Il caso dell’avvocato Massimo Malvestio. Dal rapporto con Mario Zarattini al Thomson Reuters Lipper Award del 2017 per arrivare al 2021, anno in cui il fondo flagship della sua Praude AM si muove verso la miglior performance dal lancio
Massimo Malvestio, fondatore di Praude Asset Management
Non è una storia lineare quella dell’avvocato Massimo Malvestio, noto professionista veneto del settore legale e fondatore di Praude Asset Management, società di gestione del risparmio fondata nel dicembre 2009 e specializzata in value investing.
Praude AM è un approdo di un percorso che ha intrecciato finanza e avvocatura per oltre trent’anni. “Sono stato un grande amico di Mario Zarattini e ancora prima che si trasferisse a Lugano e fondasse la sua banca molti erano i progetti nel campo finanziario di cui abbiamo discusso insieme. Poi decisi di prendere un’altra strada e l’attività di avvocato mi ha impegnato a tempo pieno, non abbastanza però da farmi perdere una passione che nel tempo, dati i risultati, ha dovuto quasi obbligatoriamente trovare una forma più compiuta”.
Ci spieghi allora come è nato Hermes Linder, il fondo che nel 2017 ha vinto il prestigioso Thomson Reuters Lipper Award nella categoria European Small Cap?
In sostanza ho sempre gestito i miei risparmi operando in Borsa. Questo è un fondo che è nato dalle pressioni della mia cerchia di amici che con notevole insistenza mi chiedevano consigli. Nel tempo è cresciuto fino ad avere la forma e la dimensione di oggi. Abbiamo un track record di strategia che parte nel 2004 con una performance dal lancio superiore al 600% e con un rendimento composto dell’11,85%. Il 2021 si sta rivelando uno dei migliori anni di sempre. A fine ottobre il fondo segna +33,76% da inizio anno. Il fondo è gestito da Praude, che conta su tre collaboratori full time basati a Malta, società in cui metto soprattutto a disposizione l’esperienza accumulata negli anni e ricopro il ruolo di Presidente del comitato investimenti.
Ci può spiegare i cardini della strategia, la filosofia da cui è nato?
Io definisco Hermes Linder un fondo super-value, small-cap long only che fa dell’arbitraggio legale e della profonda conoscenza dell’ambiente economico, finanziario e regolamentare in cui si muove il suo punto di forza. Ovviamente non ha nessun benchmark e investe prevalentemente in Italia e Germania, entrambe sopra il 20%, ed ha posizioni significative anche in altri Paesi europei come Olanda, Austria, Svizzera e Irlanda. I titoli principali sono tenuti in portafoglio per un tempo medio maggiore rispetto alla media degli UCITS.
La spiccata filosofia value investing lo rende un fondo che può legittimamente essere definito “old economy” in cui i settori energia, trasporti, costruzioni, industria e finanza sono molto rappresentati, ma questa non è una scelta ideologica.
In effetti oggi vediamo nelle prime posizioni per peso in portafoglio società italiane come Sesa, Buzzi, Unicem o SOL. Cosa significa che l’approccio non è ideologico da un punto di vista settoriale?
Nel fondo è presente, ad esempio, nella top 5 delle maggiori posizioni, Adesso, società tedesca di servizi di information technology. Hermes Linder si fonda sostanzialmente sullo studio congiunto dei dati finanziari, dei piani industriali e del contesto normativo a cui è esposta un’azienda. È questo che forma le convinzioni che muovono il team di gestione. Non l’appartenenza ad un dato settore piuttosto che a un altro.
L’arbitraggio legale, inoltre, è un aspetto da sottolineare con particolare forza perché oltre a fornire una chiara descrizione dei contesti in cui si muovono le società in portafoglio permette operazioni opportunistiche che negli anni hanno garantito un importante apporto alla performance.
Un’ultima domanda è d’obbligo. Perché con questi numeri il fondo non ha altre dimensioni rispetto agli attuali 334 milioni di euro di masse in gestione?
Noi non facciamo attività commerciale in modo attivo. In Italia siamo distribuiti esclusivamente da Banca Prealpi SanBiagio, parte del Gruppo Cassa Centrale Banca. Più come presidio che come reale fonte di clientela. Il fondo è cresciuto per masse e passaparola. Quello che a noi interessa è fare una buona gestione. Il primo e più importante sottoscrittore del fondo Hermes Linder sono io stesso.
Nel tempo abbiamo avuto proposte da parte anche di family office molto importanti, ma nessuna si è rivelata compatibile con una prosecuzione della gestione del fondo che garantisse una reale continuità con quanto fatto fino ad oggi con risultati davvero straordinari. Per questo abbiamo sempre rifiutato.
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