Secondo i gestori, un taglio tra due mesi è molto probabile. Ma Francoforte non fornirà indicazioni sulle future mosse e attenderà di vedere i dati dei prossimi mesi
Christine Lagarde, presidente della Banca centrale europea
Tassi fermi, nessun impegno per il futuro e il solito mantra della dipendenza dei dati. È questo lo scenario atteso dai mercati per il meeting della Banca centrale europea (BCE) in calendario giovedì. Una riunione di transizione, insomma, dove comunque ogni singola parola della presidente Christine Lagarde verrà analizzata con attenzione alla luce di dati che indicano sì una continua frenata dell’inflazione ma anche una maggiore vischiosità dei prezzi nel settore servizi. Gli investitori si aspettano infatti che l’Eurotower proceda a un nuovo taglio al costo del denaro a settembre, dopo che nelle scorse settimane vari governatori hanno detto chiaramente di preferire quella data per valutare un nuovo intervento. Un appuntamento quasi naturale, dal momento che tra due mesi verranno rese note le nuove stime macro di Francoforte.
“Il discorso di Lagarde a Sintra è stato cauto ed è probabile che la BCE aspetti fino a settembre per giustificare un altro taglio con nuove proiezioni”, affermano gli esperti del Global Credit Team di Algebris Investments, sottolineando che i mercati assegnano l’85% di probabilità a un taglio dopo l’estate e vedono circa due sforbiciate in totale entro fine anno. Una view condivisa dai colleghi di Goldman Sachs, secondo cui giovedì il board dell’istituto non mostrerà una tendenza formale all’allentamento né accennerà esplicitamente a settembre. “Ci aspettiamo solo progressi limitati sull’inflazione durante l’estate e crediamo che il Consiglio direttivo ridurrà nuovamente i tassi a settembre”, aggiungono. Secondo la banca USA la crescita del secondo trimestre si rivelerà inoltre leggermente inferiore alle proiezioni di giugno dello staff mentre si registreranno alcuni progressi sequenziali nella dinamica salariale. “Vediamo un ampio sostegno per un altro taglio per adeguare il livello di restrizione in risposta ai progressi cumulativi sull’inflazione finora raggiunti”, chiariscono.
Konstantin Veit, portfolio manager European Rates di Pimco
Per Konstantin Veit, portfolio manager di Pimco, la solidità del mercato del lavoro consente all’Eurotower di prendere tempo per raccogliere nuove informazioni. Di conseguenza, a suo parere, non c’è fretta di allentare: le decisioni verranno prese riunione per riunione e il flusso di dati dei prossimi mesi deciderà la velocità con cui verranno eliminate ulteriori restrizioni. “La BCE continuerà a prevedere riduzioni dei tassi nelle riunioni sulle stime dei suoi esperti e la prossima sforbiciata sarà settembre”, afferma Veit. Evidenziando che attualmente il mercato prevede altri 45 punti base di tagli per quest’anno e che l’attuale tasso terminale di circa il 2,5%, superiore alla maggior parte delle stime per l’Area euro, indica forti timori per l’inflazione dell’ultimo miglio.
Roman Ziruk e Matthew Ryan, rispettivamente senior market analyst e head of market strategy di Ebury, fanno notare come la persistenza delle pressioni sui prezzi di fondo e l’incertezza sui futuri sviluppi dell’inflazione giustifichino un atteggiamento misurato. Per questo, Lagarde ribadirà l’approccio meeting-by-meeting e la dipendenza dai dati. “Con altre due rilevazioni sull’inflazione e una serie di letture aggiuntive da qui alla riunione di settembre”, spiegano, “la presidente non vorrà legare le mani al Consiglio con indicazioni eccessivamente chiare”. In ogni caso, con una riduzione tra due mesi scontata quasi al 90% dai mercati degli swap, Ziruk e Ryan non si aspettano una grande svendita dell’euro anche qualora la BCE dovesse confermare il taglio.
François Rimeu, senior strategist di La Française Am
Come osserva François Rimeu, senior strategist di Crédit Mutuel Asset Management, il vertice di luglio promette quindi di rivelarsi ‘un non-evento’. “Non è nella previsioni che la presidente Lagarde fornisca una chiara indicazione futura”, spiega l’esperto, “poiché le proiezioni macroeconomiche della BCE saranno rivalutate a settembre”. La sua conclusione è quindi che la riunione sia destinata a produrre un impatto piuttosto limitato, se non nullo, sui mercati finanziari.
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