Inflazione, l’Ocse segnala una risalita dei prezzi
Ad agosto i prezzi dell’Area sono aumentati dal 5,9% al 6,4%. Colpa dell’energia. In crescita anche l’indice del G7, stabile il dato core. Segnali di schiarita in Uk
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Tornano i rendimenti per il Government Pension Fund Global norvegese. Dopo l’annus horribilis 2022, il più grande fondo sovrano al mondo ha infatti chiuso il primo trimestre del 2023 guadagnando 893 miliardi di corone, pari a 76,5 miliardi di euro. Tutto merito della ripresa del mercato azionario, che ha garantito al gestore Norges Bank Im un rendimento del 5,9%. Non è ancora ripianato il rosso messo a segno lo scorso anno, quando il primo investitore al mondo per asset ha perso il 14,1% del suo valore per un totale di 150 miliardi di euro, ma la notizia consente di guardare con ottimismo al resto dell’anno. E rinforza la prospettiva di iniziare a puntare sulle aziende non quotate.
“L’aumento del mercato azionario è stato in gran parte guidato dal settore tecnologico e da quello dei beni di consumo discrezionali”, ha spiegato Trond Grande, deputy ceo di Norges. Al 31 marzo scorso, circa il 70% del patrimonio era detenuto in azioni, mentre il 27,3% era investito in reddito fisso, il 2,4% in immobili non quotati e lo 0,1% in infrastrutture di energia rinnovabile non quotate.
Alimentato dalle rendite petrolifere della Norvegia e gestito dalla banca centrale, il Government Pension Fund Global norvegese detiene l’equivalente dell’1,5% della capitalizzazione di mercato globale, possiede azioni in 9.400 società in 70 Paesi e alla fine dello scorso anno valeva oltre 1.100 miliardi di euro. Stessa valutazione dell’economia messicana, la sedicesima del pianeta. Prima del 2022, il fondo ha ottenuto un rendimento medio annuo del 6% dalla sua nascita e in otto degli ultimi dieci anni è riuscito a battere il benchmark utilizzato per misurare le performance.
L’obiettivo per i prossimi tre anni, come annunciato a dicembre, è di ridurre le perdite prevedendo una prolungata recessione. E, per riuscirci, Nbim ha messo nel mirino anche le società non quotate. Dopo aver annunciato lo scorso anno che decarbonizzerà tutte le sue partecipazioni entro il 2025, il fondo ha infatti accolto pochi giorni fa la richiesta di Oslo di considerare l’investimento in aziende private e su questo formulerà una raccomandazione entro dicembre.
Ida Wolden Bache, governatrice della Norges Bank, ha spiegato infatti che il fondo è in grado di effettuare investimenti il cui valore sottostante può richiedere molto tempo per essere realizzato. Un orizzonte di investimento a lungo termine, ha precisato, “significa anche che possiamo investire in modo diverso rispetto a molti altri operatori, anche in mercati difficili e illiquidi”. Inoltre, “le dimensioni del fondo ci consentono di esplorare nuovi modi di investire con costi aggiuntivi minimi”, ha aggiunto. “In qualità di partecipante importante, attivo e a lungo termine nei mercati dei capitali, la banca rappresenta un investitore e un partner interessante. Nei mercati non quotati, ciò potrebbe aprire opportunità non disponibili per altri”, ha concluso la governatrice.
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