USA, mercato del lavoro solido: addio a un altro maxi taglio Fed
Il Job report di settembre supera le attese e allontana lo spettro recessione. Ora gli analisti si aspettano due tagli da 25 punti base entro fine anno. “Occhio alla duration”
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Buone notizie dall’Italia. L’inflazione tricolore continua a rallentare e a giugno mette a segno la prima variazione congiunturale nulla da maggio 2021. Secondo le stime preliminari dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo è infatti rimasto fermo su base mensile e ha registrato un aumento del 6,4% su base annua dal +7,6% di maggio. Uno spiraglio di luce che, secondo gli analisti, non basterà però a fermare la Banca centrale europea, sempre più decisa a proseguire sulla strada dell’aumento dei tassi. Intanto, dopo le critiche dei due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini, la strategia di Francoforte incassa anche l’attacco della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, secondo cui la cura Bce rischia di essere “più dannosa della malattia”.
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“A giugno l’inflazione mostra una netta decelerazione, in un quadro di stabilità dei prezzi al consumo sul piano congiunturale. Il rallentamento del carovita continua a essere fortemente influenzato dalla dinamica dei beni energetici”, sottolinea l’Istat. La stabilità sul piano congiunturale dell’indice generale risente infatti delle variazioni opposte di diverse componenti: da una parte, il rincaro degli alimentari non lavorati, dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (entrambi a +1,0%), degli alimentari lavorati (+0,5%) e dei servizi relativi ai trasporti (+0,3%). Dall’altra, il ribasso dei beni energetici non regolamentati (-4,5%).
Il carovita acquisito per il 2023 è stabile a +5,6% per l’indice generale, mentre sale a +4,9% per la componente di fondo. Rallenta anche l’inflazione core, cioè al netto degli energetici e degli alimentari freschi, da +6,0% a +5,6%, così come quella al netto dei soli beni energetici (da +6,2%, registrato a maggio, a +5,8%). In calo, infine, i prezzi alla produzione dell’industria, che a maggio scendono del 2,3% su base mensile e del 4,3% sull’anno. Nel trimestre marzo-maggio 2023, rispetto al precedente, sono diminuiti dell’8,5%.
Il dato italiano, secondo gli analisti, non sposterà di un millimetro la linea di Francoforte. In attesa di quelli degli altri Paesi e della Zona euro, un’inflazione che nella terza economia più grande dell’Area resta ben al di sopra dell’obiettivo del 2%, e con la componente core ancora forte, rende altamente improbabile che Christine Lagarde tolga il piede dall’acceleratore, come chiaramente ribadito da Sintra. L’aspetto più preoccupante per il board dell’Eurotower è infatti la possibile accelerazione dei prezzi di fondo di Eurolandia. E che ormai l’inflazione si stia radicando nell’economia attraverso i salari.
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Intanto, la linea dura della Bce incassa anche l’attacco della premier italiana. “L’inflazione è un’odiosa tassa occulta che colpisce soprattutto i meno abbienti. È giusto combatterla con decisione ma la semplicistica ricetta dell’aumento dei tassi intrapresa dalla Bce non appare agli occhi di molti la strada più corretta”, ha detto la Meloni nelle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio europeo. “L’aumento dei prezzi non è figlio di un’economia che cresce troppo velocemente ma di fattori endogeni, primo tra tutti la crisi energetica. Non si può non considerare il rischio che l’aumento costante dei tassi sia una cura più dannosa della malattia”, ha sottolineato.
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