Eurozona, S&P prevede tassi alti più a lungo: allarme credito
Per l’agenzia di rating l’inflazione tornerà al 2% solo a fine 2025. E la Bce resterà falco facendo salire il rischio default. Niente tagli prima della seconda metà del 2024
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Annunciato a più riprese, il fondo sovrano del Made in Italy inizia a prendere forma. L’obiettivo del governo è supportare la crescita e il consolidamento delle filiere strategiche nazionali, anche nell’approvvigionamento di materie prime. Per raggiungerlo il Mef è pronto a mettere mano al portafoglio, chiamando a raccolta anche una serie di investitori privati, come le casse previdenziali dei professionisti e le assicurazioni.
Il progetto è contenuto nel disegno di legge Made in Italy, che dovrebbe approdare in Consiglio dei ministri la prossima settimana e in cui appunto si autorizza il Tesoro ad investire, a condizioni di mercato, nel capitale delle imprese nazionali. Un investimento da realizzare tramite l’acquisto o la sottoscrizione di azioni e altri strumenti finanziari di veicoli societari o fondi di investimento oppure attraverso altri strumenti di coinvestimento. Quanto all’importo massimo da destinare al fondo, nella bozza non c’è traccia di cifre, ma si parla di circa 600 milioni di euro. Non sono stati quantificati, al momento, neppure gli oneri per far fronte al meccanismo.
Il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, ha chiarito che il fondo sovrano italiano avrà il compito di “accompagnare l’operatività di Cassa depositi e prestiti per favorire progetti di consolidamento patrimoniale e di aggregazione nel settore delle mid-cap e delle grandi imprese”. Per Giorgetti, infatti, la partecipazione statale può essere in tutti questi settori “garanzia di interesse pubblico e di attenzione alla profittabilità degli investimenti e ha un ruolo fondamentale come azionista capace, a seconda dei casi, di presidiare settori strategici e favorire la crescita di aziende come investitore paziente come nel caso della Cdp”.
Nel ddl si parla appunto “di imprese nazionali ad alto potenziale o di imprese nazionali che, in ragione della rilevanza sistemica già raggiunta, possano generare importanti esternalità positive per il Paese e ridurre i costi di coordinamento tra gli attori delle filiere coinvolte”. L’obiettivo del ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha lavorato alla legge quadro, è infatti quello di dotare le pmi tricolori di risorse per facilitare gli approvvigionamenti sia di materie prime, con una particolare attenzione alle terre rare, sia di energia. Il modello è quello del governo francese, che la scorsa settimana ha annunciato un fondo d’investimento pubblico-privato da 2 miliardi di euro, di cui 500 statali, per i “metalli critici”. In questo senso, la nascita del fondo sovrano sarà affiancata dal Piano nazionale sulla microelettronica e la digitalizzazione del Paese, atteso entro fine giugno.
Dopo il passaggio in cdm, la partecipazione del Tesoro al fondo sovrano dovrà essere regolata da un decreto attuativo del Mef e del Mimit, per evitare che risulti in contrasto con la normativa Ue sugli aiuti di Stato. Anche per questo il ministero guidato da Giorgetti investirà sempre solo come socio di minoranza.
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