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Italia e Germania in recessione nel 2023. Crescita in frenata per Eurozona, Usa e Cina. “La crisi energetica non è uno shock transitorio”. Dimon (Jp Morgan): Stati Uniti in recessione tra 6-9 mesi
“Nubi di tempesta si addensano sull’economia globale”, su cui gravano rischi al ribasso. Anche il Fondo monetario internazionale vede nero e, pur confermando la crescita del 2022 al +3,2%, nell’aggiornamento del World economic outlook modifica al ribasso quella del 2023, al 2,7%, lo 0,2% in meno rispetto alle stime di luglio.
Per gli economisti dell’Fmi oltre un terzo dell’economia globale si contrarrà il prossimo anno, con Italia e Germania che entreranno in recessione, mentre le tre maggiori economie, Usa, Cina e Unione Europea, continueranno lo stallo. “In breve, il peggio deve ancora venire e per molti il 2023 sarà avvertito come recessione”, evidenzia il capo economista Pierre-Olivier Gourinchas, sottolineando come l’invasione della Russia continua a destabilizzare con forza l’economia globale.
Eurozona in frenata nel 2023: la crisi energetica non è transitoria
Per quanto riguarda l’Area euro, il Fondo mette in guardia soprattutto sulla crisi energetica. “Non si tratta di uno shock transitorio. Il riallineamento delle forniture energetiche in seguito alla guerra della Russia in Ucraina è ampio e permanente. L’inverno 2022 sarà difficile per l’Europa, ma quello del 2023 sarà probabilmente peggio”, avverte Gourinchas.
Anche alla luce di questo, le previsioni vedono quindi l’Eurozona crescere più degli Stati Uniti nel 2022, ma poi frenare in modo più deciso il prossimo anno. L’Fmi stima un Pil in aumento del 3,1% nel 2022, ovvero 0,5 punti percentuali in più su luglio, mentre la crescita americana si fermerà all’1,6% (-0,7 punti). Nel 2023, invece, la situazione si invertirà: il Pil a stelle e strisce crescerà dell’1,0% (invariato rispetto a luglio), mentre Eurolandia si fermerà al +0,5% (-0,7 punti).
In particolare sono viste rallentare sia la Germania che la Francia. Nel 2023, il Pil tedesco si contrarrà dello 0,3% (-1,1 punti percentuali rispetto alle previsioni di luglio) dopo aver segnato un +1,5% nel 2022 (+0,3 punti). Parigi invece è attesa crescere del 2,5% quest’anno (+0,2 punti) e dello 0,7% il prossimo (-0,3). In frenata anche la Spagna e la Gran Bretagna: l’economia britannica crescerà dello 0,3% nel 2023 (-0,2 punti) e quella spagnola dell’1,2% (-0,8).
Per l’Italia Pil 2022 in rialzo, ma nel 2023 sarà recessione
Quanto all’Italia, gli economisti dell’Fmi hanno rivisto al rialzo la crescita di quest’anno, con il nostro Paese che farà meglio di Francia e Germania. Dopo il +6,6% del 2021, il Pil è atteso salire del 3,2%, ovvero 0,2 punti percentuali in più rispetto alle stime di luglio (+0,9 punti rispetto a quelle di aprile). Per il 2023 invece le previsioni si fanno più nere con taglio di 0,9 punti percentuali (-1,9 punti su aprile) che si traduce in una contrazione dell’economia dello 0,2%.
Quanto al debito pubblico, questo è atteso calare dal 150,9% del Pil nel 2021 al 147,2% nel 2022 e al 147,1% del 2023 (142,5% nel 2027). Stimato in riduzione anche il deficit: scenderà al 5,4% quest’anno dal 7,2% del 2021, per poi diminuire ulteriormente al 3,9% nel 2023 (3,0% nel 2027). Giù anche il tasso di disoccupazione, all’8,8% nel 2022 dal 9,5% del 2021, con la disoccupazione che aumenterà il prossimo anno al 9,4%. Nell’area euro il tasso di disoccupazione è previsto in calo al 6,8% nel 2022 dal 7,7% del 2021, mentre nel 2023 si attesterà al 7,0%.
Rallenta la Cina, Mosca migliora
Nubi anche per la Cina. Dopo il +8,1% del 2021, il Pil del Dragone è atteso crescere quest’anno del 3,2% e il prossimo del 4,4%, rispettivamente 0,1 e 0,2 punti percentuali meno delle stime di luglio (-1,2 e -0,7 punti su aprile).
Al rialzo, invece, le stime sulla Russia, la cui economia si contrae meno delle attese nonostante il -21,8% del secondo trimestre. Il Pil di Mosca è infatti atteso calare del 3,4% nel 2022 e del 2,3% nel 2023, in miglioramento rispetto al -6% e al -3,5% stimato in precedenza.
Dimon (Jp Morgan): Usa in recessione tra sei-nove mesi
Di uragano economico aveva parlato a giugno anche Jamie Dimon, ceo di Jp Morgan, che ora torna a ripetere come la recessione sia ormai alle porte, affermando che nel giro di sei-nove mesi l’economia globale comincerà a contrarsi.
“Siamo in presenza di un’elevata inflazione. I tassi di interesse stanno salendo più di quanto ci si aspettasse e saliranno ancora. C’e’ una politica restrittiva che non abbiamo mai avuto prima e gli effetti di tutto ciò sono sconosciuti. Poi c’è la guerra. Stiamo parlando di cose molto serie che, a mio avviso, spingeranno probabilmente gli Stati Uniti e tutto il mondo in recessione. L’Europa è già in recessione e gli Stati Uniti ci entreranno probabilmente entro sei-nove mesi”, ha detto il manager alla Cbs, puntualizzando che la Fed ha aspettato troppo a lungo prima di intervenire, facendo troppo poco. “La politica restrittiva sarebbe dovuta iniziare prima. Adesso sta recuperando terreno edu chiaramente molto motivata nel farlo”, ha sottolineato, aggiungendo che l’S&P 500 potrebbe perdere “facilmente un altro 20%”.
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