Quanto lontano possono spingersi gli ETF attivi?
Numeri in costante crescita e una dinamicità delle gamme prodotto senza pari nel settore. Quali i trend e dove possono arrivare, nell’analisi di Francesco Paganelli, CFA, strategist Morningstar EMEA
5 min
*financial analyst di FIDA
Nel vasto e composito ecosistema dell’industria sanitaria, il settore farmaceutico e il biotecnologico sono quelli che più promettono di rappresentare dei temi di investimento, anche in ragione dello stretto legame con tecnologie come l’intelligenza artificiale. Eppure, questi due comparti rappresentano due polarità affini per vocazione ma distanti sotto tanti altri aspetti. Nonostante si muovano entrambi sotto l’egida di regolatori stringenti, è infatti nella diversa architettura della pipeline che si consuma la loro dicotomia: molecole consolidate e cicli produttivi collaudati che si contrappongono ad una perenne proiezione verso l’ignoto, sospinta da ingegneria genetica e terapia cellulare. Ecco quindi che, per gli investitori interessati a cavalcare il trend, diviene fondamentale un’analisi dei prodotti di categoria che permetta di capire su cosa orientarsi in funzione delle proprie strategie e dello specifico profilo di rischio-rendimento.
📰 Leggi anche “Transizione demografica, i fondi tematici più performanti“
È sul terreno della finanza applicata che le due industrie mostrano tratti di maggiore eterogeneità. Le big pharma vantano margini elevati, grazie a prodotti maturi e alla fedeltà dei mercati di riferimento, configurandosi come asset difensivi per eccellenza e idonei a strategie buy-and-hold di lungo termine. Le biotech sono invece realtà spesso pre-revenue, con bilanci dominati da costi fissi imponenti e ricavi futuri incerti, soggette a forti drawdown e a rally parossistici. Qui il timing diventa cruciale e l’investimento assume tratti quasi venture capital: potenzialmente esponenziale nei ritorni, ma altamente sensibile al fallimento. Ciononostante, le convergenze non mancano. Entrambi i comparti si nutrono di ricerca e sviluppo, vero motore propulsivo della crescita, ma le operazioni di M&A che vedono le prime acquistare le seconde per integrare tecnologie di frontiera sono sempre più frequenti. Un processo di ‘biotech buyout’ che ha alimentato la crescita di multipli vertiginosi negli ultimi anni, trasformando il mercato in un’arena ibrida dove il confine tra consolidato e sperimentale si fa sempre più poroso.
A circoscrivere l’universo di osservazione per FocusRisparmio è stata Fida, società di analisi e ricerca dati per l’industria del risparmio gestito, che ha rilevato notevoli differenze tra i sotto-insiemi presi in esame per i fondi settoriali focalizzati sull’equity. Il segmento “Azionari Settoriali – Farmaceutico e Sanitario” si distingue ad esempio per vastità: 372 ISIN, di cui 114 collocati sul mercato retail italiano, a testimonianza di una copertura esaustiva delle grandi capitalizzazioni farmaceutiche e delle nicchie terapeutiche emergenti. Un’abbondanza che consente la costruzione di portafogli estremamente granulari, ma introduce anche un grado non trascurabile di eterogeneità tariffaria: l’ongoing charge medio si attesta infatti all’1,62%, riflettendo il peso delle classi storiche e dei costi fissi ereditati da una lunga tradizione gestionale. Diametralmente opposta è la fisionomia della versione EUR Hedged dello stesso comparto, che si presenta come una selezione d’élite: 42 veicoli complessivi, dei quali solo 19 accessibili al retail domestico. Qui la scarsità non è indice di impoverimento, bensì di sofisticazione. Si tratta di strategie flagship, dotate di economie di scala così come di team di gestione specializzati e una struttura di risk management avanzata. L’ongoing charge leggermente più basso (1,60%) si spiega non con un arbitraggio sul costo dell’hedging valutario, bensì con il consolidamento patrimoniale e la razionalizzazione delle share class. Infine, il comparto “Azionari Settoriali – Biotecnologia” si configura come una nicchia ad altissimo tasso d’innovazione: 99 prodotti, di cui 31 fruibili dal risparmio gestito retail italiano. Il costo medio 1,84% riflette una gestione intensiva e specializzata, incentrata su small e mid cap pioniere della rivoluzione terapeutica. Qui si paga un premio per l’accesso all’avanguardia scientifica e per la sofisticazione analitica necessaria a decodificare la qualità della pipeline.
