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Disciplina, pazienza e un’attenta selezione dei titoli. Ecco le chiavi per affrontare l’incertezza secondo il gestore di Neuberger Berman, che applicando questo metodo al suo fondo azionario multitematico globale incentrato sui megatrend è riuscito a sovraperformare il benchmark anche nel 2022
Guerra, recessione, inflazione, tassi di interesse. Anche se l’annus horribilis vissuto nel 2022 sembra ormai alle spalle, le tante incognite all’orizzonte promettono di lasciare i mercati finanziari in balia dell’incertezza ancora per lungo tempo. Ecco perché anche nel 2023 sarà importante continuare a investire con prudenza e non farsi cogliere dalla frenesia del momento. Ne appare sempre più convinto Maximiliano Rohm e il suo team, che ormai da anni in Neuberger Berman predicano la filosofia dell’“investire attraverso il ciclo”. E i risultati del suo Neuberger Berman Global Equity Megatrends Funds, un multitematico da un miliardo di dollari con un portafoglio azionario esposto a trend secolari, sembrano dar loro ragione: proprio grazie all’applicazione di questo mantra, il fondo è infatti riuscito ad iniziare il 2023 con una sovraperformance, a gennaio, di circa il 7% rispetto al MSCI World Index (13,22% contro 6,09%).
Come si esprime nel concreto la vostra filosofia di investimento?
Diventare un investitore azionario globale di successo passa attraverso la capacità di mantenersi pazienti e disciplinati. Ciò impone di accantonare ogni forma di strategia anticiclica e sfruttare i temi come mezzo (anziché come obiettivo) per sviluppare una forte convinzione nel proprio investimento. Per noi quella convinzione viene, in particolare, da una combinazione di due fattori: fare leva sui cambiamenti nei megatrend secolari, focalizzandosi solo sulle società che da quei megatrend vengono effettivamente impattate; operare un’attenta e disciplinata selezione dei titoli, così da avere un portafoglio di al massimo 20-30 nomi anziché i 150 o 200 in cui spesso ci si imbatte esplorando l’ampio universo di prodotti simili al nostro. Nel 2022 questo approccio disciplinato ha funzionato bene, perché ci ha permesso di essere esposti solo a imprese che rispondono a cambiamenti secolari chiari e che sanno generare valore per il cliente pur in un contesto di grande difficoltà sui mercati.
Maximiliano Rohm, portfolio manager di Neuberger Berman
Qual è la risposta dei clienti: capiscono il valore aggiunto di uno stile d’investimento come il vostro?
La correzione dei mesi scorsi ha aiutato a riorientare il focus degli investitori verso l’importanza di un approccio attivo alla gestione di un fondo multitematico. È infatti molto facile limitarsi a stabilire su quali temi investire, che peraltro non cambiano spesso e si evolvono ad un ritmo molto lento se l’obiettivo è quello di ridurre il rischio e la congiuntura volge a proprio favore, mentre la difficoltà vera consiste proprio nel decidere fino a che punto esporsi a livello di singolo tema. Una cosa che molti allocator o gestori multitematici non mettono in atto.
Alla luce dell’approccio che ha descritto, qual è il tasso di turnover nella vostra strategia?
Il turnover si attesta in media attorno al 20-25% con un periodo di riferimento compreso tra i sei e i sette anni. Ci sono però delle società che restano in portafoglio per più tempo perché legate a trend secolari che le portano ad acquisire sempre più valore col passare degli anni. È il caso, ad esempio, delle compagnie legate alla personalizzazione della user experience nell’industria dei media, di quelle che alimentano il cambiamento dei paradigmi di consumo globali o ancora delle realtà che cavalcano lo sviluppo tecnologico attraverso innovazioni nel settore della comunicazione come il 5G.
Ha parlato di personalizzazione nella fruizione dei media e paradigma di consumo globale. Qual è lo spettro tematico coperto dal vostro portafoglio?
Al momento abbiamo esposizione verso un totale di nove temi. Di questi, tre sono legati alla sfera tecnologica e, oltre l’evoluzione dei modelli di consumo specie nei media, coinvolgono trend come la digitalizzazione dei viaggi, la cybersecurity, lo sviluppo di sistemi di data intelligence e data analysis, l’implementazione di innovazione come intelligenza artificiale, machine learning e automazione. Ci sono poi altri tre temi di investimento afferenti all’industria dell’energia e che racchiudono società attive soprattutto nella modernizzazione delle infrastrutture di potenza, nell’efficientamento delle catene di fornitura, nell’elettrificazione dei veicoli. L’ultimo terzetto di aree tematiche è invece più orientato a dinamiche sociali e demografiche: dall’invecchiamento della popolazione nelle economie sviluppate, che impone sistemi sanitari più efficienti, al nodo dell’educazione fino alla cura e all’umanizzazione degli animali domestici, uno dei pochi settori retail capaci di crescere anche durante la grande crisi economica del 2008.
In un periodo di turbolenza come quello che abbiamo affrontato, quali sono stati i temi che hanno contribuito maggiormente alla redditività del fondo? Quali, invece, vi aspettate possano farlo nei prossimi anni?
A fornire il maggior contributo in termini di perfomance sono stati l’efficienza e le infrastrutture energetiche, che hanno beneficiato degli sviluppi della guerra in Ucraina. Dopo l’avvio del conflitto, i finanziamenti per garantire l’indipendenza da Mosca e la transizione verso fonti di generazione più pulite hanno infatti raggiunto livelli inediti che solo una grave recessione potrebbe ridimensionare: non cambia quindi il nostro posizionamento rispetto a titoli che consideriamo attrattivi come Quanta Services o Vistra Energy sul lato dell’offerta e Connectivity o Ati su quello della domanda. In prospettiva, benché sia ancora agli inizi, ci aspettiamo diventi sempre più rilevante anche l’adozione della robotica e dell’automazione sia nella manifattura sia nei servizi: società che cavalcano questo megatrend come TE Connectivity, Paya e Nice dovrebbero quindi continuare a essere ben posizionate in portafoglio. Al centro di un altro megatrend in rampa di lancio ci sono poi la digitalizzazione, l’analisi dei dati e gli ecosistemi di supporto: pertanto, fornitori di servizi cloud e sviluppatori di software per cybersecurity come Alphabet o Alibaba dovrebbero godere di venti favorevoli nei prossimi anni. Un focus va infine sviluppato sul settore dell’healthcare: la popolazione anziana continuerà ad aumentare, quindi segmenti come la medicina a distanza raddoppieranno il proprio valore nel prossimo decennio anche grazie al ruolo crescente dell’intelligenza artificiale.
Qual è la vostra view sull’anno appena iniziato?
Fare previsioni precise resta difficile ma, a prescindere dalle prospettive macroeconomiche a breve termine e dalle relative oscillazioni del mercato, siamo fiduciosi che le società in portafoglio siano ben posizionate per navigare nella gamma di risultati probabili. Questo soprattutto perché le aziende su cui abbiamo puntato consentono ai propri clienti di ottenere di più con meno: una proposta preziosa in qualsiasi contesto ma che assume particolare rilievo proprio in periodi di recessione, come questo, caratterizzati da domanda in calo, risorse scarse e domanda di efficienza economica.
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