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Il PIL gobale si attesterà al 3,3% quest’anno. Su le attese per gli States (+2,7%), limate quelle per il Vecchio Continente (+1%) e per l’Italia (+0,7%), che farà peggio della media UE. “Rischi al ribasso”
Bene Stati Uniti e Cina, male l’Europa, malissimo l’Italia. Il responso dell’ultimo World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale fotografa una crescita globale disomogenea e soprattutto gravata da pesanti incertezze geopolitiche e commerciali. Con la principale incognita che ha un nome e un cognome: Donald Trump. “I rischi a medio termine sono orientati al ribasso, mentre le prospettive a breve sono caratterizzate da rischi divergenti”, avvertono infatti gli esperti di Washington. Sottolineando come un intensificarsi delle politiche protezionistiche potrebbe esacerbare le tensioni commerciali e pesare sulla ripresa.
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Preoccupano la possibile riattivazione delle pressioni inflazionistiche, che potrebbe fermare le banche centrali, e l’incertezza sulle politiche economiche, “salita bruscamente, soprattutto sul fronte commerciale e su quello fiscale” con molti dei nuovi governi eletti nel 2024. In particolare, la politica economica di Trump potrebbe comportare dei rischi inflazionistici: i dazi e la stretta all’immigrazione previsti potrebbero infatti pesare sull’economia e acuire le pressioni sui prezzi, mentre la prevista deregolamentazione potrebbe far aumentare le vulnerabilità finanziarie. In questo contesto, avverte l’FMI è necessario instradare il debito su una traiettoria sostenibile. Il consolidamento, si legge, deve essere attentamente calibrato alle particolari condizioni che l’economia affronta: “dovrebbe essere considerevole ma graduale così da evitare di danneggiare l’attività economica. E chiaramente comunicato e credibile”.
Al rialzo le stime per USA e Cina, limate quelle per l’Europa
Per quanto riguarda le previsioni, ora il PIL americano è atteso crescere del 2,7% nel 2025 e del 2,1% nel 2026, rispettivamente 0,5 e 0,1 punti percentuali in più rispetto alle precedenti stime. Per l’Area euro la crescita è vista all’1,0% quest’anno, in accelerazione rispetto al +0,8% del 2024 ma 0,2 punti percentuali in meno rispetto al report precedente. Al ribasso anche la view per il prossimo anno, quando l’espansione dell’Eurozona dovrebbe fermarsi all’1,4%, 0,1 punti in meno rispetto a quanto annunciato a ottobre. La Cina, invece, farà meglio delle attese: +4,6% e +4,5%, rispettivamente 0,1 e 0,4 punti percentuali in più rispetto al pronostico di tre mesi fa. Per l’India è confermata la stima del 6,5% per quest’anno e il prossimo, mentre per la Russia il Pil è stato rivisto al rialzo di 0,1 punti per il 2025, all’1,4%, e confermato all’1,2% per il 2026.
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“L’economia americana opera al di sopra del suo potenziale, mentre quelle europea e cinese sotto. La divergenza fra Stati Uniti ed Europa è più dovuta a fattori strutturali e continuerà se questi non saranno affrontati”, avverte il Fondo. Sottolineando che tale divergenza fra i paesi riflette un aumento della produttività statunitense più forte che si traduce nel tempo in maggiori flussi di capitale e in un dollaro più forte.
Italia sotto la media, Europa a due velocità
Grigio il quadro italiano. La crescita tricolore dovrebbe infatti attestarsi allo 0,7% quest’anno, ovvero 0,1 punti percentuali in meno rispetto alle previsioni precedenti e sotto la media del blocco. Per il 2026, invece, la stima sale di 0,2 punti percentuali a +0,9%. Secondo il Fondo, sul Paese pesano le “sfide di medio termine” che l’economia si trova ad affrontare, ma anche l’incertezza che pesa a livello globale causata dalle politiche dei nuovi governi.
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Nonostante il risultato deludente atteso per l’Eurozona a causa della debolezza del manifatturiero, di una bassa fiducia dei consumatori e della persistenza dello shock dei prezzi energetici, spicca la performance della Spagna. La crescita di Madrid è infatti prevista al 2,3% quest’anno e all’1,8% nel 2026 (da 2,1% e 1,8%). Per la Germania, invece, dopo il -0,3% del 2023 e il -0,2% del 2024, gli economisti di Washington vedono un’espansione dello 0,3% e dell’1,1%, in calo rispettivamente di 0,5 e di 0,3 punti percentuali rispetto alla previsione di ottobre. Per la Francia attesi un +0,8% un +1,1%, in ribasso rispettivamente di 0,3 e 0,2 punti percentuali.
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