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Operazioni in calo del 41% e raccolta giù dell’87%, nonostante il +12% del mercato azionario. Male anche a livello globale (-10% e -4%). Private equity e venture capital sempre più protagonisti
Anno da dimenticare per il mercato italiano delle IPO. Dopo un 2023 in miglioramento, il 2024 passa infatti in archivio con un calo del 41% per il numero di operazioni e dell’87% per il valore raccolto. Nonostante la buona performance registrata dal mercato azionario tricolore, in crescita del 12%, hanno infatti pesato le incertezze del contesto macroeconomico e la continua volatilità connessa alle tensioni geopolitiche internazionali. È quanto rivela l’ultimo EY Global IPO Trends, stando al quale la flessione ha riguardato l’intero mercato globale, seppure in misura minore. A livello mondiale le quotazioni sono state infatti in totale 1.215 (-10%), con una raccolta di 121,2 miliardi di dollari (-4%).
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La seconda metà dell’anno ha però registrato numeri migliori rispetto alla prima, con il quarto trimestre che ha sovraperformato i tre precedenti. Un trend che lascia bene sperare per il futuro, anche nel nostro Paese. “Le prospettive per il 2025 sono cautamente ottimistiche, sia per il mercato europeo che a livello globale, con una forte pipeline di aziende di vari settori che cercano di cogliere le opportunità offerte da questa rinnovata forza del mercato e che potrebbero rappresentare uno stimolo anche per il mercato italiano”, assicura Paolo Aimino, IPO e capital markets leader di EY in Italia.
India in testa per i volumi, USA per i proventi
A livello globale, l’India per la prima volta è salita in vetta nella classifica dei volumi, quasi doppiando gli Stati Uniti e superando di due volte e mezzo l’Europa. Nel frattempo gli USA hanno recuperato il primo posto per i proventi delle IPO per la prima volta dal picco del 2021, continuando a distinguersi come il mercato più dinamico e attraente per gli investitori globali. Anche la valutazione del mercato azionario statunitense ha raggiunto livelli senza precedenti, superando tutti gli altri mercati. Inoltre, nel 2024 il 55% delle quotazioni a stelle e strisce ha riguardato emittenti esteri. Quanto alla Cina, l’inasprimento delle normative ha portato a registrare la performance più debole del decennio in termini di numero di operazioni effettuate. Male anche l’Australia, che ha affrontato il suo più forte calo di volume in oltre vent’anni. Degna di nota, invece, la Malesia che ha messo a segno il record degli ultimi diciannove anni per numero di quotazioni, grazie al maggiore interesse per le valutazioni e la liquidità.
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Più in generale, l’area Emeia (Europe, Middle East, Africa) si afferma come leader sia in termini di volume che di proventi, con 522 operazioni che hanno raccolto 53,2 miliardi di dollari. La regione ha contribuito con sei delle prime dieci maggiori offerte pubbliche iniziali, tre delle quali sostenute da private equity e venture capital. In forte ripresa le Americhe, che hanno messo a segno la più alta attività di IPO dal 2021, sia in volume che in proventi, con 205 operazioni per un totale di 33,1 miliardi di dollari. La regione Asia-Pacifico ha invece proseguito sulla sua traiettoria discendente imboccata nel 2021, registrando un calo del 35% nel numero di operazioni e del 51% nei proventi rispetto all’anno precedente, sebbene il secondo semestre abbia fatto registrare una performance migliore rispetto alla prima.
Quanto ai settori, a dominare sono stati quello della tecnologia, media e telecomunicazioni (TMT), l’industria e il comparto dei beni di consumo, con una quota combinata di circa il 60%, sia in termini di operazioni che di raccolta. Le quotazioni transfrontaliere hanno continuato ad aumentare con un totale di 113 annunci rispetto agli 83 del 2023. Principale meta restano gli Stati Uniti, mentre le operazioni di media e grande capitalizzazione hanno dimostrato una solida performance dopo la quotazione.
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Private equity e venture capital protagonisti
Spicca poi il protagonismo di private equity e venture capital. Nel 2024, la quotazione di società appartenenti a questi portafogli hanno infatti generato il 46% dei proventi totali delle IPO globali, evidenziando il contributo sostanziale di questi fondi e rafforzando il loro ruolo fondamentale nel plasmare il panorama delle quotazioni. Dei venti mega debutti dello scorso anno, dodici sono stati sostenuti da private equity, un aumento significativo rispetto ai due dello scorso anno. Inoltre, sono state completate anche 18 IPO di unicorni, la metà delle quali lanciate da società di venture capital, contro le tre del 2023.
L’attrattività dell’AI e il ruolo strategico delle criptovalute
Il report di EY sottolinea poi come attualmente nel mondo ci siano oltre 600 quotate operanti nel campo dell’intelligenza artificiale o legate ad essa. Di queste, quasi la metà è sbarcata in borsa negli ultimi quattro anni, spesso con il sostegno del venture capital, dimostrando come la quotazione possa aiutare a superare le sfide di finanziamento guidando innovazione e crescita. Non solo. Circa 60 società focalizzate sull’ AI sono attualmente in fase di completamento dell’IPO e oltre 400 ci stanno lavorando: un chiaro segnale del continuo interesse degli investitori e del supporto del venture capital per le innovazioni guidate dall’AI.
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Inoltre, l’approvazione degli exchange-traded fund di Bitcoin ed Ethereum negli Stati Uniti ha rafforzato la legittimità degli asset digitali, fornendo un maggiore accesso agli investitori istituzionali e una migliore liquidità del mercato. E guidando potenzialmente un’ondata di richieste di IPO da parte di aziende focalizzate sulle criptovalute. “Il successo di queste quotazioni, tuttavia, dipende anche dalla gestione delle sfide normative e dalla presentazione di solide strutture di conformità”, sottolinea lo studio.
Prospettive per il futuro
Guardando al futuro, sono numerosi i mega trend che stanno rimodellando il mercato globale delle IPO. Tra questi, il cambiamento delle politiche fiscali e monetarie, le tensioni geopolitiche e la catena di approvvigionamento globale, l’AI e la trasformazione digitale, le nuove priorità Esg e l’influenza della nuova amministrazione statunitense. Per gli esperti di EY, nonostante queste forze di trasformazione, il mercato rimane sulla buona strada per mettere a segno una forte performance nel 2025. Merito di un contesto economico cautamente ottimista, di politiche monetarie sempre più favorevoli e di livelli di liquidità e valutazioni più elevati. Allo stesso tempo, però, il tradizionale mercato globale delle quotazioni si sta evolvendo in ecosistemi regionali interconnessi, ma distinti, con le proprie specializzazioni settoriali e driver di crescita. “Il successo di ogni settore è sempre più influenzato dalle condizioni economiche del proprio mercato locale e dalle priorità strategiche della regione”, conclude lo studio.
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