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La categoria dei prodotti obbligazionari europei corporate di natura tematica si pone all’intersezione di due tendenze. Il ritorno dell’interesse per il fixed income e la prosecuzione dell’attenzione ai tematici. Con quali risultati?
Nello scenario complesso che stanno vivendo le economie mondiali alcune coordinate sono ben definite. Una di queste, in ambito di scelte di investimento, è il ritorno da parte dell’investitore sul comparto obbligazionario che dopo anni offre buone opportunità di ingresso. La seconda è la crescita dei fondi tematici. La categoria dei prodotti obbligazionari europei corporate di natura tematica, rappresenta la naturale convergenza dei due fenomeni.
Obbligazionari tematici: l’analisi
La categoria dei fondi aperti Obbligazionari Tematici – Euro Corporate Esg in Italia, in ambito retail, considerando anche quelli di natura assicurativa, pensionistica e speculativa, si compone per il 46,08% da fondi Art.9 e per il 52,94% da fondi Art.8.
“La categoria” rileva Monica Zerbinati analista finanziario di FIDA, “comprende 287 classi di fondi e 59 ETF. Di questi, 106 fondi sono autorizzati alla vendita ad investitori retail italiani, e 14 Etf sono quotati su Borsa Italiana”.

Interessante risulta confrontare i prodotti che fanno capo a questa categoria di prodotti tematici, ovvero FIDA FFI Obbl Tematici – Euro Corp Social Resp., con la categoria degli FIDA FFI Obbligazionari Euro Corporate, “molto più numerosa e che raccoglie i fondi che investono in titoli obbligazionari emessi prevalentemente da emittenti societari dell’area euro”, specifica l’esperta. “Gli indici delle due categorie mostrano un andamento molto simile e positivamente correlato durante tutta la loro vita”, aggiunge.

“Il confronto grafico dalla nascita delle categorie, cioè dal 2007”, spiega Zerbinati, “mette in luce una lieve sovraperformance degli investimenti sostenibili, interamente originata nei primi anni. Restringendo l’orizzonte temporale le serie storiche risultano sostanzialmente sovrapponibili”.
Le analisi della società inoltre confermano i rendimenti e l’impatto della volatilità sulle categorie, evidenziando una somiglianza dei due dati per entrambi gli asset. La stessa analisi inoltre mette in luce un dato interessante sui costi.
“Con riferimento ai prodotti sostenibili” spiega Zerbinati, “per i quali sarebbe lecito attendersi un costo di gestione superiore per remunerare l’attività di ricerca dati ed analisi al fine di realizzare investimenti sostenibili, i costi medi correnti risultano sensibilmente inferiori”.
“Conoscere a fondo” è la rubrica di FocusRisparmio.com in cui passiamo al setaccio una specifica asset class su un orizzonte di investimento di medio-lungo periodo, coinvolgendo i gestori dei fondi top performer in un’analisi a più voci sui driver di performance e sulle prospettive di rendimento dei prossimi mesi.
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