Per Casagrande di Generali AWM, carovita e stretta monetaria proseguiranno nel breve termine. Ma non mancheranno occasioni soprattutto nel reddito fisso. Cautela nel Vecchio Continente e più duration sui Treasury le sue strategie per sfruttarle. Cresce, invece, il rischio nell’azionario
Filippo Casagrande, chief investment officer (cio) di Generali Asset & Wealth Management Business Unit
Con l’inflazione tornata a essere una variabile bidimensionale dopo un decennio di calma piatta per le banche centrali, la volatilità dei prezzi promette di imporsi come fattore cruciale dell’attuale fase del ciclo economico. Tuttavia, se questa incertezza sulla dinamica del carovita potrà offrire grandi opportunità nel reddito fisso, il mercato azionario va approcciato con cautela perchè rischia di venir penalizzato da utili divergenti rispetto ai tassi reali e alle dinamiche di liquidità. Ne è convinto Filippo Casagrande, responsabile della divisione Insurance Investment Solutions di Generali Asset & Wealth Management, secondo cui il resto dell’anno sarà caratterizzato da una politica monetariain altalena.
Un contesto “movimentato”
Per Casagrande, le ultime settimane sono state più movimentate di quanto si potesse immaginare. “All’inizio, i dati oltre le stime negli Usa e le prospettive di ulteriori rialzi da parte di Fed e Bce hanno spinto Treasury e Bund vicino ai massimi da inizio anno (2,70% e 4,10%). Poi l’inflazione americana sotto le attese ha favorito un cambio di rotta, con movimenti di 30-40 punti base lungo tutta la curva”, spiega. Eppure, dal suo punto di vista, anche i mesi a venire rischiano di non essere da meno. Non tanto per l’inflazione, sulla quale il manager vede progressi significativi perfino nella resistente componente core americana, quanto piuttosto per le prospettive di crescita. “Il quadro risulta di difficile interpretazione. Il segmento manifatturiero è in recessione, mentre i servizi tengono e il carovita in calo aiuta i consumi”, è la considerazione dell’esperto. Che aggiunge: “Fondamentale sarà il ruolo della politica fiscale, perché misure espansive possono far guadagnare tempo o contrastare l’impatto negativo dell’inasprimento monetario e creditizio ma creano il rischio di riaccendere la corsa dei prezzi e costringere le banche centrali a misure restrittive per più tempo”. Da qui, la view della casa di gestione sulla politica monetaria: “Vedremo ancora fasi di tassi in salita, alternate a periodi di discesa”.
I tassi spingono le obbligazioni
In un contesto di questo tipo, Generali Asset & Wealth Management intravede l’opportunità di sfruttare le ulteriori strette di Bce e Fed per aggiungere rischio di duration ai portafogli soprattutto sui titoli governativi. Sia pur con opportuni accorgimenti. Sul segmento in euro, ad esempio, Casagrande preferisce un “approccio neutrale nel breve termine” perché “gli ultimi giorni hanno visto un deciso calo dei rendimenti”. Per i Treasury americani, invece, la sua view si fa “più costruttiva” in ragione dei “maggiori progressi nel processo di riduzione dell’inflazione core” e del “maggior potere diversificante”. Ulteriori inversioni delle curve vengono invece considerate dall’esperto come un’occasione per “iniziare trade di steepening”, specie considerando che quella Usa 5-30 anni è scesa fino a -45 punti base.
Per quanto riguarda le strategie di carry, la prospettiva della casa di gestione è che siano favorite dalla pausa estiva e dal conseguente calo dei volumi. Ecco quindi che, per Casagrande, “Btp e credito, sia investment grade sia high yield (ma con selezione), mostrano tassi interessanti per livelli contenuti di duration”. Nel credito, preferiti “posizionamenti in segmenti a basso rischio come bond senior finanziari o titoli ibridi selezionati”.
Pochi utili: cresce il rischio nell’equity
Più difficile delineare la parabola del mercato azionario, dove buona parte della perfomance dipenderà dalla traiettoria degli Stati Uniti. Mentre le borse europee viaggiano piatte e quella britannica si attesta addirittura in calo, solo i listi americani si stanno infatti muovendo in positivo. Ma, come sottolineato da Casagrande, anche per Wall Street le insidie all’orizzonte non mancano. “La quasi totalità dei guadagni annuali sono dovuti a un’espansione dei multipli, con il rapporto price-earnings salito a 19,7 come non si vedeva da aprile 2022. Proprio questo fenomeno, a cui non ha fatto seguito un recupero adeguato degli utili aziendali, finisce però per rendere più rischioso il comparto”, spiega il dirigente di Generali. E la riprova viene dall’Equity Risk Premium, una misura della remunerazione del rischio di investire in azioni rispetto a titoli governativi sicuri, che si attesta ai minimi dal 2002 negli Usa e dal 2009 in Eurozona.
Per Casagrande, quindi, “si fa ancora più marcata la divergenza con i tassi reali così come quella rispetto alle recenti dinamiche di liquidità nel sistema”. Un’allocazione prudente pare la risposta più saggia, anche se il manager suggerisce come alternativa un approccio settoriale difensivo poichè il comparto ciclico sembra aver già scontato una notevole ripresa economica nei prossimi trimestri. “Ribadiamo la cautela sullo stile growth negli States, ormai a livelli estremi dopo la sovraperformance del 30% negli ultimi sei mesi, mentre in Europa il rapporto del segmento con la controparte value si presenta più bilanciato grazie a una redditività della banche sui massimi dal 2009”.
Emergenti
Non manca spazio anche per l’allocazione verso i mercati emergenti, soprattutto di carattere obbligazionario. Da questo punto di vista, Casagrande sottolinea l’importanza di un’esposizione alla duration di Brasile, Colombia, Messico e Ungheria. Tutti Paesi che hanno realizzato ottimi progressi nella lotta all’inflazione o si sono addirittura lasciati già alle spalle il carovita. Fondamentale resta, comunque, mantenere un approccio più bilanciato sulle diverse valute nazionali, specie dopo i forti rally degli ultimi mesi.
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