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Dall’home bias all’eccesso di fiducia, gli errori cognitivi degli investitori si moltiplicano ed erodono sempre più valore. Ma Allianz GI punta a trasformare la finanza comportamentale da minaccia a opportunità con una strategia dedicata. Dal mix tra stili alla tecnologia, ecco come funziona e quali vantaggi offre
L’industria del risparmio gestito ha imparato a fare i conti con un nemico silenzioso ma insidioso: i bias comportamentali. Eccesso di fiducia, home bias, ricerca di conferme, paura delle perdite: sono scorciatoie cognitive che portano spesso gli investitori a prendere decisioni subottimali, sacrificando rendimento e aumentando i rischi. Da qui nasce l’idea di Allianz GI di trasformare la finanza comportamentale da minaccia a opportunità: creare una soluzione di investimento capace di neutralizzare gli errori più diffusi e, anzi, sfruttarli a vantaggio dei portafogli. FocusRisparmio ha raggiunto Lavinia Fattore, head of Marketing and Communication Italy della società, per approfondire l’approccio alla base della strategia in cui si concretizza questa filosofia: Best Styles.
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Perché la finanza comportamentale è così cruciale per gli investitori di oggi?
Viviamo in un contesto di forte complessità: i mercati cambiano rapidamente e le informazioni disponibili sono tantissime. Questo spinge gli investitori a ricorrere a scorciatoie mentali che, inconsapevolmente, possono compromettere i risultati. Pensiamo all’home bias, cioè alla tendenza a privilegiare gli asset domestici, o alla paura di realizzare perdite, che porta a vendere troppo tardi o a non comprare affatto. Da questa prospettiva, la finanza comportamentale non è quindi un mero tema accademico ma una chiave per leggere e migliorare i comportamenti reali degli investitori.
Quali sono i bias più diffusi che osservate tra i clienti?
Il più comune è l’eccesso di fiducia: molti ritengono di poter “battere il mercato” con intuizioni personali, quando in realtà i dati mostrano il contrario. Un altro bias molto frequente è quello di conferma: si cercano solo le informazioni che rafforzano convinzioni preesistenti, ignorando segnali contrari. C’è poi l’avversione alle perdite, che porta a essere più sensibili alle uscite anziché ai guadagni equivalenti. Tutti questi fattori, se non gestiti, erodono valore nel tempo.
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In che modo questi errori si traducono in rischi per i portafogli?
Prendiamo il caso dell’home bias: indirizzando troppo capitale verso asset del Paese, si rinuncia ai benefici della diversificazione globale. Oppure l’eccesso di fiducia: porta a concentrare eccessivamente i portafogli su pochi titoli ‘preferiti’. Così facendo, l’investitore si espone a volatilità e rischi non necessari. In sintesi, i bias comportamentali fanno sì che i portafogli reali siano spesso caratterizzati da minor efficienza rispetto a quanto la teoria e i modelli suggerirebbero.
Qual è la risposta che proponete con la strategia Best Styles?
La nostra idea è stata quella di costruire un approccio che integra più stili di investimento, allo scopo di catturare in modo sistematico i premi al rischio che ciascuno di essi può offrire. Nessuno stile, tuttavia, performa sempre in modo positivo durante tutte le fasi del ciclo economico: per questo Best Styles combina in modo disciplinato value, quality, momentum e growth in favore di una diversificazione strutturale che li rende adatti ad affrontare i diversi contesti di mercato. L’obiettivo è semplice: trasformare in metodo quello che spesso gli investitori fanno in maniera istintiva e disordinata, riducendo l’impatto dei bias e restituendo portafogli più robusti.
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In che modo la tecnologia aiuta in questa missione?
Abbiamo a disposizione potenza di calcolo e dataset senza precedenti. Grazie all’intelligenza artificiale e agli strumenti di machine learning, possiamo attingere a fonti in continua espansione e analizzare miliardi di dati che sono impossibili da processare in modo efficiente per un essere umano. Il nostro approccio, che definiamo ‘man and machine’, ci permette di costruire portafogli che non dipendono dalle emozioni ma si basano su evidenze oggettive. È un modo per bilanciare la componente umana, inevitabilmente soggetta a errori cognitivi, con quella scientifica.
Quali benefici concreti offre Best Styles a un investitore?
La possibilità di accedere a una soluzione azionaria sistematica ma anche diversificata e disciplinata, caratterizzata da un basso tracking error. Una strategia che, in oltre 25 anni di storia, ha dimostrato la capacità di navigare scenari in continua evoluzione e di generare extra-rendimento nei diversi contesti di mercato. C’è poi un beneficio psicologico: sapere che si sta adottando un processo sistematico aiuta gli investitori a rimanere disciplinati anche nei momenti di volatilità.
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Dove si colloca questa strategia nel quadro più ampio delle soluzioni di investimento?
Best Styles è pensata per essere un pilastro di portafoglio di lungo termine. Può rappresentare un’esposizione core, su cui innestare poi soluzioni tematiche o più tattiche. In sostanza, consente di costruire fondamenta solide ed efficienti, da cui sviluppare l’allocazione complessiva. In un mondo in cui la finanza comportamentale condiziona ogni scelta, trasformare i bias da limite a leva competitiva è la sfida e l’opportunità che ci siamo posti.
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