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A dirlo sono gli stessi investitori la cui opinione è stata raccolta da Cerulli Associates. Nel sondaggio sulle intenzioni di investimento, il 36,6% degli investitori risponde di volerne aumentare il peso in portafoglio nei prossimi 12-24 mesi
Gli asset alternativi guadagnano sempre più spazio all’interno dei portafogli degli investitori, specialmente quelli altamente patrimonializzati e gli istituzionali.
A dirlo sono gli stessi investitori la cui opinione è stata raccolta dalla società di consulenza e ricerca Cerulli Associates e messa nero su bianco nel report mensile di agosto, dedicato specificatamente agli investimenti alternativi nel mondo.
Gli asset alternativi nei portafogli degli investitori europei
Fonte: The Cerulli Edge-Global Edition, August 2021 Issue.
Nel sondaggio sulle intenzioni di investimento, gli istituzionali interpellati da Cerulli prediligono le infrastrutture – il 36,6% risponde di volerne aumentare il peso in portafoglio nei prossimi 12-24 mesi – seguite dal private equity e dal private debt.
Ma il capitale di rischio di aziende non quotate è già l’opzione più gettonata: il 56% degli investitori ne detiene fra l’1 e il 5% del portafoglio, per il 26% questa porzione sale nel range 6-10%. In entrambi i casi sono le percentuali più alte.
Tornano a farsi largo le strategie hedge, sbilanciate però verso profili di rischio molto aggressivi (un 3% risponde di avere fra il 16 e il 20% del portafoglio su queste posizioni).
“L’interesse verso gli investimenti infrastrutturali è guidato dagli enormi sforzi fiscali che i governi stanno conducendo per stimolare la crescita”, analizza il report. Secondo gli analisti la crescente attenzione del mercato verso i temi delle infrastrutture sostenibili e digitali rappresenterà un grande driver per la domanda di questi investimenti.
È un trend globale – osservano gli analisti di Cerulli – ma sul quale l’Europa ha in breve assunto un ruolo di leadership e guida. “Tanti asset manager hanno cavalcato l’onda lanciando fondi e strategie focalizzati specificatamente sulle infrastrutture e altri lo faranno in futuro”, conclude il report.
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