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Il rally di Piazza Affari ha interessato tutti gli asset, grandi e piccoli, in maniere indistinta. Ora viene il momento di una più accurata selezione
Da quando Mario Draghi ha accettato l’incarico di primo ministro dal Presidente Mattarella e formato la squadra del nuovo governo l’Italia sembra aver guadagnato un’immagine più credibile agli occhi dei mercati finanziari internazionali.
Tutto ciò si è tradotto in un rally che ha interessato gli asset di Piazza Affari e i titoli di stato italiani. Per ora ne hanno beneficiato soprattutto i principali titoli del FTSE Mib, ma i fondi che investono nel mercato italiano sono posizionati soprattutto sul segmento delle mid e smal cap.
Ecco i fondi che nell’ultimo anno hanno cavalcato al meglio gli umori di Piazza Affari.

Come vediamo la maggior parte dei fondi esposti sul mercato azionario Italia ha goduto del premio dimensionale: fra i migliori fondi a uno, tre e cinque anni vediamo una buona rappresentazione di prodotti che investono in larga misura nel segmento delle mid e small cap. Perché?
Ce lo dice il beta: i fondi che negli ultimi tre anni hanno ottenuto un buon rendimento aggiustato per il rischio e un rendimento in eccesso significativo rispetto al benchmark sono quelli che si sono mostrati meno correlati all’andamento del mercato italiano tout-court. Sono esposti cioè ai titoli meno correlati agli umori del mercato.
Come cambia lo scenario con Draghi premier?
Con la discesa di Mario Draghi nell’arena politica italiana il mercato è venuto su all’unisono, senza distinzioni. Si tratta di una reazione di pancia da parte degli investitori oppure sono cambiati i fondamentali con cui viene valutata l’Italia?
Si tratta di una reazione di pancia da parte degli investitori oppure sono cambiati i fondamentali con cui viene valutata l’Italia?
“Crediamo che ci sia spazio per un importante re-rating per le aziende italiane”, sostiene Antonio Amendola, fund manager equity Italia ed Europa di AcomeA Sgr. “Le prime a beneficiarne sono le large cap che però hanno già dato tanto nei mesi scorsi, grazie anche alla loro liquidità – aggiunge l’esperto. Tendenzialmente gli operatori internazionali per prendere velocemente esposizione su di un Paese in chiave tattica, si buttano sulle società a più alta capitalizzazione (Enel, Stellantis, ecc.). Successivamente, se e solo se, l’interesse per il Paese è concreto iniziano a scendere sulle mid e small cap”.
Interesse subordinato ad un grado accettabile di stabilità e visibilità sulla politica interna. “Grado e condizione che stiamo per raggiungere, pertanto riteniamo che ci possano essere flussi di acquisto sui veri gioielli italiani ovvero le mid e small cap”, continua Amendola che stila una graduatoria dei titoli appartenenti a queste categorie che beneficeranno maggiormente dell’effetto della riduzione del premio per il rischio richiesto dagli investitori internazionali e dal calo del rischio-Paese da essi percepito.
“Continuiamo quindi la nostra sovra esposizione sul comparto tenendo in mente alcuni punti fissi come il basso indebitamento; la marginalità pre-Covid sostenibile e di primo piano; i prodotti internazionali e/o di nicchia; il beneficiarie dei piani di investimento dell’ambito Next Generation Eu e la sostenibilità in chiave prospettica”, chiosa il fund manager.
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