A oltre un anno dal debutto della Società di Intermediazione Mobiliare per l’Italia, il responsabile commerciale racconta a FocusRisparmio la strategie per trarre vantaggio dal nuovo scenario. Qualità sull’obbligazionario e azioni del settore utility i segreti. Ma occhio alla liquidità
Emilio Foglia, responsabile commerciale di Lemanik SIM in Italia
Era il luglio del 2023 quando Lemanik, asset manager indipendente con masse in gestione per oltre 30 miliardi di euro, annunciava l’apertura della sua Società di Intermediazione Mobiliare italiana sotto la guida di Marco Sagramoso. Un’iniziativa che confermava l’interesse del gruppo per il nostro Paese, dove già venivano distribuiti da oltre 20 anni i fondi della Sicav di casa. A più di un anno da quella data, tanto dello scenario macroeconomico è cambiato e anche l’azienda ha dovuto adattare le proprie strategie. La redazione di FocusRisparmio ha raggiunto Emilio Foglia, responsabile commerciale della SIM tricolore, per capire come il gruppo stia affrontando questo periodo di transizione.
Dopo l’avvio del ciclo di tagli da parte delle banche centrali e lo scoppio delle tensioni in Medioriente, l’ultima grande novità per i mercati è il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Come impatterà sugli investitori?
La vittoria di Trump ha due effetti principali. Il primo è legato a un’aggressiva politica di aumento dei dazi, destinata a far crescere l’inflazione. Maggior carovita si tradurrà certamente in tassi di interesse più alti, pressione sulle obbligazioni a medio-lunga scadenza e un dollaro più alto. Il secondo ha a che fare con la politica fiscale: è infatti probabile che Trump tagli ulteriormente le imposte, sia aziendali che personali, facendo crescere il deficit governativo ma anche dando impulso positivo ai consumi e agli utili aziendali. Un’altra via attraverso la quale dovrebbe aumentare il costo del denaro, con conseguente impatto negativo sulle obbligazioni e positivo sul biglietto verde.
Quale scenario macroeconomico ritenete possibile?
I dati recenti evidenziano che le banche centrali hanno vinto la guerra contro l’inflazione. L’indice dei prezzi al consumo americano si è normalizzato da un livello massimo del 9,1% all’attuale 2,4% e il mercato del lavoro si sta ribilanciando, con il tasso di disoccupazione attualmente sopra il 4% dopo aver raggiunto un minimo del 3,4% nel 2023. Pertanto, la Federal Reserve ha iniziato il suo ciclo di riduzione dei tassi con un taglio di 50 punti base a settembre e ci si aspetta una ulteriore riduzione del 50% entro fine anno. Tuttavia, sebbene il PIL USA rimanga in espansione, ci sono alcuni punti deboli nell’economia globale che vanno monitorati da vicino: i prezzi alti di beni e servizi stanno mettendo pressione ai consumatori, vi è stato un periodo di contrazione degli indici del settore manifatturiero, Cina e Germania sono in stagnazione, il mercato immobiliare è ancora in difficoltà a causa degli alti tassi di interesse sui mutui. Tali aspetti di debolezza hanno contribuito al processo di normalizzazione del carovita. La Federal Reserve è pronta a continuare un taglio aggressivo del costo del denaro qualora il quadro occupazionale si deteriori o l’inflazione scenda più del previsto.
Come costruire un portafoglio obbligazionario in questo contesto?
Nel corso degli anni abbiamo sviluppato strategie di credito molto specifiche, ad esempio high yield a breve scadenza oppure a ritorno assoluto. Anche alla luce di ciò che vedono i nostri gestori, mi sento però di dire che in un tale contesto è la qualità dell’emittente il fattore a contare maggiormente. E il motivo è prettamente tecnico: sul mercato primario c’è una tale quantità di emissioni, legate a una serie di scadenze tecniche, che rende la selezione delle aziende quanto mai cruciale. Questo perché, se poi si dovessero verificare scenari di recessione, le probabilità di default aumenterebbero e penalizzerebbero tanto i portafogli quanto i relativi rendimenti.
Quanto è importante la liquidità?
A mio parere, è molto importante se intesa come liquidabilità: bisogna cioè poter rispondere velocemente alla mutevolezza, soprattutto in scenari complessi e perturbati. Considerandola invece un’asset class, la vedo sia come fattore di stabilizzazione in fasi avverse sia come strumento tattico in fasi di mercato espansive. In ogni caso, dev’essere un elemento strutturale che va gestito. Ad esempio, anche quando i tassi erano a zero, con le nostre strategie di credito absolute return siamo riusciti a remunerare la componente a ultra-breve termine con rendimenti positivi. La liquidità intesa come cash puro, in epoche caratterizzate da inflazione, rappresenta invece un costo, seppure non palese. Per quanto sia importante aver una componente di cash per cogliere opportunità e per mediare, non va mantenuta su livelli medio-elevati nel lungo periodo.
