La classificazione Sfdr però conta ancora poco. Advisor italiani sempre più competenti. L’osservatorio Anasf-ET.Group
Niente crisi per i prodotti Esg. Nel 2022 ben sei clienti dei consulenti finanziari su dieci hanno mostrato un interesse crescente nei confronti dei prodotti Sri rispetto all’anno precedente. Prodotti sui quali oltre la metà degli advisor italiani si ritiene competente. È quanto emerge dall’VIII edizione della ricerca “Sri: il coinvolgimento consulente-cliente”, realizzata da Anasf, l’associazione nazionale dei consulenti finanziari, e da ET.Group, il think tank specializzato in sostenibilità e ideatore del salone.SRI.
Ebbene, proprio nell’anno in cui il modello basato sui criteri ambientali, sociali e di governance è finito sotto attacco sia sul fronte mediatico sia, in qualche caso, su quello istituzionale (si pensi alle recenti crociate anti-Esg di alcuni stati americani), la finanza sostenibile si mostra più in forma che mai.
La classificazione Sfdr incide ancora poco
L’indagine, che verrà presentata il 15 novembre durante il salone.SRI, mostra anche che però la classificazione di un prodotto in base al regolamento Sfdr, basata sugli ormai noti Articoli 8 e 9, non è così dirimente.
Tanto che per la metà dei clienti non influisce sulla scelta Esg del prodotto. Inoltre, all’interno di questo campione, la maggior parte degli advisor dichiara che non sempre il cliente ha compreso i criteri di tale distinzione.
Consulenti più preparati sulle tematiche Esg
Quanto ai consulenti, in tema di identità aziendale (impegno, azione, cultura), il 39% definisce la propria rete “molto coerente” con i principi Esg che professa nei prodotti; il 57% la ritiene “abbastanza coerente”, mentre solo il 4% dichiara un’identità “per nulla coerente”.
Il 57,5% dei consulenti, come si diceva, dichiara poi di avere una buona conoscenza delle tematiche Esg, mentre il 19% la definisce ‘ottima’. Un quarto si colloca invece tra chi ha una conoscenza sufficiente (il 22,50%) o insufficiente (1,25%). Comparando il dato con quello 2021, emerge come torni a salire la quota di professionisti che ritiene di avere una buona conoscenza delle tematiche Esg, a fronte di una sostanziale diminuzione di chi la ritiene sufficiente e a un quasi azzeramento di chi la reputa insufficiente.
La formazione continua a essere ritenuta un ambito di miglioramento, oltre la metà dei consulenti la ritiene migliorabile , mentre solo un terzo dei rispondenti ha ricevuto dalla propria rete strumenti di valutazione e conoscenza dei prodotti Esg, e in misura ancora minore specifiche piattaforme di analisi. Infine, circa i due terzi dichiarano di aver notato una maggiore attenzione dei media rispetto all’anno precedente alle tematiche ambientali, sociali e di governance.
Esg, ancora tante le sfide future
Luigi Conte, presidente Anasf
Secondo Luigi Conte, presidente Anasf, il 2022 ha quindi consolidato le competenze dei professionisti più consapevoli e sensibilizzato numerosi cittadini sui temi Sri. “Anasf ritiene che i driver del prossimo futuro siano la formazione e la comunicazione, a partire dai più giovani – sottolinea Conte -. È opportuno continuare a puntare sull’accrescimento delle competenze Sri dei consulenti finanziari, per tramite di corsi specifici (quello realizzato da Anasf con Sda Bocconi sui temi Esg ha raggiunto oltre 2.500 professionisti iscritti), e dei cittadini, con progetti strutturali di educazione finanziaria sostenibile. L’Associazione auspica in un intervento politico e istituzionale sui temi Sri, per raggiungere una più ampia platea, ricordando che la modalità comunicativa per sensibilizzare i risparmiatori oggi è cambiata e necessita di informazioni autorevoli e verificabili, facilmente condivisibili sulle piattaforme di social network e divulgabili trasversalmente tra i risparmiatori, anche per opera di loro stessi”.
“Con un valore globale di investimenti riferibili ai fattori Esg che secondo il Global Sustainable Investment Alliance nel 2021 ha raggiunto il 36% del totale delle masse in gestione in Usa, Europa, Canada, Giappone, Australia e Nuova Zelanda, è evidente che l’utilizzo del microscopio Esg sia ormai generalizzato”, aggiunge Luca Testoni, fondatore del salone.SRI.
Testoni mette però in guardia dal pensare che la partita sia ormai vinta. “Dopo il periodo di grande euforia che ha caratterizzato il 2021, quest’anno il modello Esg ha subito molteplici attacchi. Si tratta di una fase fisiologica che sta però alimentando la consapevolezza e la maturità del mercato, come dimostra questa ricerca sui consulenti – avverte -. È confortante che rimanga elevata la richiesta di una migliore informazione e formazione. Come emergerà da salone.SRI 2022, la strada che il sistema Esg sta perseguendo, è quella di alzare la qualità di player, strategie e prodotti. Questo farà pulizia, indebolirà i critici e renderà gli Esg ancora più forti nel 2023”.
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