Come andare oltre la versione “semplicistica” del concetto di diversificazione in 4 mosse, secondo Sébastien Page, head of Global Multi-Asset e chief investment officer della casa di gestione
Il messaggio fondamentale di Sébastien Page, head of Global Multi-Asset e chief investment officer di T. Rowe Price, sull’attuale contesto di investimento è che abbiamo a che fare con dati macroeconomici “strani, inconsueti, al limite della stravaganza”. Numeri che rendono necessario un alto tasso di cautela e una capacità di interpretazione in linea con uno scenario che impone di allargare lo sguardo per ricomprendere i grandi e inediti movimenti di politica monetaria e fiscale in una arco temporale che includa il mondo pre, durante e post-Covid.
“La decelerazione dell’economia globale è reale ma il rischio di una forte recessione nella seconda parte dell’anno, ritenuto alto da molti operatori di mercato, è un’altra cosa”, afferma Page che si definisce “not so bearish”.
“Dobbiamo tenere presente il punto di partenza e cioè le distorsioni delle normali dinamiche di mercato legate agli interventi finanziari per fronteggiare la pandemia da Covid-19”, motiva l’head of Global Multi-Asset della casa di gestione.
Aspettative di inflazione in miglioramento negli Stati Uniti, anche se “non arriverà al 2% nel breve periodo ma si fermerà al 3-4%”, e curva dei rendimenti pesantemente invertita sui Treasury sono solo due dei segnali contrastanti che giungono dai dati di mercato. “I campanelli d’allarme rappresentati dai PMI manifatturi, dagli indici di fiducia dei consumatori e dalle condizioni del credito non devono essere sottovalutati ma, allo stesso tempo, devono essere messi in prospettiva”.
Page porta come esempio la quota di risparmio dalle famiglie statunitensi su cui inizia a vedersi una chiara tendenza di diminuzione. Un calo che segue però ad un periodo di accumulo senza precedenti dal 1966 ad oggi.
“Non è il momento di fare gli eroi”
Ecco che il mantra attuale della divisione Multi-Asset di T.Rowe Price è fortemente relazionato sì alla necessità di cogliere le opportunità offerte dai mercati, ma prima di tutto a limitare i rischi di drawdown: moderato sottopeso delle azioni, con preferenza per le small cap sulle big cap per cogliere un’opportunità di relative value, e moderato sovrappeso per il reddito fisso, dove piace in particolare l’high yield globale. Dal punto di vista regionale sull’equity convincono di più mercati emergenti e Giappone rispetto ad Europa e Stati Uniti, mentre la view più pessimistica in termini di asset class è quella sul credito investment grade statunitense.
Il nuovo 60/40
A specifica domanda di FocusRisparmio su che cosa sia lecito attendersi in termini di correlazione equity-bond dopo un 2022 in cui tutto si è mosso nella stessa direzione, Page cita direttamente il suo ultimo libro Beyond diversification, edito da McGraw-Hill. “È un titolo che non significa che la diversificazione non sia più possibile e che non debba essere ricercata ma che è necessario superare un suo concetto ‘naive’, legato al mix semplicistico di azionario e obbligazionario”, afferma.
“Ciò che facciamo nel nostro team è lavorare ad una continua modernizzazione del classico portafoglio con 60% di equity e 40% di fixed income, adattando costantemente il posizionamento all’andamento dei mercati e innovando anche in termini di apporto delle nuove tecnologie alla gestione del portafoglio”, spiega.
“Oggi che i dati economici sono contraddittori e il rischio maggiore consiste in ulteriori shock energetici con gravi conseguenze sull’inflazione”, prosegue, “abbiamo quattro priorità in termini di costruzione complessiva del nostro posizionamento: utilizzo di strategie alternative liquide, esposizione a real asset strumenti inflation linked, strategie di hedging per minimizzare i possibili drawdown con focus sulla gestione dei loro costi e, infine, applicazione della diversificazione su un ampio spettro di fattori tra cui value/growth, emergenti/sviluppati, large cap/small cap”.
Per quanto riguarda la gestione della liquidità, infine, nei portafogli multi-asset di T. Rowe Price (che complessivamente cubano oltre 400 miliardi di dollari di masse in gestione) la cautela di manifesta con un posizionamento medio tra il 3% e il 5%, contro una quota strategica vicina allo zero data la natura di lungo periodo dell’approccio di investimento.
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