Secondo una survey di Capital Group, il 78% degli hnwi globali ha disponibilità liquide superiori al 10% del portafoglio. Un’eccessiva cautela che impedisce di cogliere le opportunità sul mercato e frena la generazione di ricchezza
Sui mercati, si sa, la paura gioca sempre brutti scherzi. Questa volta a peccare di eccessiva prudenza sono gli investitori high-net-worth, quelli con un patrimonio personale oltre il milione di dollari, che rischiano di perdersi le opportunità del mercato. Lo evidenzia un’indagine condotta da Capital Group, che mostra come il 78% dei paperoni globali detenga sotto forma di liquidità oltre il 10% del proprio portafoglio. Una quantità tale da ostacolare la generazione di ricchezza a lungo termine.
Dalla volatilità ai tassi: cosa spaventa gli investitori
Secondo la survey, che ha coinvolto 450 hnwi, tra le principali paure per i prossimi dodici mesi spicca quella di una maggiore volatilità (60%). Seguono il timore di una ripresa più rapida dell’inflazione (56%) e quello di un aumento dei tassi (41%). Un quadro complessivo che porta quasi la metà dei super ricchi (il 48%) a considerare le obbligazioni rischiose quanto le azioni e a preferire la “sicurezza” del cash. A causa delle tensioni geopolitiche, poi, ben il 55% ammette di non sapere dove investire.
Perchè è l’ora di investire
Alexandra Haggard, head of asset class services Europe e Asia di Capital Group
Alexandra Haggard, head of Asset Class services Europe e Asia di Capital Group, commenta i risultati dello studio con relativa preoccupazione. “È facile tenere ferma la liquidità ma riteniamo che il più grande rischio di mercato sia oggi quello di detenerne in eccesso”. L’esperta ricorda infatti come i tassi di liquidità tendano a decadere subito dopo il picco della stretta monetaria delle banche centrali. Ne deriva che, per gli investitori con un patrimonio netto elevato, averne troppa in portafoglio rischia di frenare la generazione di ricchezza. “La storia ha dimostrato che il reddito fisso e le azioni hanno superato il cash dopo che la Fed ha terminato di aumentare i tassi”, sottolinea la Haggard. Per poi concludere: “In un’ottica di lungo periodo, riteniamo che sia giunto il momento di investire”.
Scott Steele, Fixed Income lead di Capital Group per Europa ed Asia
Scott Steele, Fixed Income lead di Capital Group per Europa ed Asia, va oltre le parole della collega. A suo parere, nonostante l’incertezza macro, il contesto attuale non smette infatti di offrire opportunità agli investitori di lungo termine che si siano disposti a concentrarsi sui fondamentali. “Il vasto mercato globale del reddito fisso presenta ampie fonti di ritorno”, spiega. Per l’esperto, dunque, la ricomparsa dei rendimenti obbligazionari indica che si può l’investire la liquidità in bond di alta qualità con risultati interessanti nell’ottica di “un potenziale guadagno futuro”.
Al di là del contesto attuale, il sondaggio di Capital Group dimostra come sul lungo termine prevalga l’ottimismo tra i paperoni. Il 63% del campione ha infatti intenzione di puntare di più sulle azioni di qui a un anno, con un terzo degli intervistati che cita come motivo le buone valutazioni. Il 49% conta poi di aumentare l’allocazione alle obbligazioni, mostrando preferenza proprio per le emissioni di qualità. Nove su dieci prediligono i titoli di Stato, l’85% vuole fare incetta di obbligazioni high yield e l’84% di corporate bond investment grade. Guardando ai prossimi dieci anni, infine, il 58% si aspetta che reddito fisso ed equity saranno meno rischiosi della liquidità perché in grado di battere l’inflazione.
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