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A febbraio prezzi in calo al 6% come da attese. Al 5,5% il dato core. Powell può decelerare sui tassi: +0,25% o niente ritocchi le ipotesi sul tavolo degli analisti
Rispettando le attese, l’inflazione Usa di febbraio rallenta e porta ancora un po’ di speranza sui mercati alle prese con il crack Silicon Valley Bank. Il mese scorso negli Stati Uniti i prezzi al consumo sono infatti saliti del 6% su base annua, in linea con le previsioni degli analisti, segnando il minor incremento da settembre 2021. Su base mensile, l’aumento è stato dello 0,4%, anche questo come da previsioni. L’indice core, quello depurato dei costi di cibo ed energia e ritenuto più affidabile dalla Fed, è cresciuto invece dello 0,5% rispetto a gennaio, contro le attese che vedevano un rialzo dello 0,4%. Su base annua, però, l’incremento è stato del 5,5% dal 5,6% di gennaio, il più basso dal dicembre 2021 e in linea con il consensus.
L’ipotesi ammorbidimento
Pur con un inflazione quindi ben al di sopra del target del 2%, e nonostante un dato in linea con le attese non cambi le carte in tavola, i mercati intravedono la possibilità di una riduzione del ritmo della stretta monetaria della Fed. Dopo il fallimento di Svb, l’istituto centrale Usa potrebbe infatti optare per un approccio più moderato, archiviando velocemente le dichiarazioni da falco pronunciate solo qualche giorno fa davanti al Congresso dal suo presidente Jerome Powell.
Partita complicata
La partita resta però complicata perchè il Fomc deve infatti trovare un equilibrio fra la lotta al caro prezzi e le tensioni sul mercato bancario. Alla prossima riunione del 21 e 22 marzo non è ancora chiaro come si muoverà, con alcuni analisti che scommettono su un mantenimento dello status quo, altri focalizzati su un rialzo dei tassi dello 0,25% nella convinzione che non agire invierebbe un segnale sbagliato ai mercati e chi, come Nomura, ipotizza addirittura un taglio di 25 punti base.
“Dopo le burrascose giornate appena passate, con le preoccupazioni per i rischi sistemici nel sistema bancario, i dati di oggi mostrano che l’inflazione è ancora alta e persistente”, afferma Jon Maier, cio di Global X. L’esperto fa anche notare come l’inflazione di fondo sia stata un po’ più rigida, con i beni alimentari e i servizi ancora elevati. “Tutti i segnali indicano che la prossima settimana la Fed aumenterà il tasso dei federal funds di 25 punti base. Il mercato tira un sospiro di sollievo oggi sul fronte bancario, con le banche regionali che hanno registrato forti guadagni. Il rapporto odierno è stato conforme alle aspettative, consentendo al mercato di guardare ad altri fattori”, conclude.
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