Breve analisi delle implicazioni delle politiche di Bce e Fed sui segmenti del mercato del credito
A un deterioramento delle condizioni macroeconomiche spesso fa seguito un improvviso aumento di obbligazioni investment grade declassate a spazzatura. Sono i cosiddetti «fallen angel», o angeli caduti – società le cui emissioni subiscono un peggioramento del merito di credito a cui consegue una retrocessione nelle serie minori.
La combinazione della pandemia di coronavirus da un lato e dell’eccesso di offerta sul mercato del petrolio dall’altro ha spinto verso nuovi massimi il volume degli emittenti declassati al livello di high yield (o ‘junk bond’, bond ‘spazzatura’ secondo la nomenclatura giornalistica più diffusa).
Un’occasione di acquisto? Certo, a patto di essere «attivi», ossia di allocare sulla base di un’analisi fatta titolo per titolo, emissione per emissione, rigettando un approccio generalizzato al credito. Altrimenti il rischio di compiere mosse azzardate è alto.
“Pur sottolineando di essere disposti a investire in bond più rischiosi, riteniamo che sia troppo semplicistico pensare che solo perché un asset si è deprezzato più degli altri allora necessariamente recupererà terreno con maggiore vigore, una volta superata l’attuale fase di contrazione”, puntualizza William Davies, direttore investimenti di Columbia Threadneedle Investments per l’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa, ndr).
Ciò detto, quella dei bond ad alto rendimento è un’asset class che sta attirando l’attenzione degli investitori proprio in virtù di politiche monetarie accomodanti sia da parte della Fed, sia della Bce.
Il risultato è sotto gli occhi di analisti e investitori: il premio di rischio per i fallen angel è più visibile negli spread creditizi nel segmento con rating BBB.
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Performance relativa del credito BBB negli Usa e in Europa
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Al declino di marzo dei mercati obbligazionari – che in termini di velocità della correzione e conseguente aumento degli spread non ha precedenti – hanno fatto seguito i prodromi di ripresa di aprile. “Senz’altro dovuti anche all’enorme supporto delle banche centrali in termini di annunci di programmi votati a soccorrere le imprese con ulteriore ‘pompaggio’ di liquidità nei mercati”, afferma Davies.
“Per questo”, spiega il gestore, “abbiamo un approccio cauto sui bond ad alto rendimento e investiamo nelle emissioni a più alto rating, con l’obiettivo di evitare le società che hanno meno probabilità di superare la tempesta”.
I fallen angel “pongono una sfida”, dice Davies. “Se guardiamo all’Europa, si stima che il mercato dei junk bond possa crescere di circa un terzo sulla base del numero di aziende che sono state o sono in procinto di essere declassate. Può sembrare banale, ma la cosa importante è evitare le società con il più alto grado di leva finanziaria, perché per queste aziende sarà davvero difficile passare il guado“.
Di converso, questa congiuntura rappresenta “un’opportunità di lungo termine per le società che già occupano una posizione dominante: sopravvivendo, potrebbero ulteriormente rafforzare la quota di mercato a causa della minore concorrenza”. Discorso valido soprattutto per i settori più colpiti da covid, pensiamo soprattutto ad aviazione e petroliferi.
“Il nostro team high yield sta investendo in alcuni di questi angeli caduti”, precisa Davies. “Ma non abbiamo intenzione di sovrappesare immediatamente le posizioni, anche nel caso delle società che pur ‘cadendo’ nel segmento HY si ritrovano comunque nella fascia più alta in termini di merito di credito”.
Ecco perché il segmento di credito preferito del fund manager “rimane l’investment grade, dove sebbene gli spread siano più contenuti, abbiamo maggiore fiducia nella capacità delle società di domare la recessione. Anche i tassi di default rimarranno più contenuti – tutti elementi che rafforzano la convinzione che l’IG offra un rapporto rischio-rendimento più attrattivo”.
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