Grazie al IX Rapporto annuale di Itinerari Previdenziali è possibile analizzare il dettaglio di patrimonio, scelte di allocazione e rendimenti di questa tipologia di investitori. Punto di partenza per affrontare il nuovo contesto macroeconomico
Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
I preziosi dati contenuti nel IX Rapporto Annuale sugli investitori istituzionali del Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali, recentemente presentato a Milano in un evento a Borsa Italiana, permette di entrare nel dettaglio delle dimensioni e delle scelte di allocazione di questa tipologia di enti.
In questa edizione di Conoscere a fondo ci concentriamo su Fondi pensione, negoziali e preesistenti, e su Casse di previdenza, che, così come a livello generale le altre categorie di investitori istituzionali, hanno concluso il 2021 con dati positivi in termini tanto di patrimonio quanto di rendimenti, ma dovranno fare ora i conti con necessità di rivedere le esposizioni in relazione al mutato quadro economico e fare i conti con parametri obiettivo nettamente più sfidanti rispetto al passato.
“Tutti gli investitori istituzionali”, spiega Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, “nel 2022 dovranno superare l’enorme sfida del dato inflazionistico, +8% circa, che si ripercuoterà sulla crescita del TFR, al 7,5%, e della mediana quinquennale del Pil, circa 3%, sempre che la situazione non peggiori e considerando un non eccessivo aumento dei tassi di interesse”.
Il dettaglio degli investimenti
In attesa di conoscere quali saranno i risultati delle importanti sfide all’orizzonte, il quadro che riguarda il 2021 mostra, come rilevato, non solo una tenuta ma un significativo e continuato miglioramento.
Per quanto riguarda i 33 fondi pensione negoziali, il cui patrimonio si attesta alla fine dello scorso anno a oltre 65 miliardi di euro, l’analisi certifica una grande prevalenza di esternalizzazione della gestione. I titoli di debito continuano a rappresentare la quota preponderante, con il 54% circa, seppur in calo in particolar modo per effetto della diminuzione dell’esposizione a Titoli di Stato.
Corrispondentemente i mandati risultano fortemente concentrati sull’obbligazionario, mentre il trend più importante riguarda la crescita degli investimenti alternativi, in particolare relativi a private assets.
Tipologia mandati – Fondi negoziali
Fonte: IX Rapporto Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
L’analisi di Itinerari Previdenziali che riguarda i fondi preesistenti, 204 in Italia per un patrimonio di 67,6 miliardi di euro, si concentra sui 42 maggiori che pesano in termini di patrimonio complessivo per oltre il 90%. Il 59% dell’ANDP (Attivo Netto Destinato alle Prestazioni) risulta a fine 2021 gestito direttamente mentre il restante 41% è affidato tramite mandato a gestori professionali. L’esposizione prevalente degli investimenti in gestione riguarda mandati su azionario estero, cresciuti in un anno dal 23,2% di fine 2020 al 26,4% di fine 2021. Crescono anche gli OICR dal 14% al 15,1%, mentre in decrescita tutte le esposizioni obbligazionarie.
Investimenti in gestione – Fondi preesistenti
Fonte: IX Rapporto Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
Le Casse di previdenza, infine, mostrano innanzitutto una rilevante crescita del patrimonio anno su anno. Un +5,8% rispetto a dicembre 2020 che le ha portato dopo 12 mesi a toccare complessivamente i 97,8 miliardi di euro. Gli investimenti diretti rappresentano l’82% del totale attivo, di cui il 58% è investito in strumenti del risparmio gestito.
Investimenti diretti – Casse di previdenza
Fonte: IX Rapporto Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
Gli OICR in particolare che confermano un trend di crescita nei portafogli delle Casse, arrivando a quota 28 miliardi per una crescita anno su anno del +18,4%. I fondi obbligazionari continuano a prevalere con una quota superiore al 50%.
OICR – Casse di previdenza
Fonte: IX Rapporto Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali
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