A gennaio il Sentix dell’Eurozona è salito per il terzo mese consecutivo, al top da maggio. A livello globale, la propensione al rischio degli istituzionali è aumentata ancora e ha chiuso il 2023 ai massimi
Per gli investitori il 2024 inizia con più ottimismo. A gennaio, l’indice Sentix che misura la fiducia nell’Eurozona è aumentato per il terzo mese consecutivo, toccando quota -15,8 punti rispetto ai -16,8 punti di dicembre. Il dato è leggermente al di sotto del valore atteso di -15,5, ma si tratta del livello più alto raggiunto dal maggio scorso. Il miglioramento del sentiment è certificato anche dagli Institutional Investor Indicators di State Street relativi all’ultimo mese dello scorso anno, che rivelano un’ulteriore ripresa della propensione al rischio a livello globale sulla scia dell’ammorbidimento delle banche centrali.
Più nel dettaglio, nel Vecchio Continente l’indice delle aspettative per l’Area euro è salito a -8,8 punti dal precedente -9,8, mettendo a segno il quarto mese consecutivo di incremento e il valore più alto da febbraio. L’indice sulla situazione attuale è invece passato a -22,5 punti da -23,5 di dicembre, registrando il terzo aumento di seguito.
A pesare su una piena ripresa dell’ottimismo è soprattutto la Germania. Per la principale economia di Eurolandia, il sentiment degli investitori si è infatti rivelato in calo. Per questo, gli analisti frenano su una possibile inversione di tendenza che definiscono “improbabile”. “Ciò è in parte dovuto a Berlino, la cui economia è ancora in recessione e quindi in crisi”, si legge nel report.
Tra gli istituzionali sale la propensione al rischio
Michael Metcalfe, head of macro strategy di State Street Global Markets
Più rosea la situazione livello globale, dove il sentiment degli investitori di lungo periodo ha archiviato il 2023 ai massimi grazie alla posizione della Fed. Lo State Street Risk Appetite Index è infatti salito a 0,24, da quota 0, evidenziando come, complessivamente, a dicembre i flussi sono stati orientati verso un aumento del rischio in tutte le classi di attività. “Il persistere degli interessanti rendimenti dei mercati azionari e obbligazionari di novembre, alimentati dal pivot della Fed, si è rivelato irresistibile”, osserva Michael Metcalfe, head of macro strategy di State Street Global Markets. Che sottolinea come l’indice si sia nuovamente spostato in territorio di ricerca del rischio a seguito soprattutto di un’ulteriore riduzione della liquidità, le cui allocazioni sono diminuite dello 0,3%, toccando il 19,9%. In aumento invece le partecipazioni azionarie, cresciute dello 0,2% al 51,8%, e quelle nel reddito fisso, salite dello 0,1% al 28,2%.
Ad incidere sul morale degli investitori sono stati sia i mercati azionari che quelli valutari, con notevoli miglioramenti nella domanda verso i settori ciclici, il credito societario e le azioni degli emergenti. Si è poi registrata anche una domanda per le valute ad alto rendimento ed è continuata la vendita del dollaro Usa come bene rifugio. Non mancano però alcune aree di cautela: resta infatti ancora contenuto l’appetito per il debito dei mercati emergenti, così come la domanda per gli asset legati alle materie prime. “Questo ci ricorda che, per quanto sia una notizia positiva l’apparente pivot della Fed, ciò deriva in parte dal fatto che le prospettive di crescita globale per il 2024 sono, nella migliore delle ipotesi, modeste”, precisa Metcalfe.
Da notare che nonostante le partecipazioni in liquidità siano scese ancora a dicembre e si attestino ora all’1,2% rispetto ai massimi di ottobre,il 2023 si chiude comunque con un valore superiore rispetto a quello di inizio anno. Ne deriva che sebbene i mercati azionari e obbligazionari siano sembrati leggermente sovracquistati secondo alcune metriche di prezzo, non è così se si analizzano i dati delle partecipazioni effettive. “Le allocazioni in liquidità sono ancora più di un punto percentuale al di sopra delle medie di lungo periodo, ciò evidenzia la possibilità che il denaro torni a confluire nei mercati finanziari se le condizioni rimangono interessanti”, conclude l’esperto. E ciò, a suo parere, vale in particolare per i titoli a reddito fisso, asset class ancora sottopesata e vicina ai minimi da 14 anni.
Sui mercati la tensione è tornata alle stelle. Per gli analisti, un allargamento del conflitto rischia infatti di alimentare uno shock energetico e finanziario globale. Ecco i possibili scenari
Il ceo di J.P. Morgan torna a mettere in guardia su un deterioramento dell’economia americana. Uno scenario cui contribuiscono stimoli pandemici in esaurimento, minore immigrazione e politica monetaria restrittiva rende il sistema vulnerabile a una recessione nei prossimi mesi
Volatilità, Fed orientata a un solo taglio e valutazioni scontate spingono la casa di gestione a guardare oltre gli USA. Per l'equity, è rotta sul Vecchio Continente. Occasioni dal reddito fisso negli emergenti. E sullo sviluppo del business Villani detta la linea: “Italia mercato cruciale”
Ad aprile la crescita si è contratta dello 0,3%, oltre le attese. Gli analisti si aspettano la prossima riduzione dei tassi ad agosto e un'altra probabilmente a novembre. Riflettori puntati sulla spending review di Reeves
A partire dal contributo di FIDA, FocusRisparmio ha analizzato le performance fondi di categoria distribuiti in Italia per stilare una classifica e cercare di fornire una soluzione all’annoso dilemma
Nel Secular Outlook 2025 l’asset manager statunitense individua le forze destinate a ridefinire l’economia globale: tra queste il multipolarismo geopolitico, un’inflazione più persistente e la compressione dello spazio della politica fiscale. Come adattare i portafogli
L’indice dei prezzi al consumo si ferma al +2,4%, meno di quanto previsto dagli analisti. In frenata anche il dato core. Per gli asset manager, salgono le probabilità di una sforbiciata ai tassi. Ma non sarà prima di settembre. E attenzione all’incognita dazi
La strategia di allocazione tattica della banca prevede un posizionamento neutrale su azioni e obbligazioni, con un sovrappeso per il settore immobiliare quotato
Scenari Immobiliari: nel 2024 superati i 4.800 miliardi di euro a livello globale (+3,4%), 1.650 miliardi in Europa (+3,1%). E nel 2025 la corsa continuerà. Nel nostro Paese 675 i fondi attivi
Il country head dell’asset manager d’Oltralpe specializzato in titoli del settore finance detta le direttrici della crescita nella Penisola dopo l’apertura della prima branch milanese. Dal senior debt agli AT1 fino al risiko, ecco dove punta la bussola. "Dazi? Il settore ne beneficerà"
Lo State Street Risk Appetite Index è risalito ai massimi da febbraio. Merito del rinvio dei dazi. Giù l’interesse per gli asset UE, su per quelli USA. Ma il Btp resiste, mentre da dollaro e Treasury è ancora fuga
Iscriviti per ricevere gratis il magazine FocusRisparmio