L’importanza del controllo dei rischi di downside al cuore dell’attività di gestione del risparmio, secondo il ceo. Nel breve termine cautela su real estate, private equity e private debt. Sul futuro, centrale l’investimento in tecnologia per avere una posizione di leader, anche nei confronti di potenziali competitor provenienti da fuori settore
George Gatch, chief executive officer di J.P. Morgan AM
“Viviamo un’epoca di monetary thightening senza precedenti e questo ha portato una volatilità che è destinata a rimanere e a causare momenti di stress che ancora non possiamo pienamente prevedere. Ma essere un asset manager attivo significa avere un’attiva gestione del rischio e contemporaneamente andare alla ricerca delle migliori opportunità. È questo ciò che ci definisce maggiormente”.
George Gatch, chief executive officer di J.P. Morgan AM, incontra la stampa europea nella sede londinese della casa di gestione e sottolinea immediatamente uno dei pilastri della società, ponendolo di fronte e in contrasto rispetto alle settimane di grande pressione vissute sui mercati e nel sistema finanziario in generale.
“La nostra piattaforma di asset management non è mai stata così forte. Spendiamo il doppio della media dei nostri competitor sul risk management e continueremo a farlo”, aggiunge.
Nandini Ramakrishnan, macro strategist, e George Gatch, ceo di J.P. Morgan AM
Long term view
È proprio a partire dagli investimenti strategici portati avanti dal management di J.P. Morgan AM che Gatch espone la specificità del business attuale e la strada individuata per essere leader del futuro. “Il mondo sta cambiando e anche l’asset management deve in parte cambiare”, afferma il ceo.
Capacità gestionali e tecnologia sono le due aree in cui si concentreranno la maggior parte degli sforzi per costruire la J.P. Morgan AM del futuro. Su entrambi gli ambiti Gatch segna la differenza con i competitor. “Vediamo un mercato in cui alcuni scelgono di diminuire l’investimento o portare in outscourcing parte di queste funzioni. Noi crediamo siano fondamentali per un asset manager realmente attivo che vuole dominare il futuro e costruire un vantaggio competitivo da mettere a disposizione dei propri clienti”, afferma, sottolineando la forza della ricerca portata dagli oltre 300 analisti e un investimento di più di 500 milioni di dollari in campo tecnologico che interessa tutte le funzioni aziendali.
Su questi due elementi si concentrano le opportunità e i rischi di medio e lungo periodo secondo il manager. “In questa fase di ripensamento delle divisioni gestionali da parte di alcuni nostri peer abbiamo una grande opportunità di attrarre talenti per rafforzare le nostre investment capabilities”, afferma sul primo, mentre sul secondo, fa notare la trasversalità dell’aiuto che la tecnologia può dare nel campo dell’asset management. “Già utilizziamo sistemi di analisi del linguaggio naturale che permettono di processare una grande quantità di dati qualitativi da sintetizzare perché siano utilizzati nel processo di investimento, ma anche le decisioni stesse sono analizzate per suggerire ai portfolio manager opzioni per ribilanciare i portafogli. Operazioni che grazie alla tecnologia possono anche avvenire in maniera semi-automatica, aumentando la produttività fino al 20%”.
“Non c’è alcun dubbio che chi saprà essere all’avanguardia nella tecnologia, sarà posizionato per primeggiare nel futuro”, dichiara, riferendosi direttamente anche alla necessità di preservare il business dal possibile ingresso di attori provenienti da settori differenti all’asset management tradizionale, in particolare in caso di innovazioni tali da facilitare una possibile disintermediazione in futuro.
Breve termine, rischi e opportunità
Guardando ad un orizzonte più immediato la prima indicazione del ceo è relativa ancora una volta al controllo del rischio facendo notare l’esistenza di uno stress market protocol che rappresenta uno dei fondamentali fattori su cui si fonda la capacità di J.P. Morgan AM di navigare le fasi più complesse dei mercati.
Sempre dal lato dei downside, le situazioni attenzionate maggiormente sono quelle relative a mercato immobiliare (in particolare commerciale), private equity e private debt. “I mercati pubblici hanno corretto nettamente nel 2022”, commenta sul punto Gatch, “e gli effetti delle politiche monetarie in atto globalmente arriveranno anche nello spazio dei mercati privati”.
Le opportunità sono, a livello generale, portate dalla correzione vissuta negli ultimi dodici mesi e dalla dislocazione dei mercati, ritenuta da Gatch un fattore favorevole per la gestione attiva. Obbligazionario dopo la normalizzazione dei tassi l’occasione più chiara che arriva dai mercati affiancata dalla possibilità di aumentare l’esposizione alla Cina degli investitori occidentali che resta, secondo il ceo, ancora non in linea con il peso del gigante asiatico.
Una delle più grandi opportunità, sia da un punto di vista di business per J.P. Morgan AM che di allocazione per gli investitori, è la crescita degli ETF attivi. “Un business che pesa oggi il 5% del mercato ma che vale già molto di più in termini di flussi”, fa notare Gatch indicando come il 30% la quota di questi ultimi riferibile a J.P. Morgan AM.
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