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Nonostante i tassi in calo, l’agenzia stima maggiore incertezza per l’asset class. Ma l’outlook resta stabile grazie a una serie di fattori
Circa 140 miliardi di euro. A tanto si attesterà nel 2025, secondo S&P, l’emissione di covered bond europei benchmark. Dopo il record del 2023, quest’anno le cifre si sono mantenute sui livelli massimi, pur avendo registrato un calo del 15% a 145 miliardi. Tuttavia i fattori che sostengono la nuova offerta appaiono ora meno solidi. I rimborsi programmati restano infatti invariati, i depositi bancari mostrano segni di ripresa e la domanda di credito rimane debole. Tutte condizioni che probabilmente spingeranno gli istituti a sfruttare meno questi strumenti nei prossimi dodici mesi, mantenendo stabile l’offerta, che resta comunque superiore alla media degli ultimi dieci anni. Intanto, secondo gli analisti dell’agenzia statunitense, l’outlook sui rating di queste obbligazioni garantite rimane stabile. Merito dell’ampio supporto creditizio disponibile per la maggior parte dei progetti oggetto di giudizio e della presenza di spazi inutilizzati nei rating: entrambi elementi che riducono il rischio di declassamenti.
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I tassi sosterranno le performance ma sale l’incertezza
Gli esperti di S&P sottolineano che con tutta probabilità i tassi più bassi sosterranno la performance degli asset e dei covered bond, ma avvertono che il lungo periodo di stabilità nelle previsioni macroeconomiche potrebbe volgere al termine. A pesare ci sono infatti le decisioni in arrivo all’inizio del prossimo anno da parte dei nuovi leader di Stati Uniti, UE e Germania su temi come dazi, difesa e spesa pubblica: tali scelte potrebbero ridefinire le prospettive economiche. Nel suo scenario di base, l’agenzia di rating prevede che il PIL dell’Eurozona cresca dell’1,2% nei prossimi dodici mesi, con l’espansione tedesca che dovrebbe rivelarsi inferiore rispetto a quella dei suoi pari europei, mentre la Spagna continuerà a sovraperformare. Inoltre, l’inflazione dovrebbe scendere al 2,1% e la Banca centrale europea dovrebbe ridurre i tassi al 2,5% prima della metà dell’anno.
E c’è il rischio di ulteriore deterioramento
Il report mette poi in evidenza come la correzione dei prezzi delle case e l’aumento dei redditi abbiano riportato l’accessibilità ai livelli del 2015. Intanto, i tassi ipotecari più alti per un periodo prolungato continuano ad avere un impatto sulla performance dei mutui residenziali, che tuttavia rimane solida grazie a mercati del lavoro robusti. Per gli analisti, di qui in avanti la riduzione del costo del denaro e il ritorno alla crescita limiteranno il rischio di un ulteriore deterioramento.
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Il rebus immobiliare
Intanto, resta il fatto che tassi di interesse elevati, e-commerce e lavoro da remoto hanno generato pressioni senza precedenti sul settore immobiliare commerciale europeo. E alcuni comparti stanno ora affrontando cali di valore di mercato superiori a quelli registrati durante la crisi finanziaria globale. Tuttavia, precisano da S&P, nonostante la performance complessiva degli asset immobiliari commerciali dovrebbe rimanere debole nel 2025, “la disponibilità di significative riserve di credito in eccesso resta un punto di forza chiave per i progetti oggetto di rating”.
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