Salute, i fondi azionari che hanno iniziato meglio il 2023
Fida ha analizzato i prodotti specializzati in salute che sono autorizzati alla vendita presso la clientela retail in Italia. Silver economy il tema dominante. E a brillare è il tricolore
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Come in ogni rivoluzione, anche sul fronte gas ci sono rischi e opportunità. La sostituzione forzata da parte dell’Europa di quasi l’80% delle forniture russe, principalmente attraverso l’acquisto di gas naturale liquefatto, sta infatti mettendo sotto pressione il bilancio del gas e rendendo più complessa la definizione delle relative politiche, ma può avvantaggiare le società del settore utility che hanno pianificato o si sono già mosse per la costruzione di infrastrutture per il Gnl.
È quanto affermano gli analisti di S&P, che stimano per per l’Unione Europea un fabbisogno di Gnl di circa 150 miliardi di metri cubi all’anno fino al 2025. Un quantitativo che corrisponde a “quasi il 65% in più rispetto ai 90 miliardi di metri cubi acquistati nel 2021”.
Proprio oggi la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha lanciato un allarme per il prossimo inverno. “La prossima stagione di riempimento (alla fine di questo inverno) sarà ancora più impegnativa”, ha avvertito, chiarendo che l’Unione dovrà affrontare tre ostacoli principali.
“La Russia potrebbe decidere di interrompere completamente le sue forniture di gas all’Europa. La capacità globale di gnl non crescerà abbastanza velocemente per colmare questa lacuna. La crescita in Asia potrebbe assorbire la maggior parte di questo Gnl aggiuntivo”, ha spiegato, affermando che a causa di questi fattori, la prossima estate l’Europa potrebbe trovarsi a corto di circa 30 miliardi di metri cubi di gas per riempire i propri stoccaggi.
In un tale contesto, come sottolineano da S&P, le aziende europee del settore dovranno anche fare i conti con un’intensa concorrenza in un mercato di venditori globali. Soprattutto con quella che viene dalla Cina.
Non solo. Per gli esperti dell’agenzia di rating Usa, le aziende del settore del gas devono anche prepararsi ad affrontare “rischi di credito” se i prezzi del Gnl dovessero andare “ben oltre l’ipotesi di base delineata, pari a 40 dollari per mmBtu (milione di unità termiche britanniche) nel 2023 e a 25 dollari negli anni successivi”. Uno scenario, questo, che potrebbe minacciare seriamente utili e liquidità.
Altra sfida possibile è poi quella che si presenterebbe nel caso in cui gli asset dovessero “arenarsi dopo il 2030 man mano che l’Europa realizza le sue ambizioni di decarbonizzazione”. Infine gli analisti si S&P vedono nuove aree di rischio anche sul fronte della la sicurezza degli approvvigionamenti. Un possibile quadro dovuto alla “dispersione degli acquisti di Gnl in Europa da pochi fornitori globali” e alle “strozzature della catena di approvvigionamento”, che potrebbero ostacolare le consegne agli utenti finali, in particolare nella Germania meridionale e nell’Europa centrale.
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