Salute, i fondi azionari che hanno iniziato meglio il 2023
Fida ha analizzato i prodotti specializzati in salute che sono autorizzati alla vendita presso la clientela retail in Italia. Silver economy il tema dominante. E a brillare è il tricolore
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Nei primi sei mesi la corsa dei listini azionari è culminata con il raggiungimento di nuovi massimi storici per gli indici azionari americani. La paventata rotazione settoriale dei portafogli per ora non ha prodotto vittime nell’ambiente delle azioni growth che continuano, pur in maniera meno roboante, la loro corsa al rialzo.
A tenere banco nell’ultima parte di giugno e agli inizi di luglio sono i timori relativi alla variante Delta della pandemia e all’impennata dell’inflazione, due forze in grado di condizionare, in maniera opposta, le azioni future di politica monetaria delle banche centrali.
“I recenti messaggi da parte della Federal Reserve hanno creato qualche scossone al mercato ma non sono stati in grado di frenare gli eccessi speculativi in corso. Tutto sembra confermare che siamo giunti alla fase finale dell’efficacia delle politiche monetarie attuate dal 2008 ad oggi e la tanto desiderata inflazione potrebbe essere un elemento di svolta. Se ci sarà veramente inflazione avremo disordine sui mercati finanziari e svalutazione del debito, se l’inflazione sarà solo transitoria rimarremo nella trappola del debito con un’economia in stagnazione, instabilità sociale, insolvenze e svalutazioni monetarie competitive”, commenta Maurizio Novelli, gestore del Lemanik Global Strategy Fund.
In questo quadro le migliori strategie azionarie globali sono state quelle che hanno mantenuto un approccio Blend, vale a dire – secondo la classificazione Morningstar – ibrido rispetto alle tradizionali definizioni per stili Value e Growth.
“Il contesto per i mercati finanziari dovrebbe confermarsi favorevole nel medio periodo, anche in caso di una parziale decelerazione dell’attuale momentum di boom sulla crescita e di una graduale riduzione di misure di stimolo eccezionali”, sostiene Stefan Rondorf, senior investment strategy di Allianz Global Investors, che nell’outlook di metà anno si chiede se dopo 15 mesi circa di rialzi dei mercati globali, per quanto possa ancora proseguire questo rally. “Risulta sempre più evidente che i quattro fattori che hanno sostenuto i mercati azionari di fronte alla pandemia sono sempre più vicini al raggiungimento di un picco”, spiega citando crescita, ottimismo, inflazione e stimoli monetari.
“Le conferenze sugli utili societari del primo trimestre sono state dominate da previsioni ottimistiche dei team manageriali sulla ripresa delle vendite, ma anche da avvertimenti in merito alle crescenti pressioni inflazionistiche sui costi”, nota Pauline Grange, portfolio manager – global equities di Columbia Threadneedle Investments.
In attesa che passi l’estate e i banchieri centrali chiariscano definitivamente le loro strategie future – agosto non è mai un mese facile per i mercati e ci sarà l’atteso meeting di Jackson Hole – i gestori mantengono le posizioni.
“C’è preferenza per posizioni di flattening soprattutto sulle scadenze 2/30 anni Usa, con un dollaro tendenzialmente forte fino ad area 1,1750, salvo temporaneo overshooting in estate”, scrive Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte. E per quanto riguarda l’azionario, sostiene l’esperto che c’è la possibilità di incrementare gli acquisti “sulle fasi di debolezza dei con un occhio di riguardo per il tech ed utilities, grazie all’effetto tassi bassi generato dallo strabismo della curva. Un occhio di riguardo anche ai mercati azionari cinesi dopo la dieta finanziaria auto imposta dal Dragone per arrivare senza grossi scossoni alla celebrazione del centenario della fondazione del Partito Comunista del 1° luglio”, conclude.
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