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Secondo l’agenzia di rating, la corsa dei profitti rappresenta una normalizzazione per tanti istituti finanziari. E in molti casi ha raggiunto il picco. Tuttavia, non si prevede un calo nel 2024
La redditività delle banche europee dovrebbe resistere bene alla debolezza economica e all’inasprimento della politica monetaria, almeno nel breve termine. Ma l’aumento degli utili non può essere considerato una panacea ai problemi strutturali che affliggono molti istituti del Vecchio Continente. L’alert arriva da S&P Global Ratings che, in un report dedicato al settore, sottolinea come la risalita degli utili ha probabilmente già raggiunto il picco in molti Paesi. E potrebbe invertire la rotta se le relative economie dovessero frenare o se interventi politici riducessero ulteriormente i ricavi.
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Per l’agenzia Usa, circa due terzi delle banche europee dovrebbero riportare profitti ante imposte più forti nel 2023 rispetto allo scorso anno, grazie soprattutto al rimbalzo dei margini d’interesse netti e alle modeste esigenze di accantonamenti aggiuntivi. Pertanto, è probabile che molte banche raggiungano un Rote pari all’8%, cui aspiravano negli anni dei tassi negativi. Per gli analisti, alcuni istituti finanziari supereranno di gran lunga questo valore.
Gli esperti rassicurano, ma non scompaiono i fattori di rischio
“L’aumento degli utili segna una gradita normalizzazione dopo anni di compressione dei margini, ma non allevia tutte le sfide strutturali relative alla redditività”, avverte il credit analyst, Giles Edwards. “Ciò è particolarmente vero per le banche in Francia e Germania, dove la redditività strutturale è bassa da molto tempo, ma anche per quelle che non hanno le dimensioni o la diversificazione necessarie per competere con forza”, aggiunge.
Secondo gli esperti, infatti, l’incremento dei profitti può apparire anomalo in un contesto di crescita economica più debole e di liquidità in calo, ma ha aumentato la capacità di assorbimento delle perdite delle banche e il margine per le distribuzioni agli azionisti. Per la maggior parte degli istituti finanziari, però, questo aumento ciclico rappresenta più che altro una normalizzazione. E non risolve di per sé la necessità di coprire il costo del capitale proprio.
Guardando al futuro, secondo l’agenzia Usa, gli utili ciclici potrebbero raggiungere il picco nel 2023 per molte banche. Sono diversi i fattori che influiscono su tale previsione: la crescita economica in forse, il costo del rischio in aumento, il rallentamento del margine d’interesse netto e la debolezza dei nuovi volumi di prestito. Gli analisti non prevedono però un forte calo nel 2024. E gli outlook sugli istituti, prevalentemente stabili, riflettono quindi la view che prevede una buona capacità di recupero. Gli esperti non escludono neppure ulteriori upgrade laddove gli istituti dimostrino una migliore redditività strutturale. Ma i rating potrebbero essere messi sotto pressione nel caso in cui le banche affrontino una perdita di competitività, risultati deboli e instabilità operativa, oppure qualora S&P rivaluti la qualità o il grado di rischio dell’attività di credito.
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