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I dati completi dell’Osservatorio Pir di Assogestioni saranno presentati e discussi nella conferenza “La nuova stagione dei Pir” al Salone del Risparmio il 10 maggio 2022 (ore 14.15). Clicca qui per iscriverti.
Nel 2021 sul mondo Pir torna un cauto ottimismo. La raccolta positiva vista sui prodotti ordinari e la buona partenza dei più giovani Pir alternativi gettano una luce nuova sulle prospettive future dei Piani individuali di risparmio.
Auspici confermati dai numeri che emergono dall’Osservatorio Pir di Assogestioni aggiornato con i dati definitivi a dicembre 2021, con i quali l’associazione conferma quanto già visto nei trimestri precedenti.
I fondi Pir ordinari tornano a raccogliere flussi di risparmio: 320 milioni – la maggior parte prodotti azionari – arrivando, con 21 miliardi di patrimonio, a rappresentare quasi il 2% delle masse totali dei fondi distribuiti in Italia.
Sempre nel 2021 i Pir alternativi hanno raccolto 1,3 miliardi e raggiunto 1,7 miliardi di dotazione patrimoniale, distribuiti su 16 prodotti censiti da Assogestioni.
La quota prevalente del patrimonio dei fondi Pir ordinari è investita in azioni italiane (10,6 miliardi) mentre alle obbligazioni corporate di emittenti domestici è destinato un investimento complessivo di circa 6 miliardi. Nella componente azionaria dei portafogli Pir è prevalente la presenza di aziende quotate nel segmento mid cap (4,7 miliardi) e FTSE Mib (4,6 miliardi). La componente obbligazionaria vede invece prevalere strumenti emessi da aziende appartenente a quest’ultimo segmento (3,9 miliardi).
Nel portafoglio azionario la quota di aziende non quotate è minoritaria (solo 76 milioni), mentre per gli strumenti di debito emessi da società non quotate gli investimenti salgono a 1,2 miliardi rappresentando la seconda scelta nei portafogli obbligazionari.
Residuale in termini assoluti ma con un peso specifico relativo rilevante è la presenza delle piccole e medie imprese appartenenti ai segmenti small cap e Euronext Growth Milan (ex AIM Italia). Difatti, l’incidenza degli investimenti Pir sul flottante dei vari segmenti è di circa il 10% per tutti i segmenti analizzati: mid cap, small cap ed Egm.
L’analisi dei portafogli dei fondi Pir mette in luce che questi prodotti hanno sistematicamente sovrappesato i titoli small cap e Egm, poco investiti dai fondi della categoria Azionario Italia non Pir-compliant che invece si concentrano in misura maggiore sui segmenti mid cap e FTSE Mib.
L’intensa attività di nuove quotazioni viste su Euronext Growth Milan nel quinquennio 2017-2021 ne è la prova più tangibile. Un dato confermato lo scorso anno: a dicembre 2021 i Pir detengono quasi il 30% degli importi afferenti a società quotatesi con Ipo nell’anno.
Leggi anche Amendola (AcomeA): “Il reshoring delle catene di fornitura favorisce le Pmi italiane”
Il dato trova conferma anche nelle caratteristiche nelle imprese italiane non FTSE Mib su cui i Pir investono. Quasi il 60% degli importi investiti dai fondi Pir nel mercato Egm è in imprese con fatturato sotto i 50 milioni; il 73% degli importi investiti fa riferimento a società con meno di 250 dipendenti.
L’Osservatorio, infine, pone un accento sui settori. Poco più del 25% degli investimenti dei Pir su imprese Egm – si legge nell’aggiornamento – è investito in società del settore tecnologico, seguono le imprese industriali con il 24% e i consumi ciclici con il 12%.
Tra gli altri segmenti azionari di Borsa che beneficiano maggiormente degli investimenti dei Pir emerge il settore industriale con il 35% degli investimenti che ricade nelle imprese dell’indice small cap e circa il 23% nei consumi ciclici del mid cap.
I dati completi dell’Osservatorio Pir di Assogestioni saranno presentati e discussi nella conferenza “La nuova stagione dei Pir” al Salone del Risparmio il 10 maggio 2022 (ore 14.15). Clicca qui per iscriverti.
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