USA al top grazie a Meta e Alphabet. Bene Cina e India, frena l’Europa. Tra i settori dominano banche e media. Il Global Dividend Index di Janus Henderson
Nel terzo trimestre i dividendi globali hanno continuato a correre mettendo a segno un nuovo record storico. Hanno infatti toccato quota 431,1 miliardi di dollari, registrando però un aumento del 3,1%, più moderato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. A fare i conti è il Global Dividend Index di Janus Henderson, che precisa come a pesare sul trend di crescita siano stati i tagli molto consistenti da parte di sole cinque società, che hanno finto per oscurare un’espansione molto più forte in tutto il mercato.
Quasi nove società su dieci hanno aumentato i dividendi
In particolare, Evergreen Marine a Taiwan e Glencore nel Regno Unito hanno inciso per 3,4 punti percentuali: senza i loro tagli, il risultato globale sarebbe stato infatti più che doppio, pari al 6,5%, in linea con il primo semestre e con il risultato previsto per l’intero 2024. Tolti questi casi, nel periodo luglio-settembre l’aumento medio dichiarato dalle aziende è stato del 6,0%, con quasi nove società su dieci (88%) che a livello globale hanno aumentato le remunerazioni agli azionisti o le hanno mantenute invariate. E anche se il tasso di crescita è stato relativamente contenuto rispetto agli ultimi trimestri, il report sottolinea come l’aumento sottostante sia stato del 6,6% nella prima metà del 2024. Altro impatto negativo l’hanno avuto i pagamenti di dividendi speciali, insolitamente bassi, che hanno frenato il tasso di crescita nominale più del previsto. Essendo per loro natura volatili, viene precisato, queste remunerazioni vengono eliminate dai dati sottostanti. Il tasso di crescita sottostante del terzo trimestre, pari al 3,1%, è in linea con le aspettative degli analisti di Janus Henderson.
USA record. Banche e media trainano la crescita
A livello geografico, negli Stati Uniti il primo anno di dividendi di Meta e Alphabet ha dato una spinta significativa a un’espansione già forte: il 96% delle società americane ha infatti aumentato i pagamenti o li ha mantenuti invariati rispetto all’anno precedente. E la crescita a stelle e strisce ha messo a segno un allungo del 10% su base sottostante. Diverso il quadro per la regione Asia-Pacifico (escluso il Giappone) che, in un trimestre stagionalmente importante, ha registrato remunerazioni nettamente inferiori. Colpa soprattutto della debolezza di Australia, Hong Kong e Taiwan, mentre Singapore ha invertito la tendenza grazie ai forti dividendi delle sue banche. Da record, insieme a quest’ultima, anche Cina e India. La maggior parte della crescita del Dragone è derivata da Alibaba, che per la prima volta quest’anno sta distribuendo dividendi agli azionisti, mentre nel Paese indiano si è riscontrato un forte aumento di un’ampia gamma di società.
Quanto all’Europa, la crescita sottostante si è attestata al 3,9%, rivelandosi un po’ più lenta rispetto al primo semestre. Tuttavia, come fa notare Federico Pons, country head per l’Italia di Janus Henderson Investors, “la stagionalità fa sì che nella maggior parte dei Paesi i dividendi pagati nel terzo trimestre siano relativamente pochi, per cui l’impatto del terzo trimestre sul totale annuale è relativamente attenuato”. Spagna, Francia e Paesi Bassi hanno rappresentato la metà del totale pagato. Mentre in Italia, Enel ed Eni hanno registrato una crescita costante a una cifra. Dal punto di vista settoriale, a livello globale le banche e le società media hanno dato il maggior contributo alla crescita, mentre i settori minerario e dei trasporti hanno avuto l’impatto negativo più pesante.
Limate le previsioni per il 2024
Dato il livello più basso dei dividendi speciali una tantum del terzo trimestre, Janus Henderson fa poi sapere di aver ridotto leggermente le sue previsioni per il 2024, portandole a 1,73 trilioni di dollari, con un incremento nominale del 4,2% rispetto al 2023. La precedente stima prevedeva invece una crescita del 4,7%. Non cambiano invece le aspettative di una crescita sottostante del 6,4%.
