3 min
A ottobre i prezzi frenano al 2,9%. E l’economia nel terzo trimestre si contrae: -0,1%. In Italia il carovita cala all’1,8%, ai minimi dell’Area, e il Pil va a zero. Per gli analisti si rafforza l’ipotesi di uno stop Bce
La maxi cura della Banca centrale europea sta dando i suoi effetti, anche quelli collaterali. Ad ottobre, infatti, l’inflazione dell’Eurozona è calata oltre le attese e toccato il livello più basso da due anni. Secondo la stima flash di Eurostat, i prezzi sono cresciuti del 2,9% su base annua rispetto al 4,3% di settembre e al 3,1% delle stime. Parallelamente, però, la crescita dell’Area ha segnato un altro stop nel terzo trimestre calando dello 0,1% dal precedente +0,1%. Per quanto riguarda il carovita, un incremento di appeno l’1,8% regala all’Italia la maglia rosa del Vecchio Continente. Un primato che, tuttavia, non sottrae Roma dal dover fare i conti con un’economia a crescita zero dopo dieci trimestri consecutivi di segno più.
📰 Leggi anche “La Bce non tocca i tassi. Ciclo di inasprimento terminato“
Eurozona, si rafforzano le ipotesi di uno stop Bce. Primo taglio atteso a metà 2024
A ottobre il tasso di inflazione annuale dell’Eurozona è calato per la prima volta rispetto ai dati registrati a luglio 2021, principalmente grazie al crollo dei beni energetici (-11,1%). Alimentari, alcool e tabacco hanno invece registrato il tasso di crescita più elevato (7,5% dall’8,8% di settembre), seguiti dai servizi (4,6% dopo il 4,7%) e dai beni industriali non energetici (3,5% invece che 4,1%). Escludendo petrolio e affini, la corsa dei prezzi si è attestata al 4,9% in seguito al +5,5% di un mese fa mentre per la componente core ha subito un incremento del 4,2% dal precedente 4,5%.
Come previsto dagli analisti, i dati sembrano avvalorare l’opinione che la Bce abbia terminato il suo maxi ciclo restrittivo. Con i mercati che ora si attendono un primo taglio al costo del denaro entro giugno 2024. Nonostante il target del 2% non sia ancora stato raggiunto, il trend conferma la tesi di Francoforte: l’inflazione scenderà lentamente verso l’obiettivo entro il 2025. Tanto più che a indirizzare la strategia dell’Eurotower non c’è solo la dinamica dei prezzi, ma anche i pesanti effetti sul Pil. E la crescita nel terzo trimestre si è invertita (-0,1%), dopo un semestre di espansione praticamente nulla, facendo prevedere che l’Eurozona finirà in recessione entro fine anno.
Italia, l’inflazione crolla e il Pil si ferma
Dopo gli incoraggianti dati arrivati da Berlino, anche l’Italia conferma il buon andamento della diminuzione dei prezzi. Tanto da mettere a segno il miglior risultato di Eurolandia. Secondo le stime preliminari dell’Istat, il carovita di ottobre ha segnato una riduzione dello 0,1% su base mensile e un aumento dell’1,8% su base annua. Il dato non si registrava da luglio 2021 (+1,9%) ed è in netta contrazione rispetto al +5,3% di settembre. Merito soprattutto del deciso rallentamento su base tendenziale degli energetici e in misura minore del calo degli alimentari. Anche l’indice core è sceso, attestandosi al 4,2% dal 4,6% precedente. La crescita però si è ufficialmente fermata. L’istituto nazionale di statistica stima che il prodotto interno lordo sia rimasto stazionario rispetto tanto al trimestre precedente quanto a luglio-settembre 2022. La variazione registrata per il 2023 è pari a +0,7%.
Nell’insieme dei ventisette Paesi Ue, la produzione è invece salita dello 0,1%. Tra gli Stati membri per i quali sono disponibili i dati, l’aumento maggiore su base trimestrale è stato registrato in Lettonia (+0,6%). La seguono Belgio (+0,5%) e Spagna (+0,3%). I cali più significativi sono invece stati di Irlanda (-1,8%), Austria (-0,6%) e Repubblica Ceca (-0,3%). Sul fronte inflazione, al di là dell’Italia, Belgio e Olanda hanno sperimentato una crescita dei prezzi negativa (-1,7% e -1%).
Francia a metà del guado
In Francia il carovita è salito dello 0,1% rispetto a settembre, quando aveva segnato un -0,5%. Annualmente, l’indice dei prezzi ha invece registrato un rallentamento a +4% contro il +4,9% precedente. “Stiamo uscendo dalla crisi inflazionistica”, ha subito commentato il ministro dell’Economia Bruno Le Maire. Il Pil del periodo luglio-settembre ha invece messo a segno un incremento su base trimestrale dello 0,1% dopo il +0,6% del secondo trimestre e rispetto al +0,1% atteso. In termini tendenziali, la crescita si attesta quindi allo 0,7%.
Vuoi ricevere ogni mattina le notizie di FocusRisparmio? Iscriviti alla newsletter!
Registrati sul sito, entra nell’area riservata e richiedila selezionando la voce “Voglio ricevere la newsletter” nella sezione “I MIEI SERVIZI”.