Azionario USA: non solo tech
Gli esperti di AllianceBernstein John H. Fogarty e Vinay Thapar analizzano le prospettive di crescita del mercato USA e dei differenti settori che lo compongono
3 min
Negli Usa la recessione è più lontana, così come un taglio dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve. A decretarlo sono stati gli ultimi dati rilasciati dal Bureau of Labour Statistics americano, che hanno mostrato un mercato del lavoro ancora in buona forma, nonostante la revisione al ribasso dei numeri di marzo. Ad aprile si è infatti registrato un aumento dell’occupazione superiore alle attese, mentre i numeri sui disoccupati si sono rivelati inferiori alle previsioni.
📰 Leggi anche “La Fed alza i tassi dello 0,25% e apre a una pausa“
Nel dettaglio, il mese scorso sono stati creati 253mila posti di lavoro nel settore non agricolo a stelle e strisce, ben oltre i 180mila del consensus e in aumento dai 165mila rivisti di marzo. Meglio delle attese anche il settore privato, dove i nuovi posti di lavoro sono stati 230mila contro i 123mila del mese precedente e i 160mila attesi dal mercato. La disoccupazione è invece scesa al 3,4%, rispetto al 3,7% di marzo e contro il 3,6% stimato: un dato vicino ai minimi storici. In aumento più del previsto anche i salari orari medi, che hanno segnato l’incremento più consistente dallo scorso luglio: +0,5% rispetto a marzo e +4,4% rispetto al 2022. Ben al di sopra del ritmo annuo del 3% che gli economisti considerano coerente con un tasso di inflazione al 2%.
Buona la reazione dei mercati subito dopo la pubblicazione dei dati, con gli investitori che vedono ora il rischio di una recessione negli Stati Uniti farsi un po’ meno incombente. Quanto alla Federal Reserve, invece, secondo gli economisti citati da Bloomberg, la tenuta del mercato del lavoro non mette necessariamente in discussione l’ipotesi di una pausa degli aumenti dei tassi a giugno. Ma rende meno probabile la prospettiva di eventuali tagli al costo del denaro nei prossimi mesi, rafforzando lo scenario “più alti più a lungo”. I rendimenti dei Treasury a due anni sono infatti saliti di circa 8 punti base subito dopo i dati, attestandosi al 3,87%.
📰 Leggi anche “Fed verso lo stop: le conseguenze per gli investitori“
Sulla stessa linea Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia, secondo cui l’elemento più sorprendente di questa tornata di dati è proprio la continua e costante crescita dei salari, che porterà qualche argomentazione in più ai falchi del Fomc per prolungare il ciclo di rialzi dei tassi. Per l’esperto, quindi, i prossimi dati macroeconomici saranno fondamentali per capire quali saranno le future mosse della banca centrale statunitense. E il primo appuntamento in programma è già lunedì 8 maggio, quando verrà pubblicata la Senior Loan Officer Opinion Survey sul primo trimestre: un documento che potrebbe mostrare un significativo inasprimento delle condizioni creditizie.
“Al momento i dati sulla crescita dei salari non sono sufficienti per modificare le nostre aspettative su una pausa nel processo di rialzo dei tassi di interesse. Crediamo infatti che lo scenario più probabile per la riunione di giugno sia una conferma dei tassi sui livelli attuali”, ha detto Diodovich. Che ha concluso: “Escludiamo però tagli del costo del denaro nel corso dell’anno come invece sta scontando il mercato”.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.