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Un sondaggio Censuswide-GFT conferma l’elevata propensione al risparmio. Nell’allocazione dei soldi conta soprattutto la semplicità. E il 15% sta già esplorando offerte basate sull’intelligenza artificiale
Altissima propensione ad accantonare denaro e un crescente interesse verso l’intelligenza artificiale a supporto degli investimenti. Gli italiani si confermano perfetti risparmiatori, pronti ad affidarsi alle nuove tecnologie per far fruttare il loro gruzzolo. Lo rivela l’ultimo sondaggio di Censuswide sui clienti bancari, secondo cui il 15% di chi si avvale dei servizi erogati dagli istituti di credito sta già esplorando offerte basate sull’IA. Un dato che accende i riflettori su quanto lo sviluppo del canale digitale stia diventando importante per l’industria del credito.
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La propensione è la più alta. Il risparmio no
Secondo l’indagine, realizzata per conto di GFT sugli utenti bancari di cinque Paesi (Stati Uniti, Regno Unito, Polonia, Canada e Italia), la Penisola è il mercato in cui più persone attribuiscono importanza all’abitudine di risparmiare ogni mese: il 93%, per la precisione. I nostri connazionali si attestano però a un livello leggermente più basso degli altri sia per media di risparmio, pari a 26o euro, sia quando si parla di capacità effettiva di accantonare, con appena il 65% in grado di mettere da parte una quota delle proprie ogni in maniera regolare. Una fotografia che restituisce un’immagine più virtuosa se messa a fuoco sui giovani, dato che la quota sale all’82% fra chi tra i 18 e i 24 anni.
Quanto ai consumi, solo il 22% dei clienti tricolore dice di riuscire a spendere cifre maggiori dello scorso su base mensile mentre uno su tre si mantiene sullo stesso livello o è stato costretto a limitarsi negli ultimi 12 mesi. La maggior parte (32%) continua poi a non avere un metodo per tracciare le proprie uscite o lo fa manualmente (30%). Un trend che trova corrispondenza a livello globale, dove la quota degli ignari è il 34% e quella di chi mana carta e penna al 28%. In merito alle motivazioni che spingono al risparmio, il quadro nazionale si fa più articolato: il 43% del campione punta a garantirsi un fondo d’emergenza in caso di necessità, il 37% accumula per le vacanze mentre il 25% utilizza il denaro esigenze quotidiano come la spesa o gli acquisti per la casa.
Nell’allocazione conta la semplicità
In tutti i mercati, la semplicità è la priorità principale dei clienti bancari quando si tratta di decidere dove allocare i risparmi. A guidare le scelte sono infatti fattori che vanno dal facile accesso ai fondi (37% a livello globale e 29% in Italia), alla disponibilità di un’applicazione intuitiva (30% e 23%) fino a un’agevola configurazione del conto (25% e 17,8%). Seguono la sicurezza e il ritorno d’investimento, due aspetti che giocano un ruolo decisionale chiave in maniera del tutto trasversale.
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Interessati all’IA come supporto all’investimento
In materia investimenti, oltre un italiano su due crede poi che l’intelligenza artificiale lo aiuterà ad acquisire maggiore autonomia dal punto di vista finanziario. Ancora più propensi all’utilizzo dell’AI sono in particolare i giovanissimi (18-24 anni), che nutrono tale convinzione nel 77% dei casi. Tra tutti i rispondenti, si ferma però al 15% la quota di chi sta già esplorando offerte supportate da questa tecnologia mentre coloro che prevedono di giovarne raggiungono il 35%. Quattro su cinque (80%) hanno infine dichiarato che il modo in cui hanno comunicato con la propria banca nell’ultimo anno è rimasto invariato: solo il 15% l’ha dunque modificato ma la percentuale di chi, tra loro, non è più disposto ad abbandonare il canale digitale raggiunge l’81%.
Per Sandro Tucci, financial service lead di GFT questi numeri sono la prova di quanto gli italiani apprezzino le soluzioni di digital banking che i loro istituti sono in grado di offrire. “La possibilità di valorizzare i propri investimenti con l’aiuto dell’innovazione funge anche da stimolo al risparmio”, osserva l’esperto. Che sottolinea come si stia diffondendo un’interazione cliente-banca parzialmente disintermediata dall’AI: “User experience e affidabilità sono fattori chiave di utilizzo e riduzione del cost to serve”. Non solo: rispetto all’indagine del 2022, Tucci rileva che si conferma anche l’interesse a esplorare valore e dinamiche degli investimenti in asset digitali capaci di ispirare trasparenza e fiducia. “E qui la banca gioca un ruolo fondamentale”, conclude, “perchè seleziona le proposte opportune e spiega bene i rischi connessi”.
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