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L’analisi dei fondi rientranti nelle categorie FIDA dedicate al comparto mostra, oltre alla resilienza dei rendimenti nel tempo, una distribuzione dell’offerta con focus geografico che determina un minor numero di strumenti riferibili al Vecchio Continente, con però in media un maggior grado di sostenibilità
Il comparto degli azionari tematici è tra le aree del risparmio gestito che negli ultimi anni ha vissuto una crescita senza precedenti. Fra questi, crescente attenzione è riservata agli strumenti che investono in equity applicando in maniera più o meno profonda specifici criteri di sostenibilità.
“L’esplosione del fenomeno dei fondi costruiti per rispondere a criteri di sostenibilità ha dato ragione di esistere a nuove categorie ad essi dedicate”, sottolinea sul punto Monica Zerbinati, analista finanziario di FIDA.
“Tra queste”, prosegue, “annoveriamo alcune categorie che raccolgono i fondi che investono nei titoli azionari di società rientranti in uno o più settori, ma che nella gestione del proprio business rispondono a criteri di sostenibilità sociale, ambientale ed economica e che sono focalizzati su specifiche aree geografiche. I fondi specializzati nelle energie alternative rientrano in una specifica categoria, così come quelli focalizzati sull’ecologia e ambiente, nonché quelli che si interessano di società attive nel trattamento e gestione delle risorse idriche”.
In questo approfondimento consideriamo come aree geografiche di riferimento l’Eurozona, gli Usa e i mercati emergenti. “L’andamento medio delle categorie presenta, come lecito attendersi, una forte correlazione con gli azionari che non si pongono vincoli legati alla sostenibilità attivi nelle stesse aree geografiche, ma con beta diversi a seconda del periodo storico”, analizza Zerbinati.

“Su tutte e tre le aree”, spiega inoltre l’esperta, “possiamo affermare che i prodotti sostenibili abbiano performato meno degli strumenti posti a paragone nel periodo più recente, mentre ad un’analisi di più ampio respiro emergono ottime sovraperformance”.
“È interessante notare come il gap di rendimento, positivo o meno, negli Usa abbia un bias spostato verso i rendimenti positivi: nell’area la scelta di investimento sostenibile ha fruttato risultati strabilianti in condizioni di mercato favorevoli, mentre in congiunture difficili come quelle attuali, la sottoperformance è contenuta e non proporzionale”, completa.
Un dato interessante riguarda infine la classificazione degli strumenti di investimento in relazione alla normativa Sfdr. Il breakdown geografico mostra una netta differenza fra Usa, mercati emergenti ed Eurozona con il Vecchio Continente che in relazione ai fondi rientranti nella categoria azionari tematici Esg di FIDA fa segnare un 50% di strumenti classificato come articolo 9, ovvero il grado massimo di sostenibilità per cui è richiesto che obiettivi ambientali, sociali e di governance siano inseriti come obiettivi specifici della politica di investimento. Tale percentuale per quanto riguarda Stati Uniti e mercati emergenti si ferma rispettivamente al 16,36% e 13,21 percento.

“Conoscere a fondo” è la rubrica di FocusRisparmio.com in cui passiamo al setaccio una specifica asset class su un orizzonte di investimento di medio-lungo periodo, coinvolgendo i gestori dei fondi top performer in un’analisi a più voci sui driver di performance e sulle prospettive di rendimento dei prossimi mesi.
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