Gli investitori si aspettano che Powell resti attendista, senza chiudere la porta a ulteriori rialzi. Occhi puntati su dicembre
Più della decisione, mercoledì conteranno le parole. Gli investitori hanno infatti pochi dubbi sul fatto che la Federal Reserve sceglierà di lasciare ancora invariati i tassi Usa. L’attenzione sarà piuttosto rivolta alla conferenza stampa del presidente Jerome Powell nella speranza di intuire le future mosse del Fomc alla luce della resilienza dell’economia Usa, del balzo dei rendimenti Treasury e della debolezza dei mercati. Secondo i gestori, l’istituto centrale americano non lascerà spazio ad alcuna illusione sulla fine del ciclo di inasprimento e potrebbe anzi tenere la porta aperta a un nuovo ritocco già a dicembre.
Mercati nervosi in attesa della Fed. Parola agli esperti
Gilles Moëc, group chief economist di Axa Im
“La tenuta dell’economia statunitense sarà probabilmente al centro delle domande che verranno poste a Powell questa settimana”, osserva Gilles Moëc, Axa group chief economist and head of Axa Im Research. Dal suo punto di vista, “l’inasprimento delle condizioni finanziarie indotto dal mercato aiuterà il Fomc a rimanere in modalità di vigilanza nonostante i dati sull’economia reale siano solidi”. Non a caso, aggiunge, “contiamo che l’Employment Cost Index(Eci) per il terzo trimestre, previsto in pubblicazione prima della riunione, confermi un rallentamento dei salari”.
Erik Weisman, chief economist e portfolio manager di Mfs Im
Erik Weisman, chief economist e portfolio manager di Mfs Im, ritiene che fino a quando il mercato del lavoro non si sarà raffreddato e le pressioni inflazionistiche non saranno sufficientemente contenute, Powell continuerà a tenere sul tavolo l’opzione di nuovi rialzi dei tassi. E avverte: “Sebbene gli investitori vogliano apprendere qualcosa di nuovo sulla tempistica e sull’entità dei futuri tagli o sulla fine della stretta monetaria, è difficile che questa riunione li soddisfi”.
François Rimeu, senior strategist di La Française Am
Cautela sarà la parola d’ordine di questo meeting anche secondo il senior strategist di La Française Am, François Rimeu. Nella sua view, il presidente sottolineerà che, date le azioni restrittive del Fomc e il rapido aumento dei tassi dei Treasury a lungo termine, l’economia statunitense è destinata a rallentare nei prossimi mesi. “Tuttavia lascerà probabilmente aperta la porta a un potenziale aumento dei tassi dopo novembre, se i responsabili delle politiche vedranno ulteriori segnali di una crescita economica solida”, precisa.
Johanna Kyrklund, group chief investment officer and co-head of investment di Schroders
Lo fa notare pure Johanna Kyrklund, group chief investment officer and co-head of investment di Schroders. “Se da un lato l’inflazione negli Stati Uniti si è mossa nella giusta direzione, dall’altro una crescita sostenuta fa temere che il ciclo restrittivo non sia ancora finito”, è la sua opinione. “Inoltre, si è registrata una significativa divergenza a livello regionale”, segnala l’esperta, avvertendo che l’economia statunitense non si è ancora distesa.
Christian Hantel, portfolio manager di Vontobel, punta l’attenzione sui titoli di Stato a stelle e strisce: “Il rendimento del Treasury a dieci anni ha recentemente sfiorato la barriera del 5%, il livello più alto dal 2007”. Un rally che ha inasprito le condizioni finanziarie e dato all’istituto centrale un ulteriore motivo di pausa. A suo parere, quindi, l’irrigidimento dell’economia fa sì che le decisioni di politica monetaria stiano finalmente avendo un effetto maggiore. Tutto questo dovrebbe dunque rendere i funzionari Fed più fiduciosi nelle loro previsioni di rallentamento dell’inflazione e dell’economia statunitense.
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