Private equity, brusca frenata degli investimenti globali
Kpmg: il bilancio è di 445 miliardi (-4,1%). Flessione più marcata (-24,2%) per il numero di operazioni. Pesa l’aumento dell’incertezza. Previsioni grigie per i prossimi tre mesi
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Il risparmio come risorsa per l’Italia: un bene da tutelare, agevolare e anche insegnare. È questo in estrema sintesi il messaggio arrivato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata mondiale del risparmio. Un leitmotiv ribadito anche dalle altre personalità presenti alla celebrazione romana ospitata da Acri, con il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta, che ha rimarcato la necessita di incanalare i soldi degli italiani verso gli investimenti nell’economia tricolore, e il numero uno dell’Abi, Antonio Patuelli, che ha invece puntato l’attenzione sull’eccessiva tassazione.
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“Quello che appare evidente è la natura di bene individuale e collettivo allo stesso tempo rappresentato dal risparmio, risorsa per il futuro”, ha esordito il capo dello Stato nel suo intervento. Per questo, “la lotta all’inflazione e la tutela del valore reale” dei soldi messi da parte dagli italiani, sono un “impegno prioritario per la nostra Repubblica”. Incoraggiare il risparmio significa infatti “incentivarlo come fonte importante del processo economico” ha aggiunto. E ogni iniziativa che vada in tal senso è, dunque, ancora necessaria e benvenuta. “La prima condizione è che sia possibile risparmiare a livello individuale. Oggi (ce lo dicono i dati della Banca d’Italia) il 50% della popolazione continua a non esserne in grado. Con gravi disuguaglianze, e l’aumento della povertà rischia di perpetuare questa condizione nel tempo”, ha avvertito Mattarella. Precisando che, oltre al ruolo fondamentale per il benessere delle persone, il risparmio è anche “di primaria importanza per fare funzionare l’economia reale”. “Per finanziare il credito, è fonte imprescindibile” ha infatti scandito. Concludendo che anche l’educazione finanziaria è determinante per insegnare il valore del risparmio, ancor di più alla luce dell’innovazione che rende più complessi gli investimenti.
Il risparmio, fonte di stabilità e progresso per le famiglie, “è una risorsa essenziale per l’avanzamento economico e civile di un Paese”, gli ha fatto eco nel suo intervento Panetta. La sua protezione, al centro dell’attività della Banca d’Italia, richiede quindi “che tutti coloro a cui è affidato operino con integrità, nel rispetto dei più elevanti valori etici e professionali”, ha affermato. Il governatore ha poi osservato che il tasso di risparmio nel Paese ha risentito della crisi finanziaria globale, di quella dei debiti sovrani nell’Area euro e infine della pandemia. Anche i fattori demografici incidono, con i giovani “condizionati dai loro bassi redditi” che non riescono ad accantonare per il futuro. Ma non ci sono solo le famiglie, ha ricordato Panetta, “in questo secolo il risparmio delle imprese è divenuto via via più rilevante, fino a rappresentare due terzi di quello privato nell’ultimo decennio”. Nel complesso il flusso annuo di risparmio privato supera oggi i 400 miliardi, un quinto del reddito nazionale, ma “solo parte di esso finanzia gli investimenti in Italia”, ha evidenziato. Aggiungendo che, se le risorse impiegate all’estero nel quinquennio precedente la pandemia fossero state utilizzate per finanziare capitale produttivo in Italia, “avrebbero accresciuto gli investimenti di quasi un quinto”.
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Il governatore ha anche invitato il governo a farsi carico di una “responsabilità importante per dare credibilità al progetto europeo, realizzando gli investimenti e le riforme previsti dal Pnrr, riducendo l’incidenza del debito pubblico sul prodotto e affrontando con decisione i nodi irrisolti che ho richiamato”. E ha indicato una serie di nodi strutturali che hanno determinato il sostanziale ristagno dell’economia italiana fra il 2000 e il 2019: “scarsa capacità innovativa e pochi investimenti, un sistema produttivo frammentato e orientato verso comparti tradizionali, le carenze della pubblica amministrazione e delle infrastrutture, la bassa partecipazione al mercato del lavoro”. Infine, ha ribadito che le banche italiane sono oggi “ben capitalizzate e redditizie”, ma che sono necessarie una “maggiore integrazione del mercato bancario a livello europeo” e “la creazione di un mercato dei capitali europeo”, la cui condizione è “l’introduzione di un titolo europeo privo di rischio, essenziale per lo svolgimento delle principali attività tipiche dei mercati finanziari”.
“Vetuste leggi fiscali, molto antecedenti alle nuovissime tecnologie e all’intelligenza artificiale, dispongono ancora uguale tassazione per il risparmio e per la speculazione”. Questo il cuore dell’intervento del presidente dell’ABI, che ha sottolineato come la pesante tassazione esistente nel nostro Paese “spinge tante volte i risparmiatori italiani ad investire all’estero”. “Occorre correggere presto tutto questo, perché la tutela dei risparmiatori è una necessità etica e strategica per l’Italia”, ha dunque esortato Patuelli. Chiedendo esplicitamente al governo “che le leggi tributarie rispettino meglio il risparmio che oggi è gravato dall’imposta ordinaria del 26%, che si aggiunge alla pressione fiscale sulle società quando in esse viene investito”. Occorre anche, secondo il numero uno dell’associazione bancaria, abolire l’imposta di bollo: una vera “patrimoniale che grava sul risparmio” e “sulla liquidità nei conti correnti”.
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Alla cerimonia è intervenuto anche il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che tra le altre cose ha osservato come nei prossimi anni l’Unione europea dovrà colmare il divario di competitività rispetto alle altre principali economie mondiali e affrontare diverse sfide strategiche. Tra queste, la doppia transizione, verde e digitale, il rafforzamento della difesa comune e lo sviluppo di nuove infrastrutture. “Saranno necessari ingenti investimenti che non potranno essere soddisfatti solo da fonti pubbliche, dati i vincoli di bilancio esistenti”, ha avvertito. Evidenziando che occorrerà quindi “mobilitare anche il risparmio privato, che assumerà di nuovo il ruolo di risorsa fondamentale per lo sviluppo”. Ma questo, ha aggiunto, sarà possibile “solo se sapremo realizzare un ‘ecosistema’ regolamentare e amministrativo che faciliti l’accesso delle imprese al mercato dei capitali, così favorendo anche l’accesso dei risparmiatori a strumenti di investimento diversificati per rischio, rendimento e orizzonte temporale”. Il ministro ha anche invitato l’Europa a completare al più presto l’Unione bancaria “anche in ottica complementare all’Unione dei mercati dei capitali”.
Il presidente dell’Acri, Giovanni Azzone, ha invece ricordato come nel nostro Paese il risparmio sia prevalentemente fermo sui conti correnti. “Solo una minima percentuale viene investita in aziende che operano sul territorio nazionale e che possono generare occupazione e creare valore condiviso”, ha spiegato. Auspicando un celere intervento politico per cambiare le cose: “Il governo ha allo studio alcune misure per incentivare e accompagnare una radicale inversione di tendenza in questo campo, che potrebbe rivelarsi un potente volano di crescita per il sistema economico nazionale”, ha concluso.
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