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I mercati globali continuano a subire la volatilità causata da guerra, inflazione, interventi delle banche centrali e aumento dell’azione normativa. Ma, anche in un simile quadro, i fondi alternativi non smettono di catalizzare l’attenzione e anzi si preparano a raccogliere nuovi capitali. È quanto emerge dalla 16esima edizione della Global Alternative Fund Survey di EY, che evidenzia come nel 2022 il settore abbia conservato la sua attrattività pur trovandosi ad affrontare tre grandi sfide: il nuovo approccio degli investitori, la competizione per i talenti e l’ascesa dell’impact investing.
Il punto di partenza del sondaggio a cui hanno partecipato 61 investitori istituzionali e 226 tra hedge fund e private fund, per un totale di 1.700 miliardi di dollari di asset, è che almeno due terzi del mercato si aspettano una recessione globale nei prossimi 12 mesi. Uno scenario che non sembra però scalfire la fiducia negli alternativi, con buona parte di gestori e clienti (rispettivamente 20% e 39%) convinti di vederli crescere agli stessi ritmi degli ultimi cinque anni persino a fronte di minori lanci di fondi e maggiori liquidazioni. Da qui, anche il dato sulle scelte di allocazione che vede la maggioranza degli investitori intenzionata a mantenere costante la propria esposizione e una parte non indifferente di essi disponibile perfino ad aumentarla: sono gli hedge fund (32%) e il private equity (26%) le classi più gettonate mentre, in prospettiva, il maggior beneficiario di afflussi promette di diventare il credito privato grazie alle opportunità generate dall’aumento dei tassi.
A livello di strategie, EY evidenzia come i fondi crossover abbiano continuato a essere una delle principali aree di interesse 2022, mentre il 32% dei gestori di hedge …
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