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A novembre il Pmi dell’Area risale ma resta in contrazione. L’Istat rivede la crescita tricolore del terzo trimestre a +0,1%. Indice manifatturiero ai minimi da cinque mesi
Si registra qualche segnale di miglioramento ma l’economia di Eurolandia resta al palo. A novembre l’industria si conferma infatti in contrazione, anche se è rallentato il calo della produzione, dei nuovi ordini, dell’attività di acquisto e delle giacenze. E tutto questo nonostante l’ottimismo delle aziende sia leggermente aumentato, toccando il livello più alto degli ultimi tre mesi. Il responso arriva dall’indice Pmi manifatturiero, calcolato da Hcob e redatto da S&P Global, che il mese scorso è risalito a 44,2 punti dai 43,1 di ottobre. Un dato oltre il consensus di 43,8 ma ancora ben al di sotto della soglia spartiacque dei 50 punti che separa la decrescita dall’espansione. Più ombre che luci hanno mostrato poi gli indicatori delle principali economie dell’Area, con l’Italia in peggioramento malgrado il Pil del terzo trimestre sia stato rivisto al rialzo a +0,1%.
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Italia: economia stagnante e Pmi manifatturiero ai minimi
Per il nostro Paese, nel periodo luglio-settembre, la crescita è stata la stessa sia a livello tendenziale che congiunturale contro la precedente stima Istat che vedeva il Pil fermo a zero. Merito, in particolare, dei consumi delle famiglie e della domanda estera mentre ha pesato negativamente la variazione delle scorte. Nullo invece il contributo degli investimenti fissi lordi e della spesa delle amministrazioni pubbliche. Dopo la contrazione del secondo trimestre, si conferma quindi una sostanziale stagnazione dell’economia italiana mentre il Pmi manifatturiero di novembre non fa presagire nulla di buono per gli ultimi tre mesi del 2023. L’indice è infatti calato al livello più basso degli ultimi cinque mesi, a 44,4 punti rispetto ai 44,9 di ottobre, segnando un “forte peggioramento dello stato di salute del settore”. Il dato è anche inferiore alle stime degli analisti, che prevedevano un aumento a quota 45,3. Gli esperti di Hcob rilevano un “robusto crollo della produzione, il più veloce in tre mesi, attribuito dalle aziende alla continua debolezza della domanda e al conseguente calo dei nuovi ordini”.
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Migliora l’industria tedesca, quasi ferme Francia e Spagna
Qualche segnale positivo arriva invece dalla Germania. Sempre a novembre l’indice Pmi del settore manifatturiero tedesco è infatti salito a 42,6 da 40,8 di ottobre. Il dato è superiore al consensus di 42,3 punti e segna il quarto aumento mensile consecutivo. Per gli esperti, la flessione dell’industria teutonica “si sta attenuando, con le imprese che hanno registrato il calo più lento degli ultimi sei mesi sia nella produzione che nei nuovi ordini”.
Va peggio alla Francia, dove l’indicatore del secondario è rimasto sostanzialmente sui minimi degli ultimi 41 mesi: 42,9 punti dai 42,8 di ottobre. Per gli esperti, il dato segnala un “altro forte deterioramento delle condizioni operative del settore”. Infine, l’attività manifatturiera è in affanno anche in Spagna a causa del calo delle vendite e degli ordini. Il Pmi di novembre si è infatti attestato per Madrid a 46,3 punti, leggermente sopra i 45,1 registrati a ottobre ma ancora al di sotto dei 47,7 di settembre.
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