📰 Leggi anche “Sostenibilità, i migliori fondi per la transizione verde“
Il confronto fra i tre principali benchmark settoriali – biotecnologia, farmaceutico/sanitario unhedged e EUR Hedged, consente di tracciare le linee di forza e debolezza che contraddistinguono ciascun comparto.
Indici a cinque anni. Fonte: FIDAworkstation
La biotecnologia incarna oggi il paradigma dell’avanguardia turbolenta: nel 2025 registra un drawdown dell’ordine del 19%, con ritorni annuali e triennali che si attestano rispettivamente a -17,5% e -20,8%. La volatilità è da capogiro: oltre il 25% su base annua, con una lieve attenuazione (16-17%) su orizzonti quinquennali. Il rapporto rischio-rendimento resta invece fragile: lo Sharpe ratio a cinque anni, pari a 0,13, riflette una performance solo marginalmente positiva rispetto alla rischiosità assunta. I drawdown, tra il 28% e il 36% su diverse finestre temporali, evidenziano infine un’instabilità strutturale che rende questo comparto idoneo solo a investitori dotati di tolleranza elevata al rischio. Il farmaceutico e sanitario unhedged si impone, al contrario, come archetipo difensivo. Il -12% registrato nel primo trimestre è da imputarsi in gran parte a rotazioni settoriali e prese di beneficio, in un contesto macroeconomico segnato da inflazione persistente. Tuttavia, il rendimento a cinque e dieci anni si mantiene solido: rispettivamente +16,7% e +28,2%. La volatilità decresce significativamente nel tempo, fino a stabilizzarsi attorno al 13%-14% su orizzonti lunghi. Il Sharpe a cinque anni (0,48) testimonia un excess return remunerativo, mentre i drawdown restano contenuti e raramente superiori al 20%.
Rendimenti cinque anni solari. Fonte: FIDAworkstation
La versione EUR Hedged si presenta infine come una soluzione tattica per investitori sensibili all’esposizione valutaria. La volatilità corrente (20,9%) è più contenuta rispetto alla controparte unhedged (24,9%). Il rendimento annuale, seppur negativo (-5,9%), migliora rispetto al -10,4% del benchmark non protetto grazie all’effetto cuscinetto dell’hedging. Tuttavia, sul lungo termine, la protezione valutaria frena la performance complessiva: a cinque anni, il segmento totalizza il +11,8% contro il +16,7% unhedged. Lo Sharpe scende a 0,31, mentre i drawdown a cinque anni toccano il 28,4%, molto più marcati rispetto alla versione non coperta.
📰 Leggi anche “AI, i migliori fondi azionari per investire nell’innovazione“
In sintesi, l’universo healthcare si articola in tre grandi archetipi: la biotech, segmento ad altissima intensità di rischio e rendimento, adatta a chi cerca esposizione all’innovazione più radicale; la farmaceutica classica, presidio di stabilità e performance robusta nel tempo; l’hedged, compromesso sofisticato per mitigare l’effetto cambio, sacrificando parte del rendimento storico. Un’analisi integrata di costi, rendimento e profilo di rischio suggerisce una costruzione del portafoglio calibrata, dove l’esposizione al biotech venga dosata come componente ad alta opzionalità, capace di imprimere dinamismo alla performance complessiva, mentre il comparto farmaceutico assuma il ruolo di zoccolo duro, in grado di garantire resilienza e prevedibilità. L’hedged, infine, offre una declinazione tattica utile in contesti di forte volatilità valutaria, o per investitori particolarmente attenti alla componente forex. La sfida, per il gestore e per il consulente evoluto, non sta nell’optare per una sola dimensione ma nel coniugare ampiezza e profondità, prevedibilità e scoperta, costanza e scommessa. Perché, in fondo, l’investimento in healthcare è una questione di equilibrio tra ciò che sappiamo curare e ciò che ancora dobbiamo scoprire.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.