Quali sono i fondi che si possono adattare meglio?
Penso che in questo momento la componente obbligazionaria corporate vada mantenuta ultra-breve. Noi abbiamo un comparto, Lemanik Active Short Term Credit, che ha una vita media residua inferiore ai 12 mesi. Si tratta di una strategia globale, senza rischio di cambio e con un rendimento a scadenza molto premiante. Uno strumento, insomma, che si adatta alla perfezione anche in un’ottica di gestione del basso rischio/liquidità.
E per quanto riguarda l’azionario, cosa vi aspettate da Borsa italiana? Uno dei vostri prodotti con maggiore track record è infatti il fondo Lemanik high growth, che copre proprio il mercato tricolore.
La strategia che si riflette nel nostro portafoglio in questo momento punta sulle utilities, sviluppa un approccio molto selettivo sulle banche e sulle small/mid cap mentre non attua alcun investimento in nomi industriali ciclici. È da queste scelte che deriva l’investimento in Tenaris, mentre non abbiamo acquistato titoli come Stellantis e STM perché continuiamo a ritenere che entrambi non abbiano ancora toccato il fondo. Abbiamo invece ridotto leggermente la nostra esposizione a Telecom Italia Savings e mantenuto la nostra posizione su Unipol. È di qualche giorno fa l’intenzione di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) di stimolare gli investimenti sulle società di piccola e media capitalizzazione del mercato italiano.
Per cosa si caratterizza il resto della vostra offerta?
Noi siamo una boutique, abbiamo un numero limitato di prodotti scelti in base a strategie ben precise. L’asset allocation la fanno i nostri investitori: per questo, i gestori di casa Lemanik sono tutti attivi. Quello che serve è avere la capacità di capire il contesto di mercato e saperlo comunicare al cliente, in modo che possa decidere come e dove destinare il suo capitale. Il nostro cliente, che punta su gestioni fortemente attive, vuole essere certo che le strategie implementate da noi funzionino davvero. Se sbagliamo, tende a essere meno comprensivo e sceglie altre strade.
Per l’Osservatorio di Sara Assicurazioni, un connazionale su due è fiducioso sul futuro. Il 28% guarda a soluzioni assicurative o previdenziali per accrescere il proprio capitale. Una tendenza legata ai timori, con l’inflazione che resta in testa
Gli esperti di AllianceBernstein John H. Fogarty e Vinay Thapar analizzano le prospettive di crescita del mercato USA e dei differenti settori che lo compongono
Dall’Osservatorio Sottoscrittori di Assogestioni emerge che il gender gap tra i clienti dei fondi comuni sta calando, ma non senza criticità. Le più coinvolte sono le over 60, mentre le nuove generazioni restano ai margini. Educazione finanziaria e una consulenza dedicata le vie per promuovere un maggiore coinvolgimento
La seconda puntata di “Alleati per il futuro”, il format promosso da Allianz Bank, registrata al Salone del Risparmio 2025 in diretta giovedì 24 alle ore 11.00. In studio: Nicola Palmarini, Carlo Balzarini e Francesca Bettio
Al Salone del Risparmio Assogestioni dedica una conferenza al nuovissimo strumento promosso da CDP e MEF. Obiettivo: offrire liquidità alle piccole e medie imprese e favorire le quotazioni
Secondo gli asset manager ora la priorità di Francoforte è proteggere la crescita dell’Eurozona dai dazi di Trump. E ci saranno almeno altre due sforbiciate. La rotta, però, non è segnata e potrebbe cambiare
Sondaggio BofA: il sentiment è il quinto più basso di sempre e le attese di crescita globale sono le peggiori mai registrate nella storia della survey. Allocazione azionaria USA giù del 53% in due mesi
Le “incertezze eccezionali” causate da Trump spingono alla settima riduzione dei tassi. “Dai dazi rischi per la crescita”. Secondo gli asset manager, Lagarde andrà avanti con altre due-tre sforbiciate
Per l’agenzia, le tensioni stanno pesando sulle condizioni del credito globale. E i contraccolpi varieranno a livello regionale e in base ai modelli di business. Per le europee il rischio maggiore è una frenata dell’economia
Il video-messaggio del vicepresidente esecutivo della Commissione europea per il SdR25. “Il risparmio enorme risorsa da valorizzare per competere a livello globale”, afferma
Trump ha annientato la propensione al rischio a favore di bond e liquidità. E la parola d’ordine è cautela. Il biglietto verde? Non è più un rifugio. Gli Institutional Investor Indicators di State Street
Iscriviti per ricevere gratis il magazine FocusRisparmio