggiore di titoli di debito in quasi tutte le classi rispetto al passato.
Niente credit crunch. Ma attenzione ai prestiti immobiliari
Quanto al rischio credit crunch, il documento dell’Eba sottolinea come l’inasprimento degli standard creditizi osservato in tutta l’Ue non abbia finora portato a una diminuzione dei prestiti in essere a imprese e famiglie. Tuttavia, è indubbio che la crescita dei finanziamenti sia rimasta contenuta rispetto al passato. Lo testimonia lo stesso questionario di valutazione del rischio, dal quale emerge la riluttanza dell’industria ad aumentare le esposizioni. “Anche se la qualità degli asset si conferma solida”, spiega infatti l’ente, “le posizioni legate al settore immobiliareappaiono più vulnerabili poiché una quota maggiore di banche prevede un deterioramento della qualità degli attivi di questi portafogli”. Il tutto mentre la redditività si mantiene elevata, con un margine di interesse netto all’1,62% (terzo trimestre 2023) che ha permesso di raggiungere un rendimento del capitale proprio del 10,9%.
Un quadro marco in miglioramento allenterà la pressione
Quanto alle prospettive macro, l’istituzione comunitaria chiarisce che “l’attività economica europea rimane contenuta e l’incertezza è elevata” perché la risposta della politica monetaria all’inflazione sta ancora facendo il suo corso nell’economia. Ciò detto, Eba ritiene che la tendenza al ribasso del Pil europeo sia lontana dal produrre gli effetti temuti. “Il mercato del lavoro pare resistere, con tassi di disoccupazione bassi e indicatori di attività elevati”, ha detto l’ente. Che ha aggiunto: “Si prevede che la disoccupazione sarà del 6% nel 2023, rimarrà stabile nel 2024 e scenderà al 5,9% nel 2025. Inoltre, i fallimenti sono diminuiti nel terzo trimestre dell’anno, dopo essere stati in aumento nei trimestri precedenti”. Senza dimenticare l’affievolirsi delle pressioni sui prezzi, con l’inflazione media annua che dovrebbe “raggiungere il 6,5% nel 2023 e tendere ridursi al 3,5% nel 2024 e al 2,4% nel 2025”.
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