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Performance positive per i comparti che hanno la possibilità di ridurre o aumentare con maggior discrezionalità l’esposizione di rischio complessivo del portafoglio verso il mondo obbligazionario tout-court
Il 2020 si conferma anno positivo per le strategie flessibili sul credito globale, vale a dire quei comparti che hanno la possibilità di ridurre o aumentare con maggior discrezionalità l’esposizione di rischio complessivo del portafoglio verso il mondo obbligazionario tout-court.
È stato un anno che, nonostante le difficoltà oggettive riscontrate a causa della pandemia di coronavirus e la parabola discendente dei tassi, non ha lesinato soddisfazioni ai sottoscrittori che hanno saputo puntare sul cavallo vincente fin dall’inizio.
“Il 2020 è stato un anno intenso, ma allo stesso tempo abbiamo imparato a convivere con la fragilità del sistema finanziario e i rischi di coda che possono essere domati solo grazie a una gestione di portafoglio realmente attiva”, sostiene Alberto Gallo, portfolio manager del fondo Global Credit Opportunities di Algebris, uno dei migliori in termini di performance da inizio anno.

Non solo azionario. Un anno, il 2020, dove i gestori hanno dimostrato che le soddisfazioni non arrivano solo dall’investimento nella tradizionale asset class Azionario. “All’interno del fixed income, esiste una dispersione sempre più ampia fra i vari segmenti ed è quindi a mio avviso necessario selezionare quelli con le prospettive maggiormente premianti”, spiega Andrea Ponti, portfolio manager e co-gestore del Kairos International Sicav – Bond Plus che da inizio anno a fine novembre ha messo a segno una performance del +8,13% classificandosi fra i primi gestori di prodotti flessibili da inizio anno (vedere intervista dedicata).
Ciononostante, la categoria Flessibili da inizio anno in Italia segna una raccolta ancora negativa, al contrario dell’intero sistema che invece ad ottobre ha festeggiato il suo settimo mese consecutivo di flussi netti positivi.
Dove guardare nei prossimi mesi
Di certo l’investimento per investire in questo comparto è richiesta una certa dose di pazienza, poiché eccetto anni straordinari come il 2020, quello del credito globale rimane un terreno insidioso da percorrere.
“Agli investitori consigliamo un orizzonte minimo di due o tre anni per investire a credito”, spiega Pierre Verlé, responsabile del credito di Carmignac, durante una tavola rotonda con gli investitori organizzata dalla casa d’investimenti francese.
“Non mi piace tracciare prospettive per il 2021 dato che non ho una sfera di cristallo”, dice il fund manager di Carmignac, che aggiunge “penso che sia molto difficile prevedere i mercati con un orizzonte di un anno. Si tratta di un orizzonte troppo breve per gli investimenti. Ciò che conta per me sono i fondamentali e oggi nei mercati del credito viviamo ancora le ripercussioni della pandemia”.
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