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Il country head Italia della casa di gestione svizzera analizza contesto di investimento e dinamiche distributive. Gestione attiva, orizzonte temporale e diversificazione le parole d’ordine del manager per affrontare il secondo semestre 2023
L’Italia rappresenta per Vontobel un mercato strategico che vale il 6% delle masse complessivamente gestite. “Il nostro apporto come Paese va ben oltre i numeri”, specifica però Matteo Villani, head of asset management Italy della casa di gestione svizzera. “Da un punto di vista di dinamiche distributive e rapporti con gli investitori, il contesto italiano si dimostra altamente innovativo con, ad esempio, il concetto di partnership che si è sviluppato molto prima che altrove”.
Un’avanguardia che però, come qualsiasi altra geografia, affronta un contesto di investimento ad alto tasso di complessità e un dato sugli andamenti annuali di indici e prodotti fermo ad un 2022 in cui tutte le asset class sono scese in modo indifferenziato.
Matteo Villani, head of asset management Italy di Vontobel AM
L’analisi del primo semestre
“Lo scorso anno è stato caratterizzato da un grande derisking di portafoglio, in particolare per quanto riguarda il segmento dei fund buyer. Il 2023 è iniziato quindi all’insegna di portafogli caratterizzati da una posizione neutrale e corti di duration, con grossi timori di rallentamento economico derivante dalla lotta delle banche centrali all’inflazione”.
Una situazione di stallo, quella descritta da Villani, che ha visto e vede le case di gestione fronteggiare variabili macroeconomiche che inviano segnali contrastanti e un sentiment differenziato per categoria di investitore.
“Il mercato retail si è presto reso conto della mutata situazione dei tassi e del ritorno dei rendimenti sull’obbligazionario”, afferma il manager. “Per gli intermediari questa consapevolezza si è tramutata in un’occasione di fare raccolta, anche se prevalentemente al di fuori del gestito”. La corsa dell’amministrato e i volumi di ordini su singole emissioni, non solo di titoli di Stato, sono sotto gli occhi di tutti gli operatori del settore. “Questo certifica, da un lato l’effettiva presenza di liquidità disponibile nel sistema, e dall’altro una focalizzazione sul tema tasso che si estende anche agli investitori istituzionali”, spiega Villani.
“Fondi pensione e casse di previdenza hanno dovuto vedere al rialzo i loro obiettivi di rendimento di lungo termine a fronte dell’aumento dell’inflazione. Un’esigenza che hanno unito al ritorno dell’obbligazionario come spazio investibile grazie al credito globale, segmento in cui si può trovare ancora uno spread interessante rispetto ai governativi”, specifica.
A cambiare il quadro di investimento, questa volta in particolare per quanto riguarda il segmento wholesale, è stata la sorpresa dell’ottimo andamento dell’azionario nel primo trimestre del 2023, in controtendenza rispetto ai timori di inizio anno. “L’interesse è tornato in particolare sull’equity americano e su posizionamenti globali incentrati sul fattore quality, con richiesta di uno stile attivo di gestione. L’investitore si rende conto che per trasformare l’incertezza in opportunità non è sufficiente cercare di cogliere il beta di mercato”.
Azionario globale per quanto riguarda i segmenti retail e wholesale e credito globale per quanto riguarda gli istituzionali sono i due maggiori contributori della raccolta positiva di Vontobel AM in Italia da inizio anno, rivela Villani, segnalando inoltre l’attenzione in ripresa in modo trasversale sul tema intelligenza artificiale.
Che cosa manca?
“Il tema di domani è certamente il multi-asset”, dichiara il country head Italia di Vontobel AM. “Devono ancora arrivare dati più completi e chiari dai mercati per vedere un ritorno degli investitori sull’asset class e dovrà attenuarsi l’effetto psicologico della mancata diversificazione offerta da questi prodotti nel 2022, ma c’è un gap di analisi su quanto successo nell’ultimo anno e mezzo che porta ad un’uscita da questi prodotti non sempre correttamente motivata”, aggiunge.
Il manager si riferisce in particolare all’analisi delle serie storiche che suggeriscono l’alta probabilità di un ritorno della decorrelazione di bond ed equity in uno scenario di alta inflazione. “Oggi un’esposizione multi-asset ha senso qualsiasi sia la view sull’andamento complessivo dei mercati. Questo perché in caso di mercati in rialzo si può partecipare alla crescita azionaria beneficiando, inoltre, del rendimento incorporato dalla componente tasso data dall’obbligazionario, fattore chiave anche in caso di andamento laterale. Se sarà recessione, infine, ci si può aspettare ragionevolmente banche centrali propense a un taglio dei tassi che andrebbe ad aumentare le valutazioni dei bond in portafoglio con uno yield che si aggiungerebbe a quello già incorporato”.
Un problema di approccio
“In Italia viviamo ancora, in particolare lato retail, una dicotomia azionario-obbligazionario che non fa bene ai portafogli”, spiega Villani entrando nello specifico delle scelte di investimento dei clienti. “Un approccio un po’ semplicistico fatto di titoli di Stato, puri o assemblati in veicoli, con un’aggiunta di un tema di investimento con una componente più alta di rischio. Sarebbe utile arrivare a una consapevolezza maggiore della relazione tra investimento e orizzonte temporale, così come a una analisi più completa delle opportunità offerte dall’ampio spettro delle asset class”. Un’attenzione quindi a pianificazione e diversificazione, che sono tipiche dell’investitore istituzionale e alle quali, secondo Villani, devono e possono tendere gli investitori al dettaglio.
È sul segmento dei fund buyer che il country head di Vontobel AM esprime una particolare preoccupazione per uno schiacciamento dell’orizzonte temporale determinato da dinamiche di relazione sulla performance che difficilmente guardano oltre i tre mesi “con un concreto pericolo di limitarsi a scelte tattiche”.
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