“I timori che l’aumento dei tassi d’interesse possa provocare una tensione significativa sull’economia globale si sono finora rivelati fuori luogo”, sottolinea Jane Shoemake, client portfolio manager del team Global equity income di Janus Henderson. Le società hanno infatti riferito che è sempre più facile rifinanziare i debiti, che le banche sono ben capitalizzate e generano buoni rendimenti, anche se i tassi d’interesse scendono, e i crediti deteriorati restano sotto controllo. “La redditività delle aziende nella maggior parte del mondo appare solida e ciò fa si che la crescita dei dividendi possa continuare fino al 2025. I dividendi, in ogni caso, mostrano una crescita più costante rispetto agli utili nel corso del tempo, in quanto le società cercano di gestire i rapporti dei dividendi nel corso del ciclo economico”, afferma l’esperto. Chiarendo che è in questo contesto che va inquadrata la crescita apparentemente più lenta del terzo trimestre. “Rimaniamo fiduciosi che la crescita sottostante di quest’anno sarà in linea con i buoni risultati del primo semestre”, assicura.
Shoemake precisa poi come oltre un sesto della crescita sottostante di quest’anno provenga da società come Alibaba e Meta che pagano i loro primi dividendi in assoluto, dimostrando come questi settori relativamente nuovi stiano maturando e iniziando a restituire agli azionisti alcune delle ingenti quantità di liquidità che stanno accumulando. “Alphabet, ad esempio, ha 80,9 miliardi di dollari di liquidità netta a bilancio, nonostante abbia speso circa 46,7 miliardi di dollari in riacquisti di azioni e altri quasi 5 miliardi di dollari in dividendi solo nei primi nove mesi di quest’anno, il che suggerisce che c’è ancora spazio per un aumento significativo dei dividendi in futuro”, conclude.
Alessandro Tentori, CIO Europa di Axa IM, nell’outlook della società per il nuovo anno individua diversi cambi di passo: la FED potrebbe allentare la propria politica dei tagli dei tassi e le obbligazioni governative per i gestori figureranno come asset tattico, non più strategico
A dicembre i prezzi hanno rallentato al 2,5%. Giù anche il dato core e quello dei servizi. Per alcuni analisti la disinflazione è avviata e Bailey potrebbe tagliare quattro o cinque volte nel 2025. Per altri resterà cauto
Secondo gli analisti la crescita cinese rallenterà al 4,5%. Goldman Sachs: Pechino varerà decise misure di stimolo. Mirabaud: Trump 2.0 potrebbe rivelarsi meglio di Biden per il Dragone
Lemanik vede guadagni più contenuti e volatilità, ma con un risultato positivo. Per Columbia TI, il Vecchio Continente potrebbe sorprendere. Pimco e Candiam preferiscono azionario Usa e debito Ue
Indagine EY: l’80% ha attese positive. E il 30% si prepara ad effettuare investimenti per oltre 100 milioni di euro nei prossimi dodici mesi. Nel mirino i parchi commerciali
Per Alessandro Valentino di VanEck, ci sono ulteriori prospettive di crescita. E a fare da traino sarà soprattutto l'Asia. Con Trump a fornire ulteriore supporto. Ecco come cavalcare la corsa del metallo giallo
La solidità del mercato del lavoro USA rafforza l’approccio cauto della banca centrale. A dicembre creati 256.000 nuovi posti di lavoro, ben oltre le attese. Disoccupazione giù al 4,1%
Secondo gli State Street Institutional Investor Indicators, a dicembre la propensione al rischio è tornata a calare. Ma l’allocazione azionaria resta ai massimi da oltre 16 anni
Mercati sempre più preoccupati per le finanze britanniche. Per Pimco e Fidelity è ‘colpa’ del Treasury, ma l’aumento dei costi di indebitamento metterà a dura prova il governo
Secondo una survey di WisdomTree, il bisogno di diversificazione e di copertura spinge gli investitori a inserire il metallo giallo in portafoglio. Ma un'analisi mostra che la quota detenuta è troppo bassa per massimizzare i benefici
Iscriviti per ricevere gratis il magazine FocusRisparmio