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Performance negative sia per gli aperti sia per i negoziali, con le linee azionarie maggiormente penalizzate. Pesano le attese sulla FED. Ma il bilancio da inizio anno resta positivo. L’analisi BFF
Dopo tre mesi di corsa, i fondi pensione italiani tirano il freno. Il malumore dei mercati dovuto alle attese per una Federal Reserve meno dovish ha infatti pesato sui rendimenti di aprile, che hanno registrato un calo dell’1,1% per i negoziali e dell’1,2% per gli aperti. Lo certifica la consueta analisi di BFF, stando alla quale a pagare il prezzo più alto della performance da dimenticare dei mercati sono state le linee azionarie.
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Effetto FED
Il mese scorso, la prospettiva di un rinvio del primo taglio dei tassi negli USA ha determinato un andamento negativo dei mercati obbligazionari e azionari. I prezzi dei bond sono scesi dopo che i dati congiunturali statunitensi hanno mostrato un’inattesa tenuta della crescita e un’inflazione superiore al previsto, allontanando la svolta monetaria. E dopo la corsa del primo trimestre, anche le borse hanno rallentato, risentendo dell’aumento dei rendimenti e delle incertezze sulle prossime mosse delle banche centrali.
Quasi inevitabile, quindi, per i fondi pensione il deciso calo dei comparti a maggior contenuto azionario. La maglia nera del mesa va dunque ai negoziali azionari che accusano una flessione del 2,1%. Seguono gli aperti bilanciati azionari, in calo dell’1,8%, e gli aperti azionari, in contrazione dell’1,7%.
A contenere le perdite sulle linee maggiormente investite in attività estere e, in particolare, a determinare il minor calo degli aperti azionari rispetto agli aperti bilanciati azionari, è intervenuto il rafforzamento del dollaro, che ha tratto vantaggio dai migliori differenziali sui tassi. L’unico comparto che nel mese è riuscito a portare a casa il segno più è stato quello dei fondi aperti monetari, che ha registrato un modesto allungo dello 0,1%.
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Linee azionarie saldamente intesta
Il deludente risultato di aprile pesa sulla performance dei fondi da inizio anno, che restano comunque positive. Finora i negoziali segnano un progresso complessivo dell’1,4% e gli aperti dell’1,5%. In testa si confermano i comparti azionari, che vantano un allungo del 3,9% e del 4,7% per le due tipologie. All’altro capo della classifica si piazzano invece le linee a maggior contenuto di bond, con i negoziali obbligazionari diversificati in flessione dello 0,1% e gli aperti obbligazionari in calo dello 0,8%.
Ampliando l’orizzonte agli ultimi quindici anni, il rendimento medio annuo è stato del 3,4% per i fondi negoziali e del 2,9% per quelli aperti. Anche qui, in entrambi i casi, i rendimenti più elevati sono appannaggio delle linee azionarie (+7,0% e +6,0%).
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