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Nell’ultima tappa del roadshow “The Digital Time Tour”, Credit Suisse AM riflette sul mondo green in relazione a uno scenario geopolitico e finanziario travolto dal cambiamento, arrivando alla conclusione che per affrontare l’incertezza è necessario arricchire il concetto di sostenibilità
Il Fondo Monetario Internazionale, nel più recente World Economic Outlook, ha ridotto la stima di crescita annua dell’economia mondiale al 3,6% per il 2022 e il 2023, da rispettivamente 4,4% e 3,8%. Il contesto è complesso e continua ad annodarsi: l’inflazione aumenta, mentre la crescita si arresta; il prezzo delle materie prime, a causa del conflitto Russia-Ucraina, si impenna e le aziende prevedono un brusco rallentamento del loro sviluppo nei prossimi due anni.
A questo bisogna aggiungere i cambi repentini del contesto di investimento. “Siamo bombardati da informazioni continue che impattano sui mercati” afferma Manuel Noia, head of third parties distribution di Credit Suisse Am, ad apertura dei lavori dell’ultima tappa del roadshow The Digital Time Tour.
Il tema geopolitico apre a una doppia natura di dubbi. Da una parte sulla sorte della sostenibilità e degli sforzi per implementarla; dall’altra sugli investimenti.
Prospettive inedite
Nel breve-medio termine i rischi economici sono immediati, nonostante, come dichiara Marco Mossetti, senior portfolio manager di Credit Suisse, il conflitto influenzi “un’area piccola a livello economico globale”. Man mano che la guerra prosegue però appare sempre più chiaro lo spettro dello shock economico che si sta configurando attraverso le materie prime e il credito. “La Russia rappresentava l’11% dell’export di materie prime del mondo nel 2020, seguita da Usa e Arabia Saudita” afferma Mossetti, sottolineando come le sanzioni per il momento non abbiano colpito gli scambi commerciali sulle materie prime. “Siamo di fronte a una frammentazione del mercato, che aggrava una situazione già molto tesa” conclude.
Nel campo del credito, invece “il differenziale di rendimento tra high yield e investment grade sta crescendo”. Rimangono sui mercati i dubbi “sulla solvibilità del debito estero, in gran parte detenuto dagli attori occidentali”. In quanto europei dobbiamo aspettarci che “questi due fattori impatteranno in modo maggiore sul Vecchio Continente rispetto al resto del mondo”, conclude Mossetti.
Intanto, fa sapere, le banche centrali continueranno ad avere un approccio aggressivo. “Siamo arrivati ad avere nel tratto di curva a un anno quasi dieci interventi a 25 punti base, in Usa” dice Mossetti. Anche in Europa, “nonostante la guerra, il comportamento della Bce è sempre più incline ad uscire dalla situazione di stimoli monetari”. Una situazione storica, con inflazione alta, crescita modesta e banche centrali aggressive sui tasti, del tutto inedita.
Ripensare la sostenibilità
Nello scenario incerto, la sostenibilità è un attore nuovo che nell’ultimo periodo inflazionistico, più vicino a quello che vivono i mercati oggi (ovvero, 1973-1983), potrebbe essere la chiave con il quale di slancio la volatilità di breve periodo. Il paradigma green però sta cambiando velocemente, influenzato dai nuovi eventi internazionali.
Prima dello sforzo delle Nazioni verso obiettivi green, come dichiara Nando Pagnoncelli, presidente e ad di Ipsos Italia, il termine sostenibile era sinonimo di bassa qualità. “Adesso il cambiamento riguarda tutti, non solo le nuove generazioni” continua. Ne è un esempio il Decreto Legislativo 5 febbraio 1997, n° 22, conosciuto come “Decreto Ronchi”, “che rendeva efficaci le direttive europee sulla raccolta differenziata e accolto con un certo scetticismo”. “Oggi invece”, specifica, “coloro che conoscono il tema della sostenibilità sono passati dal 7% al 39% della popolazione adulta”.
Dello stesso avviso Fabrizio Gavelli, presidente e ad di Danone Italia-Grecia: “Fin quando il prodotto sostenibile risultava” nelle percezioni dei consumatori, “peggiore del tradizionale nessuno guardava al mondo sostenibile”. Molto ha fatto l’innovazione tecnologica, ma anche il saper comunicare la sostenibilità. “La sostenibilità” dichiara Gavelli, “deve essere economica, ambientale e sociale perché possa funzionare pienamente”. E Pagnoncelli chiosa che le aziende, come soggetti in transizione e come attori nello scenario incerto che vivono i mercati, possiedono una responsabilità verso la comunità nelle quali sono inserite.
Anche opportunità
Nonostante il panorama critico, le opportunità esistono, ma vanno scovate. Ciò che diversi osservatori hanno sottolineato è che potrebbero arrivare da onshoring del processo produttivo. Sicuramente alcune parti di quest’ultimo, sottolinea Filippo Roncarati, senior relationship manager retail di Credit Suisse, “torneranno vicino al consumatore”.
La “regionalizzazione” sarà probabilmente accelerata dal trend dell’automazione. “La robotica ci consentirà di ripensare il modello economico in direzione della vicinanza” afferma Roncarati, che avverte che ciò significherà però essere più vulnerabili. “Più saremo connessi, più si paleseranno possibilità di attacchi cibernetici”. L’altra faccia della medaglia è che il comparto di cyber-security si configura come un ulteriore trend in crescita.
Ciò che appare certo, secondo Mossetti, è che “da questo shock si uscirà con maggiori investimenti”, in particolare nel campo delle infrastrutture per due ragioni: il programma di finanziamento europeo, il RePowerEu, e la necessità di rinnovamento delle infrastrutture già esistenti.
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