Davanti al Senato USA, il presidente ribadisce che l’economia è forte e l’inflazione elevata. E spiega che il tasso neutrale è ormai aumentato “in modo significativo”
Jerome Powell, presidente della Fed
La Federal Reserve non ha intenzione di abbandonare la strada della cautela. L’inflazione resta elevata, l’economia è solida e “non c’è alcuna fretta di tagliare i tassi di interesse”. A ribadirlo in audizione davanti alla Commissione bancaria del Senato degli Stati Uniti è stato lo stesso presidente Jerome Powell che, a due settimane dalla pausa decisa dal Fomc, non modifica di un millimetro la posizione dell’istituto centrale. Sottolineando, anzi, che la politica monetaria è “ben posizionata” per far fronte a rischi e incertezze.
“Con la nostra politica significativamente meno restrittiva e con l’economia che resta forte, non abbiamo alcuna fretta”, ha detto Powell. “Sappiamo che allentare troppo o troppo velocemente potrebbe mettere a rischio i progressi sull’inflazione. Allo stesso tempo sappiamo che un allentamento troppo lento potrebbe indebolire l’attività economica e l’occupazione”, ha aggiunto. Precisando che le aspettative sui prezzi “sembrano restare ben ancorate” e ribadendo l’approccio flessibile della politica monetaria, che saprà adattarsi se necessario. Detto questo, però, Powell ha avvertito che il tasso di interesse neutrale, cioè quello che non stimola né frena l’economia, definito “molto molto basso prima della pandemia”, è ora “aumentato in modo significativo”.
Economia forte e inflazione elevata
Quanto all’economia USA, il numero uno della Fed l’ha definita “forte nel complesso”, rimarcando i “significativi progressi” messi a segno negli ultimi due anni. “Gli indicatori recenti suggeriscono che l’attività ha continuato a espandersi a un ritmo sostenuto. Il PIL è aumentato del 2,5% nel 2024, sostenuto dalla resilienza dei consumi”, ha aggiunto. Nel frattempo, sempre negli ultimi due anni, il carovita è “diminuito significativamente”, ma rimane “piuttosto elevato rispetto al nostro obiettivo a lungo termine del 2%”. Anche per il mercato del lavoro “le condizioni rimangono solide e sembrano essersi stabilizzate”, ha spiegato Powell. Chiarendo che un’ampia serie di indicatori “suggerisce come le condizioni siano sostanzialmente in equilibrio” e che “non si tratti di una fonte di significative pressioni inflazionistiche”.
Infine, interrogato su Trump e sulle sue politiche commerciali, Powell ancora una volta non ha risposto, limitandosi dire che non spetta alla Fed occuparsene. Semmai, ha chiarito, il compito dell’istituto è quello di reagire in modo ponderato e ragionevole a tali politiche. Nessuna risposta anche su un possibile scontro con la Casa Bianca e sulla volontà di Trump di sostituirlo: “La legge non consente” al presidente degli Stati Uniti di rimuovere un membro del board della Fed, ha rimarcato.
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