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Il risparmio gestito italiano fatica a scrollarsi di dosso le dinamiche di finanza comportamentale che hanno iniziato a manifestarsi dallo scoppio della pandemia e poi si sono acuite con l’invasione russa dell’Ucraina. Dopo nove mesi di patrimonio in crescita ma flussi negativi, l’industria ha infatti rivissuto lo stesso film anche nell’ultimo trimestre del 2023: le masse sono salite da 2.223 a 2.338 miliardi di euro, mentre i nuovi riscatti superavano quota 15 miliardi e aggiornavano il totale da inizio anno a 49,5 miliardi. A certificare il fenomeno è l’ultima Mappa Trimestrale di Assogestioni, che tira le somme di una stagione in cui l’inflazione ha colpito le tasche delle famiglie e indirizzato un’ampia fetta di risorse verso il risparmio amministrato o i titoli di Stato. Ma un dato controcorrente c’è: i fondi obbligazionari sono riusciti a raccogliere oltre 24 miliardi di euro. Ed è proprio da qui che gli asset manager si dicono pronti a ripartire, pur nella convinzione che l’evoluzione del quadro macro imporrà di ampliare l’offerta di soluzioni per catturare la (tanta) liquidità rimasta nel cassetto.
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A tracciare il bilancio di ottobre-dicembre è stato il consueto talk ‘The Big Picture’, un format di FR|Vision pensato per sottoporre i numeri dell’industria agli stessi asset manager che ne sono stati protagonisti. Partendo dalle gestioni di portafoglio, arrivate a 1.095 miliardi di patrimonio ma con deflussi trimestrali di 9 miliardi in scia alla débâcle dei prodotti assicurativi, l’attenzione degli ospiti del programma si è presto focalizzata sugli strumenti a maggiore partecipazione retail: i fondi aperti, che …
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