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Osservatorio Anima: cresce l’ottimismo sulla situazione del Paese e l’avversione al rischio cala ai minimi. Aumenta il risparmio e la ricerca di rendimenti interessanti, ma senza illusioni
La fiducia nella situazione del Paese continua a migliorare e gli italiani tornano sui mercati. Mentre continua ad aumentare il risparmio, cresce infatti anche la propensione al rischio e si delinea una predilezione per i prodotti finanziari, che ora battono persino il sempre amato mattone. A tratteggiare il quadro è l’edizione primaverile dell’Osservatorio Anima 2024, da cui emerge come i risparmiatori siano tutt’altro che sprovveduti e abbiano una visione molto lucida riguardo i possibili rendimenti, senza troppe illusioni, oltre a una particolare attenzione alla sostenibilità.
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Aumenta l’ottimismo
L’indagine, condotta in collaborazione con Eumetra e Dogma Research, ha coinvolto un campione di oltre mille adulti “bancarizzati”, di cui la metà anche investitore, rappresentativo di circa 35 milioni di italiani. La prima evidenza riguarda la fiducia: il sentiment sulla situazione del Paese persevera nel suo trend crescente emerso dalle ultime rilevazioni. Basti pensare che il 23% dei bancarizzati e il 30% degli investitori ritiene che l’Italia si trovi in una posizione migliore rispetto a un anno fa, contro il 19% e il 26% della precedente indagine autunnale. Quanto al futuro, la prudenza prevale, ma anche in questo caso l’ottimismo sta crescendo: il 22% dei primi e il 29% dei secondi si aspetta un miglioramento della situazione nei prossimi dodici mesi, in aumento di un punto percentuale per entrambe le categorie. Resta ovviamente il grande problema dell’inflazione, che per l’85% e l’82% continua ad essere un cruccio.
Più risparmi, più propensione al rischio, più prodotti finanziari
Nonostante l’aumento dei prezzi, le famiglie che risparmiano sono tornate comunque ad aumentare: i bancarizzati che riescono ad accantonare con costanza sono passati dal 53% al 57%, mentre fra gli investitori questo dato sale dal 72% al 77%. Fiducia e risparmi fanno sì che tra gli italiani crolli ai minimi l’avversione al rischio. Sul totale del campione, infatti, la percentuale di chi pensa che non sia un buon momento per puntare sui mercati finanziari cala dal 52% al 45%. Ma soprattutto continua a ridursi la percentuale di chi è convinto che non sia “per nulla” un buon momento per investire: dal 34% di marzo 2022 questo dato si è più che dimezzato, fino ad arrivare all’attuale 16%.
In questo contesto, le scelte in materia di investimenti vedono crescere il numero di chi preferisce i prodotti finanziari, che diventano la prima opzione per il 55% dei bancarizzati e per il 74% degli investitori (a settembre il dato era rispettivamente del 52% e del 73%). Una predilezione che appunto batte quella per gli immobili, saldi comunque al secondo posto nonostante le preferenze in calo. Chiude il podio la liquidità.
In cerca di rendimenti, ma realisti
Fra gli investitori, è poi degno di nota il contemporaneo aumento della ricerca di rendimenti interessanti (una priorità per il 20%, contro il 14% di settembre) e il calo di chi assegna maggiore importanza alla protezione del capitale investito, in diminuzione dal 27% al 22%. Inoltre, segnala il report, da tre rilevazioni consecutive sono sempre di più coloro che si dicono molto o abbastanza soddisfatto dei propri prodotti di investimento: fra gli investitori si è passati dal 48% di marzo 2023 al 58% attuale. Quanto ai rendimenti attesi nei prossimi cinque anni, questo campione non si dimostra però troppo ottimista: il 24% prevede un ritorno nullo o addirittura negativo, il 69% positivo ma inferiore al 5%. E solo il 7% un rendimento ancora superiore.
Attenzione alla sostenibilità
Infine, dall’Osservatorio emerge come gli italiani siano tornati ad assegnare più rilevanza alle decisioni di consumo sostenibili e a basso impatto socio-ambientale, come dimostra la crescita di chi ritiene queste scelte “molto” o “abbastanza” importanti, in aumento dall’80% all’84% fra i bancarizzati e dall’85% all’86% fra gli investitori. In particolare, di fronte alla scelta fra sostenibilità e rendimento finanziario, per la prima volta le percentuali di bancarizzati che privilegiano l’una o l’altra opzione arrivano quasi ad equivalersi: il 49% assegna maggior importanza alla prima, mentre il 51% al secondo. Si tratta di un trend di riequilibrio che prosegue con una certa costanza da almeno due anni: nel marzo 2022, il 26% dava più peso al rendimento, contro il 74% di chi invece affermava di preferire la sostenibilità.
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