FocusRisparmio | Nov – Dic 2024
Trend socio-demografici, geopolitica e sostenibilità cambiano le prospettive di investimento. Educazione, pianificazione e previdenza per affrontare le sfide inedite del domani
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Gli italiani vogliono investire e guadagnare ma, troppo spesso, non hanno sufficienti competenze per farlo. E il problema maggiore è che ne sono consapevoli solo in parte. Il risultato? Un tesoro di oltre 1.600 miliardi di euro fermo tra contanti e conti corrente, continuamente intaccato dall’inflazione galoppante. Perché non è sempre chiaro che lasciare il denaro sotto il materasso abbia un costo, anche salato considerando l’attuale ascesa del costo della vita. Il fatto è che, nonostante la pletora di informazioni reperibili online, i contenuti non sempre sono ritenuti adeguati per intercettare quella fascia di popolazione che non dispone di competenze minime per comprenderli e, magari, non è disposta a spendere più di una manciata di minuti prima di passare al video successivo, cercando soluzioni pratiche e operative che possano risolvere, rapidamente, i problemi della vita senza passare dai massimi sistemi. I boomer restano così aggrappati all’idea che il conto corrente rappresenti il porto sicuro in un mare in tempesta, mentre la generazione Z cresciuta chiusa in casa tra un lockdown e l’altro, insegue il miraggio di guadagni facili investendo senza paracadute su strumenti finanziari, che spesso non comprende a fondo, dopo aver sperimentato l’accesso semplificato a piattaforme a commissioni zero.
È questo lo scenario che si è evidenziato nelle diverse indagini presentate nel corso di ottobre, mese in cui si è celebrata la quinta edizione del mese all’educazione finanziaria dedicata quest’anno al tema “Costruisci oggi quello che conta per il tuo futuro”. Ma tutto questo rappresenta anche una sfida per gli interlocutori istituzionali e dell’industria finanziaria: trovare i mezzi migliori per alfabetizzare i cittadini è un’occasione per trasformare i risparmiatori in investitori e aumentare il benessere collettivo.
Secondo l’Osservatorio Flowe sull’educazione finanziaria in Italia realizzato con Astraricerche e un team di psicologi dell’università Cattolica di Milano, l’86% degli italiani ha difficoltà a gestire le proprie finanze, mancano fiducia (per il 34,6%), conoscenze (per il 27,8%) e sicurezza (per il 20%), senza considerare che, sottoposti a test di conoscenze generali in materia finanziaria, il 27,8% degli intervistati ha dimostrato una conoscenza nulla o molto bassa. Eppure, secondo un recente rapporto Ipsos per FEduF, solo il 21% degli italiani ritiene che le competenze di economia essenziali per agire in modo responsabile e fare scelte consapevoli. Anche l’Edufin Index, osservatorio di Alleanza Assicurazioni, Fondazione Gasbarri e SDA Bocconi, che ha riscontrato sul tema una preparazione insufficiente da parte degli italiani che hanno ottenuto un risultato di 55 su cento, quando la sufficienza è fissata a 60 su cento, mostrando peraltro una percezione del rischio non adeguata (con un punteggio di 47 su cento). L’Edufin Index analizza, su una scala da 1 a 100 l’Awareness Index, ovvero quanto gli italiani sanno e come si valutano (che tocca quota 51 su 100), e dall’altro il Behavioural Index, ovvero come si comportano con le proprie finanze (che tocca i 58 punti su 100). Edufin Index 2022 “mostra quanto l’educazione finanziaria e assicurativa possa essere una leva per promuovere equità sociale e benessere”, ha commentato in merito Davide Passero, ad di Alleanza Assicurazioni e country chief marketing & product officer di Generali Italia.
Il percorso è lungo e accidentato. Ma il clima sta cambiando. Lo dimostrano i numeri vantati da Poste Italiane nella partecipazione a due webinair organizzati a ottobre. Più di trecento persone si sono collegate per capirne di più in tema di risparmi, investimenti e passaggio generazionale. Non solo. “L’Osservatorio internazionale EduFin 2022: la finanza secondo le nuove generazioni”, ricerca realizzata da Pictet AM sotto la direzione di Nicola Ronchetti, fondatore e ad di Finer, Finance Explor, ha evidenziato come l’interesse per la finanza sia aumentato in modo significativo nel corso del 2022 raggiungendo il 35% degli intervistati rispetto al 27% registrato nel 2021 con una predominanza di uomini (49%) e, a livello generazionale, di baby boomer (il 51%) , mentre il 66% degli studenti delle superiori, pur confermando di avere una bassa formazione finanziaria, si dice desideroso di incrementarla. Il problema, secondo quanto emerso nell’indagine, è relativo alle fonti e agli strumenti di formazione. Il 30% degli intervistati non trova infatti né contenuti né referenti idonei, il 25% giudica la finanza una materia troppo difficile, mentre il 27% ha difficoltà a comprenderla. Anche per questi motivi tra i più giovani cresce la percentuale di persone che guardano agli influencer (Il 21% degli studenti over 18).
