La rivoluzione (in)compiuta dei bond sostenibili
Nel 2024 i titoli verdi hanno superato la soglia dei 5.000 miliardi di emissioni cumulative. Un record storico che segna la forza trainante di un settore in continua espansione
3 min
“E ora che gli italiani con l’inflazione presumibilmente non potranno più puntare sul rigonfiamento della componente cash del portafoglio e saranno stimolati a cercare investimenti appropriati, quali chance hanno quelli green?”
Si apre così l’aggiornamento di novembre 2022 del Rapporto Annuale Assogestioni-Censis presentato in anteprima esclusiva durante la tavola rotonda del quarto episodio di R-Evolution, il format originale di FR|Vision, incentrato sugli investimenti Esg. La puntata è andata in onda ieri 28 novembre in prima assoluta e ritorna oggi alle 15.00, in seconda visione, all’interno della cornice delle Settimane SRI.
Secondo l’aggiornamento dell’indagine su risparmi degli italiani e investimenti green, il 91,7% del campione ha la consapevolezza della pericolosità del riscaldamento globale grazie agli eventi straordinari dell’ultimo anno, che fanno quindi da acceleratore di approfondimento per il risparmiatore.
“Per l’attenzione alla funzione di protezione sociale” afferma Giorgio De Rita, direttore generale del Censis, “del risparmio e per questo progressivo approfondimento generale, il risparmiatore che investe in prodotti green in Italia è un risparmiatore informato”.
L’informazione risulta subito, nella discussione, elemento fondante per l’avvicinamento del risparmiatore al mondo green, ma gli eventi climatici estremi — in linea più generale — hanno avuto un effetto accelerante. In questo scenario il ruolo cardine lo svolge l’industria del risparmio.
“Non possiamo pensare oggi che l’investitore abbia la piena consapevolezza del mondo Esg” afferma Elena Bargossi, senior sales manager di Schroders. “Per questo è necessario il ruolo dell’industria come guida per l’investimento sostenibile”. In questo direzione procedono anche le evidenze della ricerca, secondo le quali “il 57,4% degli italiani vorrebbe investire in prodotti green”. Così l’industria si pone come riferimento e come mezzo attraverso il quale incanalare la volontà dell’investitore italiano di essere maggiormente protagonista del mondo sostenibile.
“Il dato dimostra che c’è sempre più attenzione e consapevolezza di quelli che sono i temi e le opportunità possibili della finanza sostenibile” aggiunge Federica Calvetti, responsabile Esg & strategic activism di Eurizon, che però chiosa: “Si tratta però di un dato destinato a crescere ancora, perché nonostante la quasi totalità degli italiani dichiari di essere consapevole della pericolosità del cambiamento climatico, poco più della metà investe in prodotti sostenibili”.
In questo spazio va a inserirsi il lavoro dell’industria: nel riempire la forbice che divide questi due dati. A rendere maggiormente trasparente il mondo sostenibile, sia per i gestori che per i risparmiatori, è il contributo della normativa europea. “Il focus della normativa”, fa sapere Manuela Mazzoleni, direttore sostenibilità e capitale umano di Assogestioni, “è proprio l’obiettivo di informare ed educare l’investitore. Possiamo parlare di un empowerment dell’investitore che è nella condizione privilegiata, grazie alla normativa più dettagliata e standardizzata, di essere in grado di comprendere con un buon livello di dettaglio le caratteristiche del prodotto in cui va a investire”.
Tutti questi fattori raccontati dagli esperti contribuiscono alla visione finale tratteggiata dalla nota del Censis, ovvero che “nella cultura sociale collettiva si è modificato il rapporto tra sostenibilità ambientale e sostenibilità economica, e che il green è ormai percepito come pilastro di un processo che può essere socialmente inclusivo”.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.