L’Outlook 2024 di Ubs GWM vede una crescita in frenata e i primi tagli dei tassi. Aziende innovative e mercati meno liquidi i cavalli vincenti per affrontare un decennio di trasformazioni. Ma, nel breve termine, qualità e disciplina restano le chiavi
Una crescita economica che resterà prossima allo zero in Europa e andrà incontro a un significativo rallentamento tanto negli Stati Uniti quanto in Cina. Il tutto mentre le banche centrali allenteranno sempre di più la loro stretta per poi iniziare a tagliare i tassi dal secondo semestre. È questo il film del 2024 secondo Ubs Global Wealth Management, che il 16 novembre ha presentato il suo tradizionale outlook di fine anno. Qualità, equilibrio, disciplina e agilità le parole d’ordine della casa di gestione svizzera per affrontare al meglio la nuova stagione cui gli investitori vanno incontro. Anche se saranno i mercati privati e la tecnologia le due aree a riservare le maggiori soddisfazioni nel prossimo decennio.
Crescita a rilento: servono diversificazione e disciplina
Mark Haefele, chief investment officer di UBS Global Wealth Management
Ad aprire i lavori è stato il chief investment officer della società, Mark Haefele, che ha paragonato l’approccio al 2024 con l’ingresso in “un mondo nuovo”. Stando a quanto emerge dal report, lo scenario che si prospetta vedrà infatti l’incertezza economica e l’instabilità geopolitica degli ultimi mesi sommarsi a un fattore inedito: i cambiamenti tecnologici. Da qui il quadro macroeconomico disegnato dal gruppo, che vede la solidità dell’economia statunitense lasciare il posto a una crescita più lenta ma anche il Pil Vecchio Continente restare stagnante e quello cinese vivere un’espansione più contenuta. Tre ipotesi che si affiancano a un’ulteriore previsione: quella di un taglio dei tassi di interesse, con la Bank of England che si muoverà per prima già nel secondo trimestre e la Federal Reserve o la Banca centrale europea a inseguirla da giugno in avanti. “Le avversità di questi anni hanno rafforzato tre concetti in materia di investimenti: il valore della diversificazione globale, la virtù della pazienza e la resilienza del genere umano”, ha detto Haefele.
Le zavorre Cina e Usa sulla crescita
Previsioni del Pil globale e principali contributi al rallentamento. Fonte: Ubs, novembre 2023
Quattro scenari di breve e altrettante sfide
Nel dettaglio, quattro sono gli scenari di breve periodo disegnati da Ubs GWM. E a ciascuno corrisponde una precisa strategia di portafoglio. In caso di soft landing, dato al 60% dalla casa, sia le azioni che le obbligazioni dovrebbero offrire rendimenti positivi. “Il rallentamento della crescita Usa, insieme al calo dell’inflazione e alle aspettative di riduzione dei tassi, dovrebbe tradursi in una flessione dei rendimenti a sostegno delle quotazioni obbligazionarie e azionarie mentre le società mantengono gli utili in crescita”, recita il documento. Diversa è invece la dinamica associata all’ipotesi di decollo: un’economia vigorosa favorirebbe infatti i profitti aziendali, così come la fiducia degli investitori e i corsi azionari, ma farebbe anche rimanere l’inflazione stabilmente sopra l’obiettivo. Questo si tradurrebbe in rendimenti obbligazionari ancora elevati e quindi in risultati dell’asset class sostanzialmente nulli. Un eventuale atterraggio violento (15%), contraddistinto da recessione moderata o grave, porterebbe con sé un ribasso dell’equity ma permetterebbe al reddito fisso di registrare buone performance in scia al crollo delle aspettative sul costo del denaro e al ripiego sui beni rifugio. Sia le azioni che le obbligazioni potrebbero infine registrare un andamento negativo (5%) qualora a prendere il sopravvento fossero i timori legati all’eccesso di deficit, all’aumento dei prezzi dell’energia o a un prolungato periodo di inflazione superiore all’obiettivo.
Le aspettative sui tagli delle banche centrali
Tagli cumulativi dei tassi nel 2024, in punti base, e mese del primo taglio dei tassi. Fonte: Ubs, novembre 2023
Dalla tattica alla strategia: la stagione delle ‘cinque D’
Se il breve periodo pare ancora dominato dall’incertezza, più chiare sembrano le prospettive su un orizzonte temporale decennale. E, con esse, anche le strategie che Ubs propone per preparare i portafogli. Per la società, sono infatti cinque le dinamiche che plasmeranno nel bene o nel male gli anni a venire: deglobalizzazione, demografia, digitalizzazione, decarbonizzazione e debito. Questa consapevolezza permette di individuare due driver di performance sui quali fare affidamento, a prescindere da come si configureranno le variabili macro (crescita, decrescita, stagnazione, stagflazione): i leader dell’innovazione e i mercati privati. Nel primo caso, la logica è chiara: alcuni dei più alti rendimenti dell’equity saranno conseguiti dalle società in grado di sfruttare le nuove tecnologie per accrescere spodestare gli operatori storici o ridurre i costi. Quanto ai private markets, Ubs ritiene che gli operatori del settore si troveranno in una posizione privilegiata per offrire capitale, attraverso investimenti azionari e nel debito, in aree di crescita chiave: dal net zero all’assistenza sanitaria fino alle infrastrutture, passando per l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione.
Matteo Ramenghi, chief investment officer di Ubs Global Wealth Management in Italia
“Molte società dovranno rifinanziarsi e offriranno opportunità nel credito privato”, ha sintetizzato Matteo Ramenghi, chief investment officer di UBS GWM Italia. Che ha aggiunto: “È probabile che i debiti pubblici dovranno salire per far fronte alle trasformazioni. Il modo migliore per gestire le passività è di poter contare su una robusta crescita, spinta anche dagli investimenti, ma se così non fosse occorrerebbe pensare a un aumento della tassazione, default e repressione finanziaria, vale a dire mantenere i rendimenti dei debiti pubblici al di sotto dell’inflazione”.
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