La sfida quindi è trovare un linguaggio adeguato a comunicare soprattutto con le nuove generazioni. In questa direzione si sta muovendo anche Assogestioni che ha annunciato un percorso focalizzato sulle nuove generazioni, quelle maggiormente coinvolte dalla trasformazione digitale e dalla transizione verso un mondo sostenibile e inclusivo che troverà spazio anche nella terza giornata del Salone del Risparmio 2023 (in programma dal 16 al 18 maggio 2023). “Sono due filoni che, per molti anni, resteranno al centro dei nostri comportamenti e che avranno delle ricadute pratiche sul modo di vivere e sulla visione del futuro.
Occorre che l’intera industria instauri un dialogo profondo e duraturo con le nuove generazioni, basato su tre pilastri: patto sociale, consapevolezza e fiducia. Perché per avvicinare i giovani al mondo degli investimenti occorre andare oltre i semplici strumenti finanziari”, ha ricordato Giuliano D’Acunti, vicepresidente del Comitato per l’Educazione Finanziaria di Assogestioni. “Una migliore educazione finanziaria può essere uno strumento sia di protezione nei momenti di difficoltà e incertezza sia di crescita del nostro Paese. Il nostro obiettivo come Assogestioni è accompagnare i risparmiatori, gli investitori attuali e del futuro, a valutare il risparmio in modo più consapevole, come supporto alla loro progettualità di vita” ha poi concluso Saverio Perissinotto, presidente del Comitato.
Rivivi “I giovani e la gestione del risparmio” su FR|Vision
Quasi tutti gli interlocutori finanziari hanno investito sul web con contenuti e approfondimenti presenti sulle proprie pagine aziendali, blog e social oltre ad organizzare incontri, webinair e roadshow, talvolta anche conviviali, dedicati alla propria clientela di riferimento per spiegare come orientarsi nello scenario di riferimento.
Bper, con CivicaMente, FEduF e ASviS, vuole invece intercettare le nuove generazioni con il progetto “B-education: idee che valgono” dedicato a creare competenze trasversali in materia finanziaria tra studenti universitari. Il progetto, inserito nel piano industriale 2022-2025 del gruppo, mette a disposizione premi e borse di studio agli studenti più meritevoli e contributi alle università di appartenenza di questi ultimi (gli atenei coinvolti sono una trentina). L’iniziativa si articola in tre fasi che si concluderanno a fine 2023: la prima di e-learning, la seconda di project managing e la terza di valutazione. Nel 2024 Bper si impegna a realizzare concretamente i progetti premiati. “B-education nasce con l’obiettivo di porre l’educazione finanziaria come competenza trasversale, scardinando così lo stereotipo secondo cui determinate competenze siano esclusivo appannaggio di percorsi di studio economici”, ha dichiarato Flavia Mazzarella, presidente di Bper Banca. La banca di Modena ha annunciato recentemente anche un altro progetto rivolto alle generazioni più giovani: “Grande!” e che unisce arte ed economia.
Tra gli interlocutori più attivi proprio a livello digitale spicca infine il Crif con l’iniziativa “Faccio Tesoro” progetto multimediale nato dalla volontà di fornire gli strumenti per contribuire al miglioramento del benessere finanziario delle famiglie che, giunta alla soglia dei tre anni, ha contribuito con più di cento video e 55 podcast di approfondimento dedicati all’alfabetizzazione delle famiglie alle prese con le scelte finanziarie. “L’alfabetizzazione finanziaria dei consumatori rappresenta un aspetto assolutamente centrale per lo sviluppo sostenibile di qualsiasi comunità e, per questo motivo, un’ampia circolazione di informazioni è fondamentale per favorire decisioni sempre più informate e consapevoli da parte dei cittadini” ha spiegato Maurizio Liuti, direttore corporate communication di Crif e responsabile del progetto Faccio Tesoro.
Ed è proprio sul tema dell’impatto della digitalizzazione nella divulgazione finanziaria che si è concentrato l’intervento di Luigi Federico Signorini, direttore generale di Banca d’Italia, in apertura della decima conferenza dell’International Federation of Finance Museums. “La digitalizzazione della finanza ha generato una serie di prodotti e canali innovativi e rappresenta una nuova sfida per l’educazione finanziaria e allo stesso tempo, offre nuovi strumenti per rendere l’educazione più efficace. Il nostro obiettivo comune è raccogliere la sfida e fare buon uso degli strumenti … Se da un lato l’innovazione consente al settore finanziario e dei pagamenti di offrire nuovi prodotti, di ridurre i costi e di migliorare l’accessibilità, dall’altro consente di creare prodotti complessi e spesso opachi, la cui struttura di rischio è difficile da comprendere e la cui logica economica non è sempre evidente”, ha spiegato Signorini secondo cui “l’educazione finanziaria dovrebbe andare oltre il dotare le persone di competenze utili per prendere decisioni finanziarie personali. Dovrebbe cercare di spiegare che cos’è l’uso della finanza e perché è necessario per raggiungere il bene comune”.
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